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Avvocato ucciso a Locri, fermato lo zio

LOCRI Sessantanovenne, pensionato, a Locri Antonio Sgrò è sempre stato considerato una persona tranquilla. O almeno tale era l’opinione comune in paese fino a questa mattina, quando ha scaricato cont…

Pubblicato il: 23/02/2017 – 13:29
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Avvocato ucciso a Locri, fermato lo zio

LOCRI Sessantanovenne, pensionato, a Locri Antonio Sgrò è sempre stato considerato una persona tranquilla. O almeno tale era l’opinione comune in paese fino a questa mattina, quando ha scaricato contro il nipote 43enne, il penalista Francesco Filippone, l’intero caricatore della sua pistola, regolarmente denunciata. Poi, quasi incredulo, ha chiesto a gran voce l’intervento dei carabinieri. Quando i militari sono arrivati si è arreso docilmente e spontaneamente ha consegnato la pistola. Nel frattempo, i sanitari del 118 tentavano un’inutile corsa in ospedale per tentare di salvare la vita al giovane avvocato. Il 43enne è morto poco dopo il ricovero.
«Una tragedia dai contorni strettamente familiari», fanno sapere fonti investigative al termine delle attività di polizia giudiziaria e dell’interrogatorio del 69enne, gestito dal procuratore di Locri, Luigi D’Alessio.

FAMIGLIA INGOMBRANTE «Il delitto – aggiungono – è legato solo a questioni di vicinato». Movente per nulla scontato. Il giovane avvocato era infatti l’unico figlio maschio di Salvatore Filippone, banchiere e riciclatore dei clan della Locride, divenuto famoso negli anni Novanta per i giochi di prestigio finanziari che trasformavano il denaro della ‘ndrangheta in rubli, dinari algerini marchi tedeschi, funzionali all’acquisizione di società, banche e imprese nell’ex Urss. A scoprirlo sono stati i magistrati di Locri che per questo lo hanno condannato ad una lunga detenzione. Il figlio invece per gli investigatori non era un soggetto di interesse operativo, mentre in paese molti sono pronti ad affermare che avesse preso le distanze dal mondo del genitore. Nessuno poi – dicono – aveva mai dubitato dello zio, che era regolarmente in possesso di porto d’armi e l pistola. Esattamente quella utilizzata oggi per sparare contro il nipote.

UNA LITE FINITA MALE Secondo una prima ricostruzione, zio e nipote si sarebbero incontrati di fronte al portone della casa in cui entrambi abitavano e avrebbero per l’ennesima volta iniziato a discutere. Costretti da una comune eredità a dividere non solo il palazzotto di famiglia, ma persino un grande appartamento con un unico ingresso, da cui erano stati ricavati due ambienti separati, da tempo i due non perdevano occasione per farsi reciprocamente dispetti e sgarbi, poi oggetto di infinite discussioni. Oggi però la lite è degenerata.Contro il giovane avvocato, il sessantanovenne ha scaricato una gragnuola di colpi, tre dei quali hanno raggiunto il penalista al torace e alla testa. Trasferito immediatamente al comando carabinieri, alla presenza del procuratore di Locri Luigi D’Alessio, Sgrò ha ammesso l’omicidio, ricostruendo in dettaglio la dinamica. Ma a magistrati e investigatori, il sessantanovenne ha tenuto a spiegare anche i motivi che lo hanno spinto ad un gesto che tuttora – dice chi ha assistito all’interrogatorio – sembra non realizzare.

ANNULLATI I FESTEGGIAMENTI DI CARNEVALE Intanto l’amministrazione comunale di Locri, «turbata dal dramma che ha colpito la famiglia del giovane Francesco Filippone e tutta la comunità, comunica che la sfilata dei carri allegorici e lo spettacolo degli artisti di strada previsti per la festa di Carnevale sabato 25 febbraio, sono stati annullati».

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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