Sigilli a una parte del tesoro dei Pesce
REGGIO CALABRIA Ammonta a 10 milioni di euro il valore dei beni sequestrrati stamane dalla Polizia nell’ambito dell’operazione “Recherche” che ha portato stamane all’arresto di 11 persone, fra c…

REGGIO CALABRIA Ammonta a 10 milioni di euro il valore dei beni sequestrrati stamane dalla Polizia nell’ambito dell’operazione “Recherche” che ha portato stamane all’arresto di 11 persone, fra cui i fiancheggiatori del boss Marcello Pesce, preso nei mesi scorsi dopo una lunga latitanza. Gli interessi del gruppo erano variegati e si estendevano dal monopolio forzoso del settore del trasporto merci su gomma di prodotti ortofrutticoli per conto terzi, alle intestazioni fittizie di beni ed al traffico degli stupefacenti. L’attivismo criminale del clan si era allargato soprattutto alle attività di illecita mediazione nel settore del trasporto merce per conto terzi, storicamente di competenza dell’articolazione della cosca Pesce facente capo al boss Marcello. Centrale in tutti questi ambiti, secondo l’accusa, era anche la figura di Filippo Scordino, luogotenente di Marcello Pesce e persona di estrema fiducia del figlio Rocco, pure arrestato durante il blitz di oggi, che è risultato essere il principale gestore dell’agenzia di mediazione del trasporto merci su gomma attraverso la quale il settore era monopolizzato dal clan. Il monopolio del trasporto di prodotti ortofrutticoli su gomma era esercitato attraverso alcune società fittiziamente intestate a prestanomi.
Gli elementi raccolti nel corso delle investigazioni hanno consentito di emettere, contestualmente ai fermi degli indagati un decreto di sequestro preventivo d’urgenza di beni e società e dei relativi patrimoni aziendali tra cui la Ge.Tra.L., società cooperativa esercente l’attività di trasporto ed autotrasporto di persone e merci per conto proprio o di terzi, con sede a Rosarno ed un’azienda agricola chre si occupa del l commercio all’ingrosso di frutta e ortaggi freschi oltre che di lavorazione, confezionamento, produzione, trasformazione e commercializzazione, sia all’ingrosso che al dettaglio, di prodotti alimentari.
Di fondamentale importanza si sono rilevate le intercettazioni effettuate a carico dei componenti della cosca, fra cui diverse sugli smartphone, che hanno portato alla luce il sistema dell’imposizione dei trasporti merci su gomma dalla Piana di Gioia Tauro verso diverse località del centro e nord d’Italia. In una conversazione intercettata, Scordino e Rocco Pesce affermano che con tre trasporti a settimana a Roma avrebbero guadagnato 3000 euro. Le indagini finalizzate alla cattura del latitante, partite dall’osservazione dei suoi più stretti congiunti come il figlio 29enne Rocco, avrebbero consentito di accertare anche che il rampollo dei Pesce prendeva parte attiva ad un’organizzazione dedita al traffico illecito di sostanze stupefacenti. È stato possibile far luce su una serie di cessioni di droga riconducibili ad una rete di narcotrafficanti operanti in prevalenza sul territorio di Cosenza, Rosarno e nella provincia di Catania. All’esecuzione di una parte delle perquisizioni hanno collaborato le squadre Mobili delle questure di Ferrara e Forlì-Cesena, dove hanno sede alcune società o filiali sottoposte a sequestro.