CARIATI Seggio annullato: a Cariati, nel Cosentino, le primarie del Pd finiscono sotto il fuoco incrociato dei «giochi di potere» e, alla fine, l’unico contestatissimo seggio, allestito nei pressi di un pub, viene chiuso con l’intervento del senatore Mauro Del Barba, membro della commissione nazionale per il congresso. Il paradosso è che tutto ciò pare sia avvenuto non per una mancanza, ma semmai per un “eccesso di Pd”. Nel Comune guidato dal sindaco Filomena Greco, infatti, di correnti dem ce ne sono due: quella, appunto, che fa riferimento al primo cittadino e quella che invece fa capo al governatore Mario Oliverio.
«Alle ore 12:38 di oggi – si legge in un comunicato di Del Barba – la commissione nazionale per il Congresso ha comunicato al presidente della commissione provinciale di Cosenza, Alessandro Porco, apposito provvedimento che dispone la chiusura del seggio di Cariati. Il provvedimento si è reso necessario in quanto il luogo utilizzato per le votazioni risultava non idoneo e differente da quello stabilito con precedente verifica. Il voto di Cariati è di conseguenza annullato e le relative schede non conteggiate».
In un nota firmata dal circolo cariatese del Pd e dal gruppo dem in consiglio comunale, evidentemente fautori del gazebo vicino al pub, si leggeva invece che «già dall’apertura del seggio per le primarie al gazebo organizzato dal circolo di Cariati sulla storica via Matteotti, parallela al lungomare, sono tanti i militanti e gli elettori del Pd che hanno voluto contribuire e rendersi protagonisti». «Cogliamo l’occasione – si leggeva ancora nella nota – per invitare ancora una volta tutti gli elettori e simpatizzanti del Partito Democratico a recarsi al gazebo per dare il proprio contributo e scegliere il segretario nazionale del nostro partito. Precisiamo, altresì, che il segretario dell’unico circolo cittadino è il dott. Emiliano Di Donna e che la federazione provinciale Pd di Cosenza, che ci ha consegnato il materiale ufficiale elettorale, era edotta dell’ubicazione del seggio in via Matteotti».
Di tutt’altro tenore le dichiarazioni del sindaco: «Volevo “complimentarmi” con i violentatori delle regole, con chi stupra il vivere civile e democratico di una comunità, con chi per squallidi giochi di potere ha impedito che una cittadina potesse partecipare alle primarie per l’elezione del segretario nazionale del Pd e dell’assemblea. Complimenti a loro se le elezioni qui a Cariati sono state annullate e se siamo stati protagonisti di una figura mediorientale di approccio al voto su scala nazionale». Secondo Filomena Greco, dunque, dopo le proteste e gli esposti la commissione nazionale aveva già deciso di istituire il seggio nella delegazione comunale e non nei pressi del pub. «Di buon mattino – continua il sindaco – mi sono recata unitamente ad altri consiglieri ed assessori al seggio del Comune. Ma era pressoché deserto, non abilitato a raccogliere il consenso nel mentre sembra che nel seggio illegittimo si procedeva a far compilare le schede. Ovviamente, e per non fornire io riconoscimento e legittimità al seggio clandestino, ho preferito non votare del tutto e con me tutte le persone perbene di Cariati. Il mio voto sarebbe andato a Renzi, anche se non è questa la notizia principale ma lo è, al contrario, le negazione di un diritto ai danni di una intera comunità. Il seggio di Cariati è stato poi annullato del tutto, come è noto, con grave danno per i cittadini, simpatizzanti ed elettori del Pd e per il probabile segretario Renzi che non ha potuto contare su questi consensi». «Per colpa dei soliti quattro amici del presidente Oliverio – continua Filomena Greco – ostinatamente cultori del seggio illegittimo presso un locale di ristorazione (e solo loro sanno perché) i cittadini di Cariati non possono esprimere il loro voto e questo nonostante la decisione della commissione nazionale e la successiva messa a disposizione del Comune del seggio. Siamo sicuri – conclude il sindaco – che tutto ciò non farà piacere a Renzi, che mi auguro sia nuovamente segretario del Pd. Gli organizzatori degli intrighi gli hanno tolto anche i voti di tanta gente perbene, che crede in lui. Farà bene la prossima volta, Renzi, a stare bene attento in Calabria a chi affidare le chiavi della “macchina”. A volte farsi rappresentare dalle persone sbagliate è persino peggio che perdere. Come ha giustamente detto Minniti a Reggio non c’è più tempo da perdere. È questo il tempo in Calabria del rinnovamento totale della classe dirigente e governante del Pd».
s. pel.
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