COSENZA Proseguono le indagini nell’inchiesta della Procura di Cosenza che, nei giorni scorsi, ha portato al sequestro di una farmacia e all’arresto di due persone per una presunta truffa al sistema sanitario nazionale. I militari del Nas – su richiesta del procuratore capo Mario Spagnuolo, dell’aggiunto Marisa Manzini e del titolare del fascicolo Giuseppe Visconti – hanno notificato un provvedimento di misura cautelare ai domiciliari a un farmacista 63enne, Antonio Verre, e al presidente di un associazione sportiva dilettantistica di ciclismo di 67anni, Aldo Tarditi, accusati di aver messo in commercio attraverso canali illeciti farmaci dopanti destinati ai ciclisti dell’associazione. Le indagini hanno evidenziato responsabilità penali a carico di altri indagati a piede libero, tra cui: un medico di base, Filippo Verre, fratello del farmacista, a cui risalgono i ricettari con cui venivano prelevati i farmaci e concretizzata la truffa al sistema sanitario che sarà sottoposto ad interrogatorio nei prossimi giorni finalizzato all’eventuale irrogazione della sospensione dall’esercizio della professione medica; una dipendente della farmacia, Franca Tarsitano, accusata di esercizio abusivo della professione sanitaria, non essendo risultata in possesso dei titoli necessari per esercitare all’interno della farmacia; due ciclisti dell’associazione Romano De Paola e Francesco Savaia, accusati di aver acquistato e utilizzato illecitamente i farmaci dopanti. Indagato anche un infermiere per il quale però la Procura non aveva chiesto misure cautelari.
Diversi i reati contestati, principalmente quello di truffa aggravata di cui dovrà rispondere il farmacista.
In questi giorni si stanno svolgendo gli interrogatori e il gip sta valutando altre posizioni. Il numero delle persone coinvolte potrebbe allargarsi. Secondo l’accusa, il farmacista, in concorso con il fratello medico Filippo Verre, in tempi diversi, avrebbe utilizzato ricette recanti la prescrizione di farmaci quali Aranesp, Longastatina, Sandostatina, Neulasta, Neorecormon, Granulokine, Igantibe, Zutectra, Azilect, Andriol, Aricept, Talavir, Janumet, Haldol Decanoas, Seroquel, Ebixa, Aliflus Diskus, Alburex Infus, Albumina Baxter, Seretide Diskus, Clexane, Forsteo. Ricette materialmente e ideologicamente false, perché intestate a pazienti inesistenti, e provenienti da medici prescrittori fittizi. Il farmacista avrebbe anche apposto ricette contraffatte il bollino di questi farmaci rimosso dalle relative confezioni; e «avrebbe spedito tali ricette materialmente e ideologicamente false alla propria farmacia.
Successivamente avrebbe richiesto all’Asp di Cosenza il rimborso del prezzo di questi farmaci solo apparentemente erogati ad assistiti del sistema sanitario nazionale, inducendo così in errore le competenti autorità sanitarie sull’effettività e regolarità della prescrizione dei farmaci, sulla loro effettiva consegna ai formali intestatari delle prescrizioni mediche redatte su ricette e, pertanto, sulla legittimità del rimborso richiesto, si procurava in tal modo l’ingiusto profitto rappresentato dal valore dei farmaci, il cui costo veniva posto a carico del Servizio sanitario nazionale, pur rimanendo gli stessi nella disponibilità del farmacista, per un ammontare complessivo pari a 818.037,47 euro, con pari danno per l’Asp di Cosenza, la quale rimborsava il prezzo dei farmaci alla Credifarma Spa, quale società mandataria e procuratrice speciale in rem propriam di Antonio Verre, per la riscossione degli importi dovuti quale corrispettivo per le prestazioni farmaceutiche erogate in favore degli assistiti».
La Credifarma Spa, a sua volta, anticipava, mensilmente, ad Antonio Verre il rimborso del prezzo dei farmaci, «fraudolentemente formate dal farmacista».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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