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Villa Aurora, contributo di solidarietà per i dipendenti

REGGIO CALABRIA Dopo mesi di impasse, prima buona notizia per i lavoratori di Villa Aurora. All’esito del tavolo di conciliazione convocato in Prefettura, cui per la prima volta hanno partecipato a…

Pubblicato il: 16/06/2017 – 14:01
Villa Aurora, contributo di solidarietà per i dipendenti

REGGIO CALABRIA Dopo mesi di impasse, prima buona notizia per i lavoratori di Villa Aurora. All’esito del tavolo di conciliazione convocato in Prefettura, cui per la prima volta hanno partecipato anche gli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale dopo il sequestro della società che controlla la maggior parte delle quote della clinica, è stato deciso di erogare ai dipendenti della clinica un contributo di solidarietà. A quanto ammonti al momento non è dato sapere, perché tutto dipenderà dalle somme che il gip autorizzerà a movimentare. Di certo, nessuno perderà il posto fino all’approvazione del nuovo piano industriale. Un punto su cui tanto i rappresentanti dei lavoratori, come la parlamentare Dalila Nesci, presente all’incontro, non hanno ammesso deroghe.

PROFONDO ROSSO Per il resto, il futuro di Villa Aurora rimane un’incognita. Gli amministratori giudiziari stanno tentando di mettere ordine nel caos amministrativo e contabile della clinica e di quantificare il “buco” di bilancio. Secondo una prima stima, il rosso si aggirerebbe attorno ai 19 milioni.

IL CASO MARGIOTTA Per una cifra definitiva, si attende la consegna – «al massimo entro dieci giorni» sottolinea Nesci – del bilancio, che l’attuale amministratore, Francesco Margiotta – indagato per appropriazione indebita nell’inchiesta sul crack della clinica –  presentare e controfirmare. Dopo, dovrà dare le dimissioni. A sostituirlo dovrebbe essere un professionista, già individuato dagli amministratori giudiziari, di cui però al momento non si conosce il nome. 

BANDO EUROPEO Allo stesso modo, rimangono riservati i nomi dei potenziali acquirenti che avrebbero manifestato interesse ad acquisire la clinica. Di certo, afferma Nesci «l’eventuale acquirente dovrà essere selezionato attraverso un bando di evidenza pubblica secondo gli standard europei». Traduzione, qualsiasi offerta di acquisizione dovrà essere coerente con il patrimonio aziendale, per quanto depauperato da anni di mala gestione, e con le potenzialità della casa di cura, tuttora accreditata con il servizio sanitario nazionale. Storico punto nascite della città, negli ultimi anni Villa Aurora ha rinunciato all’accreditamento per l’ostetricia, per puntare sulla maggiormente remunerativa chirurgia.

I GIOIELLI DELLA CLINICA Una scelta poco felice, dicono oggi i conti, ma che al momento non sembra pregiudicare l’appetibilità di Villa Aurora. La perdita di produttività della casa di cura – dicono i bene informati – sarebbe dovuta alla mancanza di investimenti, ma il rapporto di convenzione con il sistema sanitario nazionale rimarrebbe uno dei principali “gioielli” che Villa Aurora porta in dote e che potrebbe far gola a un potenziale acquirente. Con un’operazione di potenziamento delle professionalità impiegate – commentano dall’interno – le perdite potrebbero essere ampiamente ripianate.

I CONTI NON TORNANO Ma c’è un ma. «Già il 22 dicembre scorso – ricorda Nesci – avevamo sollecitato la commissione per la verifica dei requisiti per l’accreditamento, e non solo di Villa Aurora, ma nessuno ha mai fatto caso alle nostre richieste». Al riguardo, la clinica reggina potrebbe avere più di un problema. Non solo perché ha smantellato in anticipo il punto nascite rispetto a quanto concordato con la struttura commissariale, ma anche perché – secondo alcune indiscrezioni – avrebbe presentato all’Asp un gran numero di fatture per prestazioni per le quali non sarebbe stata ancora accreditata.

NODI AL PETTINE Morale, in cassa potrebbero arrivare molti meno soldi del previsto. In più, solo all’esito delle verifiche contabili degli amministratori giudiziari, sarà possibile comprendere se la clinica abbia o meno il Durc – il documento unico di regolarità contributiva – in regola. E questa è una delle condizioni essenziali per mantenere l’accreditamento.

L’INCUBO FALLIMENTO Tutte questioni che però adesso non sembrano all’ordine del giorno. Allo stesso modo, i numerosi creditori sembrano aver deciso di soprassedere – quanto meno per un periodo – sul pagamento degli arretrati in attesa di una soluzione alla crisi. Una scelta dettata probabilmente dalla volontà (interessata) di non inchiodare la clinica al fallimento, che lascerebbe i creditori a bocca asciutta. «La crisi attuale era stata ampiamente annunciata dai segnali dei mesi scorsi, ma il governatore regionale Oliverio e il sindaco reggino Falcomatà sono rimasti a lungo latitanti – sottolinea Nesci che promette – Vigileremo sull’andamento della situazione, nell’interesse primario dei pazienti reggini e del personale della struttura».

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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