“Sciacqua Rosa e bive Agnese ca ‘nce sta chi ce fa ‘e spese”. E “le spese” le fa il popolo bue, che, pur di ottenere un minimo beneficio personale, continua a votare malamente per loschi figuri; o, sempre malamente, tace se si accorge di malefatte perpetrate da questo o quello, fra i ras sparsi in giro per la pubblica amministrazione. «Ci può sempre servire. Non si sa mai!». E così, di aeroporto in aeroporto, di regione in regione, di comune in comune, fino al soglio di Pietro, le porcherie si moltiplicano come i pidocchi in una terza elementare.
Perché dovrei scandalizzarmi di una camera d’albergo da ottomila stramaledetti euro? Mi fa più schifo il silenzio di decine di raccomandati che, pur di mantenere un posto che non competeva loro, tacevano complici. I fessi? Quelli che, privi di ogni “buona conoscenza” speravano, sperano e spereranno ancora di poter trovare collocamento grazie alle lauree, ai diplomi, alle “graduatorie”, fintamente ignari che esista sempre chi sorpassa a destra. Il caso “aeroporto di Lamezia” non è il primo troiaio, né sarà l’ultimo. Soprattutto in questa terra, dove lo status symbol per “culi cacati” (i beneficiati della vita, NdA) è dato sempre da quanto possano sperperare, pur a danno dei poveracci. E i poveracci siamo noi, che, proni, non issiamo ghigliottine (in senso figurato, chiaramente. Non sia mai qualche cretino possa pensare che, in questi calzoni, ci viva un forcaiolo…)
Più taciamo, più catene ci legheranno al palo. Della vergogna. Ergo, staniamoli, questi sciacquatrippe. E accompagniamoli, con affettuosi calci in culo, fin davanti la porta della gendarmeria…
Buona Pasqua.
(Un plauso a Forze dell’ordine e magistratura, che il proprio dovere lo compiono. Eccome. Mo’ speriamo che i poteri occulti non arrivino con le ruspe…)
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