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Viscomi: «Io, figlio di emigrati, vedo troppi stereotipi e paure»

CATANZARO «Nel 1991 ho scritto la mia prima monografia proprio sul ruolo degli immigrati. Fu la prima monografia in ambito giuslavoristico ed è un tema sul quale dal 1991 rifletto vedendo come i rita…

Pubblicato il: 09/05/2017 – 17:21
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Viscomi: «Io, figlio di emigrati, vedo troppi stereotipi e paure»

CATANZARO «Nel 1991 ho scritto la mia prima monografia proprio sul ruolo degli immigrati. Fu la prima monografia in ambito giuslavoristico ed è un tema sul quale dal 1991 rifletto vedendo come i ritardi nella discussione pubblica hanno prodotto effetti perversi». Il libro a cui Antonio Viscomi, vicepresidente della Regione Calabria, si riferisce nel corso della conferenza organizzata dall’associazione degli ex consiglieri sul tema dell’immigrazione, lo dedicò a suo padre, «immigrato per lunghissimi anni in un Paese lontano, l’Australia, a fare il falegname» e a sua madre che «dell’emigrazione aveva conosciuto l’altra faccia, silenziosa ma non meno dolorosa». Coinvolto emotivamente nel tema delle migrazioni Viscomi confessa che l’argomento «mi fa arrabbiare non poco anche perché le cose che scrissi nel ’91 erano facilmente prevedibili e si sono realizzate». Sono tre le parole chiave che sintetizzano il pensiero del vicepresidente: governo, opportunità e identità. 

GOVERNO C’è da distinguere tra i flussi migratori programmati e quelli non programmati ai quali stiamo assistendo in questo tempo. «Ma io credo che la parola governo significa avere ben chiaro in testa cosa vogliamo fare», spiega Antonio Viscomi «e credo che una seria discussione pubblica sul fenomeno migratorio in questo Paese non c’è stata. Ho notato molta retorica dell’accoglienza, o molta retorica della paura. Ma una discussione pubblica su questi temi noi non l’abbiamo affrontata. Non l’ha affrontata l’Italia ma neanche la Regione Calabria. Perché se abbiamo un po’ meno di 100mila stranieri in questa regione è perché hanno seguito flussi autonomi e ahimè mano invisibile del mercato spesso è una mano visibilissima dei mercanti». Ma per avere un governo, puntualizza Viscomi, «bisogna avere organizzazione e idee chiare, allora il vero punto è una discussione pubblica sul ruolo e sulla presenza degli immigrati in questo Paese». Senza mezze misure il vicepresidente della Regione afferma che «di stereotipi si può morire». «Non mi accontento del fatto che in Calabria siamo accoglienti. Non mi basta essere accoglienti. Io ricorderò sempre la prima lettera pastorale di Monsignor Bregantini a Locri, si intitolava “Favorite”, perché lui era rimasto colpito da questo verbo. Ma non mi basta questo perché l’immigrazione richiede un governo pubblico, ossia regole pubbliche, che è una cosa diversa dal privato sociale, e controlli pubblici perché l’inchiesta del procuratore Spagnuolo a Cosenza che è servita svelare le cose come stanno anche sui Cas, i centri di accoglienza straordinaria, parla di quella che dovrebbe essere: un continuo e costante controllo dell’autorità pubblica sull’esercizio e sulla svendita delle risorse per l’accoglienza». 

OPPORTUNITÀ «Se l’opportunità della presenza di immigrati nel nostro Paese è che abbiamo lavoratori scarsamente qualificati e a basso costo in agricoltura e nei lavori di cura. Se l’opportunità è lo spopolamento dei piccoli comuni, o la mancata chiusura di 674 classi e licenziamento di 1500 docenti, bene… queste opportunità sono veramente opportunità molto piccole. Magari utilissime per una regione che ha una atavica fame di lavoro». «Ma sono solo queste – si chiede Viscomi – le opportunità dell’immigrazione?» «Io credo che dovremmo cominciare a ragionare con gli immigrati come interlocutori di una catena migratoria al contrario cioè di utilizzare queste presenza immigrata qui per allacciare rapporti con commerciali lì dove è possibile, perché la situazione non è facile ovunque ovviamente, sull’altra sponda del Mediterraneo». Divenire piattaforma del Mediterraneo realmente, non solo perché da Reggio a Corigliano arrivano gli sbarchi, non solo perché, come ha sottolineato anche Rosetta Scotto Lavinia, prefetto alla “Direzione centrale per le politiche dell’Immigrazione e dell’Asilo” del ministero dell’Interno, al Calabria è la seconda Regione di sbarchi dopo la Sicilia. «Essere piattaforma del Mediterraneo significa altro, lo dobbiamo costruire noi – afferma Viscomi – non aspettare che ci caschi dall’alto». «Loro sono tanti, giovani e poveri. Noi pochi, ricchi e vecchi. Allora cerchiamo di trasformare questa opportunità. Allora cerchiamo di sfruttare questa presenza anche per un rilancio della nostra azione imprenditoriale anche sull’altra sponda del Mediterraneo. Non penso alla Libia ma a tante altre realtà, come il Magreb, o allo stesso Israele. Ma su queste cose dobbiamo studiare». 

