La «coscienza pulita» di Principe contro le accuse della Dda
CATANZARO Un’udienza – lunga e complessa – interamente dedicata a Sandro Principe e ai suoi presunti rapporti con la cosca Lanzino-Ruà. È durata ben quattro ore la seconda parte della requisitoria de…

CATANZARO Un’udienza – lunga e complessa – interamente dedicata a Sandro Principe e ai suoi presunti rapporti con la cosca Lanzino-Ruà. È durata ben quattro ore la seconda parte della requisitoria del pm della Dda Pierpaolo Bruni, che si è svolta martedì pomeriggio nell’aula bunker del Tribunale di Catanzaro, nel corso dell’udienza preliminare nel procedimento che vede coinvolti l’ex sottosegretario Sandro Principe, altri politici e i presunti boss arrestati nell’operazione “Sistema Rende” il 23 marzo di un anno fa. Nell’inchiesta oltre al sottosegretario furono coinvolti l’ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo, l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli (candidato alle regionali del 2014 nella lista “Oliverio presidente”, nella quale ha riportato 4.780 voti) e l’ex consigliere provinciale Pietro Ruffolo. Tra i politici arrestati c’era anche l’ex consigliere e assessore comunale Giuseppe Gagliardi. Il provvedimento restrittivo, emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro il 23 marzo del 2016, venne poi notificato in carcere a quattro elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà, Adolfo D’Ambrosio (49), Michele di Puppo (52), Francesco Patitucci (56) e Umberto di Puppo (47). E le manette scattarono pure per Marco Paolo Lento (41).
Prima della seconda parte della requisitoria del pubblico ministero, Sandro Principe ha chiesto di rilasciare dichiarazioni spontanee. Poi, la parola per quattro ore al pm Bruni che continuerà nella prossima udienza fissata per il 29 maggio.
PRINCIPE: HO SEMPRE RISPETTATO LE REGOLE L’ex sottosegretario ha chiesto al gup Carè di poter parlare. Ha ribadito di essere totalmente estraneo ai fatti contestati e di avere sempre avuto «la coscienza pulita». Ogni sua azione – ha detto – è stata sempre orientata al rispetto delle regole. E proprio per questo non avrebbe esercitato alcuna ingerenza nella vita politica e amministrativa di Rende. Principe ha già anticipato che rilascerà altre dichiarazioni spontanee nelle prossime udienze.
LA DURA REQUISITORIA DEL PM: DECIDEVA TUTTO PRINCIPE Il pm Bruni aveva annunciato di parlare per almeno tre o quattro ore e così è stato. E la sua requisitoria non è terminata ma proseguirà nella prossima udienza. La seconda “puntata” è stata interamente dedicata alla figura di Sandro Principe e ai suoi presunti rapporti con D’Ambrosio. Per quattro ore il pm ha analizzato tutta la documentazione a supporto dell’attività investigativa. Ha passato ai raggi X la sentenza della Cassazione su D’Ambrosio e poi si è soffermato sul ruolo ricoperto da Sandro Principe nella vita politica e amministrativa di Rende sia quando Principe era sindaco sia quando non lo era. Avrebbe influito e ingerito sulle scelte amministrative del Comune di oltre-Campagnano. Una ingerenza pensante e costante perché non si poteva fare nulla che Principe non voleva o non sapeva. Nel corso della precedente udienza i legali avevano chiesto il rito abbreviato per Mirabelli, Patitucci, Lento e Umberto Di Puppo. Le accuse formulate nei confronti di Principe sono di corruzione elettorale aggravata e concorso esterno in associazione per delinquere di stampo ‘ndranghetista. Per l’ex assessore regionale, i politici e Lento (considerato il trait d’union tra politici e presunti boss) furono disposti gli arresti domiciliari. Mentre per i quattro esponenti di vertice della cosca “Lanzino-Ruà”, egemone in provincia di Cosenza, era stata disposta la custodia in carcere. L’ex sottosegretario è stato sindaco di Rende, assessore e consigliere regionale della Calabria. I reati contestati a vario titolo sono concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione.
Nel collegio difensivo ci sono, tra gli altri, gli avvocati Franz Caruso, Franco Sammarco, Francesco Tenuta, Giuseppe Manna, Luigi Gullo, Cesare Badolato, Laura Gaetano, Angelo Pugliese, Gianluca Garritano, Paolo Pisano, Francesco Calabrò.
Mirella Molinaro
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