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Incarichi per “successione ereditaria” all’Asp di Cosenza

ROMA Da tempo la Federazione dei dirigenti e direttivi pubblici (Fedir), organizzazione sindacale che tutela la dirigenza tecnico/amministrativa di Sanità, Regioni ed enti locali, denuncia l’illegitt…

Pubblicato il: 23/02/2017 – 10:47
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Incarichi per “successione ereditaria” all’Asp di Cosenza

ROMA Da tempo la Federazione dei dirigenti e direttivi pubblici (Fedir), organizzazione sindacale che tutela la dirigenza tecnico/amministrativa di Sanità, Regioni ed enti locali, denuncia l’illegittima gestione dei più importanti incarichi gestionali nell’Asp di Cosenza. A distanza di 4 anni il puzzle è stato finalmente completato e perciò Fedir ha scritto al collegio sindacale (che mai ha riscontrato le precedenti segnalazioni e nulla ha finora fatto), alla Procura della Repubblica di Cosenza, alla Corte dei Conti, alla Regione e al commissario straordinario al Piano di rientro, Massimo Scura.

LE ILLEGITTIMITÀ Tutto comincia, spiega una nota della Fedir, con «l’illegittima rimozione – con delibera 1715/2013 – del responsabile della struttura complessa “Affari generali e dipartimento amministrativo”, incarico attribuito a un dirigente che aveva diritto per legge, al rientro dalla sua aspettativa, a finire l’incarico interrotto oppure ad ottenerne, se quell’incarico non ci fosse stato più, uno equivalente. E, invece, l’Asp cosa fa? Revoca l’incarico legittimamente conferito al dirigente per attribuirgliene uno su una struttura già formalmente soppressa nel lontano 2008».
Liberando l’incarico della struttura complessa l’Asp di Cosenza può così procedere a definire nuovamente e diversamente tutto l’assetto degli incarichi della tecnostruttura amministrativa al termine del quale vengono previste, peraltro in totale assenza dell’obbligatorio atto aziendale approvato dalla Regione, ben 13 strutture complesse contro le 7 previste dal piano regionale di cui al decreto del presidente della giunta regionale numero 97/2013. «In questa operazione – denuncia il sindacato – non solo non si procede all’obbligatoria ricollocazione sulle strutture previste dal Dpgr 97/2013 dei dirigenti già titolari di struttura complessa ma vengono “promossi” anche dirigenti di qualifica inferiore e vengono mantenuti gli incarichi esterni, come nel caso della struttura complessa “gestione infrastrutture e tecnologie”, assegnata a un esterno pur essendoci ingegneri interni posizionati su strutture non più previste. In definitiva l’Asp ha dunque consapevolmente creato esubero per almeno 3 dirigenti».
«La situazione – aggiunge Fedir – non è migliorata con l’emanazione delle nuove linee guida di cui al Dca 130/2015, che prevede per le funzioni tipicamente tecnico amministrative solo 5 strutture complesse. Ciò ha creato ulteriore esubero di dirigenti». Alla fine della giostra, e dell’analisi della situazione, per Fedir ci sono alcuni punti chiari. Eccoli: «La direzione del dipartimento amministrativo, liberato a seguito della illegittima revoca operata con la delibera 1715/2013, viene affidata all’ingegnere Nicola Buoncristiano pur essendo una figura tecnica e non amministrativa». Non finisce qui: «La responsabilità degli Affari generali – denuncia ancora il sindacato –, ugualmente liberata a seguito della illegittima revoca operata con la delibera 1715/2013, viene affidata all’avvocato Carlo Baldini pur essendoci ben due dirigenti che già operavano su tali funzioni presso le ex Asl accorpate nella nuova Asp. Ancor più interessante è l’affidamento allo stesso avvocato Baldini dell’incarico – ad interim – anche dalla struttura complessa “Ingegneria clinica”. Il posto era rimasto libero dopo la cessazione dell’incarico (dal 1 ottobre 2016) dell’ingegnere Buoncristiano. Con la cessazione di Buoncristiano l’avvocato Baldini consegue anche la responsabilità del dipartimento amministrativo. Per il solo incarico del dipartimento sia l’ingegnere Buoncristiano che l’avvocato Baldini hanno ottenuto almeno 20 mila euro all’anno in più non solo sullo stipendio ma, per sempre, anche sulla pensione, pur avendo svolto l’incarico, nel caso dell’avvocato, che andrà in pensione dal 1 marzo 2017, per soli 6 mesi».