IDENTITÀ «Queste opportunità – conclude Viscomi – possiamo affrontarle se superiamo la paura». «Per affrontare la questione dell’immigrazione bisogna avere un’identità molto forte». «Io penso che la vera paura di affrontare le questioni delle migrazioni sia la paura di perdere la propria identità». Non bisogna sentirsi sfidati nella propria identità dall’immigrato. «Forse allora dovremmo scoprire la nostra identità che è fatta di storia di cultura, di sapori». Non farsi vincere dalla paura e continuare a dialogare. Solo così la Calabria potrà diventare una fertile piattaforma al centro del Mediterraneo.

I DATI DEL CENSIS In Calabria non ci sono solo gli stranieri che vengono dal Mediterraneo: in Calabria ci sono 96.889 residenti stranieri, e di questi 50.000 sono giovani con meno di 34 anni, risorse preziose in una terra che invecchia. Anche sul mercato del lavoro gli stranieri, più che “rubare” lavoro agli italiani, sembrerebbero invece svolgere quei lavori faticosi e a bassa qualifica che gli italiani non sono disponibili a fare: dei 32.000 migranti che lavorano in Calabria, quasi l’80% è occupato in agricoltura e in professioni poco qualificate, e 9.000 si dedicano a lavori di cura e di assistenza alle persone. C’è poi un ulteriore segmento di immigrati che ha fatto propria la vocazione alla piccola impresa tipicamente italiana, andando ad inserirsi soprattutto nei settori del commercio e della ristorazione: in Calabria i titolari di impresa stranieri sono 12.643, e rappresentano il 10,8% del totale degli imprenditori.

GLI SBARCHI «Quando si parla di sbarchi e di migranti l’immaginario vola alle regioni del Sud, e in particolare alle località della Sicilia, che sono state senza dubbio quelle maggiormente coinvolte dagli arrivi… eppure le coste della Calabria dal 2011 alla fine del 2016 sono state interessate da ben 707 sbarchi, per un totale di 91.540 sbarcati», è scritto nel rapporto Censis. «Nel solo anno 2016 gli sbarchi sono stati 238 e i migranti che hanno raggiunto gli approdi della Regione 31.450, pari al 17,3% del totale. Tra i migranti sbarcati in Calabria nell’ultimo anno 5.181 erano minori, 4.752 dei quali risultavano non accompagnati. Ma la Calabria non è solo impegnata negli sbarchi, ha un ruolo di primo piano anche sul versante dell’accoglienza: a fine dicembre risultavano presenti nelle strutture di prima e seconda accoglienza della Regione 7.414 migranti, pari al 4,2% del totale degli accolti in Italia, dato che è salito a 7.440 nei primi tre mesi del 2017». 

I COSTI DELL’ACCOGLIENZA «Per la Calabria nel 2016 si stima un costo complessivo per l’accoglienza pari a 74 milioni di euro, pari a circa lo 0,2% del Pil della Regione. Con questi 74 milioni di euro sono state sostenute tutte le spese dell’accoglienza dei migranti, da quelle del personale impiegato nei diversi servizi attivati all’interno delle strutture, alle altre spese quali vitto, alloggio, spese generali che, comunque, vengono effettuate sul territorio e danno lavoro ai calabresi. Del resto, la partecipazione dei sindaci della Calabria allo Sprar, che ha 97 progetti attivi e ulteriori 7 progetti già assegnati per il triennio 2017-2019, dimostra come gli amministratori locali della Calabria abbiano ben compreso l’opportunità che offrono i migranti di coniugare solidarietà e sviluppo».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

 

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