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Mai snobbato la Regione, non capisco l’imbarazzo di Giudiceandrea

Leggo sul giornale online da Lei diretto, due notizie che mi riguardano ed afferiscono una a un articolo ispirato dal consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, datato 17 marzo 2017, dal titolo …

Pubblicato il: 18/03/2017 – 21:39
Mai snobbato la Regione, non capisco l’imbarazzo di Giudiceandrea

Leggo sul giornale online da Lei diretto, due notizie che mi riguardano ed afferiscono una a un articolo ispirato dal consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, datato 17 marzo 2017, dal titolo “Mauro snobba la Regione, Giudiceandrea si infuria”, altra ad articolo a Sua firma, avente per titolo “Quattordici inchieste incombono sulla Regione”, pubblicato in data odierna.
Rispetto a quello di Giudiceandrea, devo tosto occuparmi anche del titolo, in quanto non solo non ho mai snobbato la Regione, ma, rispetto a una convocazione presso la Commissione politiche sociali della Regione Calabria (che afferisce all’assistenza ai bambini che sono seguiti presso il centro di riabilitazione di Contrada Lecco di Rende e presso quello di Serra Spiga di Cosenza, problematica della quale l’Asp si sta facendo carico), l’Azienda è stata rappresentata con la figura di più alto livello dirigenziale, che collabora con il direttore generale, cioè quella del direttore sanitario aziendale. I compiti precipui del direttore sanitario sono quelli normativamente previsti di: “Direzione del servizio della salute, sia ai fini organizzativi che sotto i profili igienico-sanitari. Dirige i servizi sanitari, nel senso che è tenuto a svolgere compiti diretti al coordinamento generale di tutta l’attività tecnica e sanitaria. Sovrintende alle procedure necessarie al perseguimento degli obiettivi definiti dalla programmazione sanitaria locale.”
Proprio il rispetto istituzionale che mi ha sempre contraddistinto, checché ne possa pensare l’Avv. Giudiceandrea, componente della Commissione politiche sociali del consiglio regionale, mi ha fatto determinare, nella piena conoscenza del D.lgv. 502/92, a far presenziare per quella precipua attività la figura professionale apicale, che per la funzione ricoperta ha la competenza tecnica specifica. In tal modo potevo dare alla tematica da affrontare in Commissione il miglior contributo possibile sotto l’aspetto tecnico.
Lungi da me pensare di mettere in difficoltà chicchessia, per la mera coincidenza di un rapporto parentale tra il direttore sanitario dell’Asp ed il Consigliere Regionale Giudiceandrea! Sono figure istituzionali entrambe, con ruoli ben distinti e separati. Di certo l’Asp è stata ben rappresentata dalla figura istituzionale di massimo livello per il tema trattato. L’imbarazzo del consigliere regionale non lo colgo e sarà un fatto tutto personale di chi in tal modo lo percepisce.
La sua reattività rispetto alla presenza del congiunto, però, gli ha fatto rendere dichiarazioni che non trovano verun riscontro nei fatti. Addirittura parla di una mia “conclamata incompatibilità”, che mi lascia fortemente perplesso. Nessuno sinora, se non il Giudiceandrea, ha conclamato alcunché, anzi. Un iter oramai datato nel tempo, ha stabilito che il mio ruolo di direttore generale dell’Asp di Cosenza, sia pienamente legittimo e ossequioso delle leggi vigenti. Un parere dell’Avvocatura regionale e una istruttoria del dipartimento della Salute della Regione Calabria, hanno sancito quello che, per la verità, in maniera palese le leggi e i contratti prevedono in subjecta materia, che le mie funzioni siano in maniera, questa volta sì “conclamata”, legittime sin dal momento del conferimento dell’incarico ed a tutt’oggi!
Per tale motivo, l’espressione infelice e non pertinente al caso di specie del Giudiceandrea non trova alcun riscontro nei dati di realtà ed è frutto della sua immaginazione.
Devo constatare, per altro verso, che l’articolo pubblicato in data odierna, a Sua firma, riporta taluni temi, anche questi ampiamente superati, da un verso, ed inediti dall’altro. Riferisce di ben tre indagini che mi coinvolgono, e certamente sarà più edotto di me, che, ad oggi, non ho ricevuto alcun invito per rendere dichiarazioni, alcun avviso di garanzia, alcun altro segnale che ci siano in corso indagini nei miei confronti. Di certo, mi consta che io abbia compulsato talune indagini, che vedono l’Asp come parte offesa. Non avendo altre notizie per smentirLa, attendiamo gli eventi e ci riaggiorniamo.
Sul fronte della violazione delle Leggi nazionali e regionali, mi piacerebbe conoscere quali siano, stante il fatto che tutti coloro i quali si sono occupati della vicenda hanno concluso in maniera diametralmente opposta alla Sua, riconoscendo il pieno rispetto delle leggi regionali e nazionali, relativamente alla mia nomina a direttore generale dell’Asp di Cosenza.
Come ho già fatto cenno rispetto all’articolo ispirato dal Giudiceandrea, devo dirle che non mi sono assolutamente rifiutato di presentarmi al cospetto della Commissione (che se è un cruccio di qualcuno farò per accontentarlo), in quanto l’Asp è stata rappresentata dalla figura istituzionale preposta.
Questa gestione non ha mai spostato dall’Ufficio legale alcuna figura professionale inquadrata nei ruoli dell’Avvocatura, per cui sarà stato informato male. Ha, anzi, richiesto, in più occasioni e con atti scritti, alla struttura commissariale l’autorizzazione ad assumere 4 dirigenti avvocati, senza ad oggi averla ottenuta. Tale richiesta, a scanso di equivoci, è stata avanzata nell’immediatezza del mio insediamento.

*direttore generale dell’Asp di Cosenza

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