GLI INCARICHI EREDITARI Ma la singolare gestione degli incarichi amministrativi nell’Asp di Cosenza non termina qui. «Ancor più interessante – si legge ancora nella nota – è capire come gli incarichi di coloro che cessano dal servizio vengono riattribuiti. Infatti Alberto Siciliano, direttore dell’Unità operativa complessa “Forniture, servizi e logistica”, il primo gennaio 2017 è andato in pensione. Il suo posto è rimasto vacante. Ma, piuttosto che avviare le regolari procedure di conferimento degli incarichi previste dalle norme, tramite avvisi interni, comparazioni di curriculum, esperienze e varie, l’incarico è stato conferito in via diretta alla dottoressa Maria Acquaviva perché era stata individuata dallo stesso Siciliano per sostituirlo in caso di sua assenza, ma esclusivamente per ferie o malattie o altro impedimento e non certo per il suo pensionamento». C’è poi il caso dell’ingegnere Gennaro Sosto, (dirigente esterno a tempo determinato, assunto per «mancanza di professionalità interne»): «dal 22 aprile 2016 è stato collocato in aspettativa, prerogativa che spetta solo al personale interno dell’Azienda con contratto a tempo indeterminato. Invece di attribuire ad altro dirigente dell’azienda la titolarità dell’incarico liberatosi, lo stesso è stato affidato ad interim sempre all’avvocato Carlo Baldini». Resta il caso del «plurititolato (ben 3 incarichi di struttura complessa nonché l’incarico di responsabile del dipartimento amministrativo) Baldini». Anche lui preso andrà in pensione «e le funzioni saranno assunte dall’avvocato Giuseppe Brogno, incardinato nella struttura complessa Affari legali con il profilo professionale avvocato e titolare presso la stessa della struttura semplice contenzioso, ma sorprendentemente individuato dallo stesso Baldini quale suo sostituto. Peccato che la designazione dell’avvocato Brogno quale sostituto non solo è valida esclusivamente per i casi di assenza per ferie, malattia o altro impedimento ma è altresì illegittima perché effettuata nei confronti di dirigente appartenente a struttura diversa da quella di riferimento, ovvero Affari generali».

LA DENUNCIA «Nonostante la presenza di dirigenti che hanno requisiti e titoli per quei posti – scrivono dalla Fedir –, le poltrone nell’Asp di Cosenza sono state e continuano ad essere assegnate allegramente a chi fa più comodo tramite il principio della “successione ereditaria”. Il dirigente che va via si sceglie infatti chi gli deve subentrare dimenticando il regolamento aziendale concordato con le organizzazioni sindacali che sancisce invece l’obbligo di effettuare avvisi interni per consentire a chi ha i titoli di poter quantomeno ambire a ricoprirli».
«Il disegno dell’Asp di Cosenza – continua la denuncia – è stato quello di togliere dal proprio posto dirigenti titolati (come nel caso della revoca 1715/2013) per favorire altri dirigenti. E c’è anche il caso dell’avvocato interno dell’azienda a cui da ottobre 2016, improvvisamente dopo anni che ha regolarmente patrocinato per l’Azienda, non vengono affidate più cause che invece vanno a professionisti esterni. La Corte dei Conti soltanto il 17 febbraio scorso ha denunciato le illegittime procedure di conferimento delle cause legali ad esterni ma i suoi dati non hanno di certo potuto tener conto di questo fatto nuovo».
«Fedir continua a chiedere trasparenza – chiosa la nota – (tanto più che sul sito dal 2013 non risultano nemmeno pubblicati gli stipendi dei dirigenti) e continua a diffidare il direttore generale, la cui proposta di nuovo atto aziendale è già stata bocciata per ben 4 volte dalla Regione, a revocare immediatamente gli incarichi illegittimamente attribuiti oltre che intimarlo a risolvere la bruttissima situazione».

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