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«I diritti dei farmacisti calabresi inghiottiti dagli interessi»

Riceviamo e pubblichiamo:   Caro direttore, questa è la storia di una lunga attesa, di sogni e aspettative infrante, di lavoro promesso e svanito, di inaccettabili complicazioni burocratiche. Rigua…

Pubblicato il: 09/06/2017 – 10:04
«I diritti dei farmacisti calabresi inghiottiti dagli interessi»

Riceviamo e pubblichiamo:

 

Caro direttore,

questa è la storia di una lunga attesa, di sogni e aspettative infrante, di lavoro promesso e svanito, di inaccettabili complicazioni burocratiche. Riguarda una categoria professionale che di solito viene considerata fortunata e privilegiata, i farmacisti. Ne faccio parte e sono testimone di come l’intreccio, tipicamente italiano, di leggi e ricorsi, di deroghe, appelli e contrappelli, nella mia regione, la Calabria, diventa oppressivo. Potrei dire una beffa, se l’effetto non avesse il sapore amaro di una sconfitta cocente: i nostri diritti inghiottiti dagli interessi.
I fatti: con il decreto legge del 24 gennaio 2012 (decreto “Cresci Italia”) il governo Monti fissava un quorum unico su tutto il territorio nazionale ad una farmacia ogni 3000 abitanti. Da ciò le Regioni avrebbero dovuto approvare in tempi strettissimi la Pianta Organica e indire un concorso straordinario per soli titoli per tutte le sedi farmaceutiche neo istituite o vacanti. Qualora le Regioni non avessero rispettato i suddetti termini, il Consiglio dei ministri, avrebbe nominato un commissario ad acta per approvare la pianta organica ed espletare il concorso. Per agevolare l’occupazione il governo fece in modo che le associazioni di due o pù farmacisti in unica candidatura fosse agevolata. In effetti in tutta Italia ci fu un boom di compagini.
L’iter concorsuale doveva effettuarsi in contemporanea in tutta Italia, così non è stato. Ma questo è il meno. Cosa invece molto importante è che l’iter del bando regionale sarebbe dovuto terminare entro un anno dalla sua pubblicazione.
Il 22 gennaio del 2013 l’inizio del sogno. Finalmente la Regione Calabria pubblica il bando per l’assegnazione di 91 sedi farmaceutiche. Nel giro di un anno tutto doveva concludersi. Sono passati 3 anni e 4 mesi.
Eravamo in dirittura d’arrivo, la pubblicazione sul Burc certificava che finalmente il nostro sogno stava diventando qualcosa di reale, tangibile. Invece un altro stop. Il Tar di Catanzaro, sospendeva l’efficacia degli atti concorsuali per un ricorso. Nuovo stop fino alla trattazione nel merito fissata per il 7 giugno 2017.
La tenacia di alcuni colleghi, che hanno promosso un ricorso al Consiglio di Stato, ha portato i giudici a pronunciarsi contro la sospensiva, invitando la Regione ad assegnare celermente le sedi farmaceutiche.
Era davvero fatta, ma il colpo di teatro della Regione è eclatante. Fissa per il 7 maggio l’inizio dell’interpello, rinviandolo a pochi giorni dall’inizio per modificare in autotutela la graduatoria, al 4 giugno. Infine, storia recente, con un avviso che sa di presa in giro, comunica che per problematiche tecniche l’interpello è rinviato a data da destinarsi.
Questa è la cronistoria, caro direttore.  Questa regione piegata alle lobby e agli affarucci di qualcuno gioca con la vita, i sogni, i desideri delle persone. Quella regione, volutamente con la “r” minuscola, a guida Pd, partito in cui credo, o forse credevo, che dovrebbe tutelare tutti, non le lobby e gli amici degli amici, mi ha tarpato nuovamente le ali. Preferisce che i suoi figli migliori vadano via. La vicina  Puglia ha assegnato le sedi ed offerto un servizio alla cittadinanza. La delusione si è trasformata in frustrazione: mi sono sempre opposto al luogo comune di chi considera noi calabresi cittadini di serie B. Oggi dico che è vero, e chi ci ripaga dalla condanna di essere nati qui, dove le belle bandiere che sventolano sono solo quelle della resa?

Massimo Leporace
farmacista

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