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Scontri e accuse, il quarto mandato di Abramo inizia col botto

CATANZARO Se il buongiorno si vede dal mattino, l’alba del consiglio comunale di Catanzaro non lascia presagire una navigazione facile per il sindaco Sergio Abramo. Giovedì pomeriggio, infatti, la …

Pubblicato il: 14/07/2017 – 10:32
Scontri e accuse, il quarto mandato di Abramo inizia col botto

CATANZARO Se il buongiorno si vede dal mattino, l’alba del consiglio comunale di Catanzaro non lascia presagire una navigazione facile per il sindaco Sergio Abramo. Giovedì pomeriggio, infatti, la prima assemblea civica in cui i nuovi consiglieri si sono insediati, ha sin da subito offerto scontri e piccati botta e risposta. Da una parte il sindaco e la sua maggioranza capitanata da Marco Polimeni e Giovanni Merante, dall’altra le opposizioni, con Nicola Fiorita, Roberto Guerriero, Sergio Costanzo ed Enzo Ciconte sugli scudi.
Già prima del fischio d’inizio, anzi prima dello scambio dei gagliardetti, la partita si è infiammata: nodo del contendere la presunta intenzione del sindaco, riportata dalla stampa e per la verità mai smentita da Abramo stesso, di voler offrire la vicepresidenza del consiglio comunale a Fiorita senza che questa scelta fosse stata discussa con l’intera opposizione.
E nonostante Fiorita stesso, più volte, avesse annunciato il rifiuto a qualsiasi carica che non fosse quella di semplice consigliere comunale, la vicenda è stata vissuta come uno sgarbo istituzionale del sindaco nei confronti dell’opposizione stessa, con Ciconte che per diversi minuti si è intrattenuto con Abramo a discutere animatamente. Lo stesso Ciconte, nel suo intervento, avrebbe poi rifiutato la proposta di sospensione dell’assemblea da parte del sindaco per discutere della vicenda in assemblea dei capigruppo, annunciando invece l’uscita dall’aula al momento del voto per il presidente e il vicepresidente.
Nato sotto il segno della discussione, il civico consesso ha proseguito sulla medesima strada. A dare fuoco alle polveri, l’intervento di Nicola Fiorita, che rivolto al sindaco Abramo ha detto: «I suoi primi passi, al contrario, sono stati tutti nella continuità di quel governicchio rattrappito e autoreferenziale che ha caratterizzato la passata consiliatura. Lei ha scelto di non modificare il costume recente che vuole la maggioranza occupare tutte le caselle e non ha offerto alla minoranza la presidenza del consiglio. Peccato, è un’occasione persa che dimostra che non è sufficiente avere le mani libere se si è abituati ad usarle sempre per prendere solo ciò che è più facile prendere. Consentitemi, a proposito, una piccola precisazione che spero di non ripetere mai più nei prossimi anni. Quando dico che sarebbe stato importante proporre alla minoranza la presidenza del consiglio dico contestualmente che io non ne sarei mai stato interessato – come non sono interessato alla vicepresidenza- , perché il mio modo di intendere la politica comporta che mai nessuna proposta produca un vantaggio personale. Lavoreremo sempre per il bene della città, mai per il nostro interesse individuale. Ha deciso, dunque, di racchiudere nel perimetro della maggioranza la scelta del Presidente del consiglio e ha deciso di presentare la sua giunta alla stampa prima che al consiglio. Mi sembra una mancanza di rispetto per questa istituzione. Mi sembra una mancanza di rispetto non solo e non tanto verso noi consiglieri ma soprattutto verso i cittadini che ci hanno votato e che votandoci ci hanno affidato il compito di rappresentarli e di portare in questa assise la loro voce. E alla stampa ha presentato una giunta assolutamente coerente con le sue scelte passate e con la sua anticipazione di volere assessori affidabili più che competenti. Lo dico con il massimo rispetto per tutte le persone chiamate ad amministrare la nostra città, Lei è stato davvero coerente con le sue anticipazioni: non ha composto un giunta di alto livello. Non c’è nessun guizzo, nessuna fantasia, nessun coraggio nelle sue scelte. Ha compiuto una piccola operazione burocratica e spartitoria che non trasmette nessuna speranza di una stagione nuova e migliore. E poi, abbiamo dovuto leggere con sconcerto che la decisione di trattenere a sé la delega del bilancio è determinata dalla circostanza che non ha commercialisti nella sua squadra. E che diamine!, venti anni di governo e non ha incontrato un commercialista da inserire in squadra? E mi dica, sindaco, dobbiamo dedurne, se questo è il criterio, che Gianpaolo Mungo è un valente atleta, che Ivan Cardamone sia un esperto di sistemi museali, che Alessandra Lobello sia una provetta marinaia e via di questo passo? Tenga pure a sé tutte le deleghe che desidera, ne siamo abituati, ma non lo faccia con motivazioni che ci rendono ridicoli in tutta la Calabria. Per queste ragioni, per la grande delusione che provocano questi suoi primi passi, pur avendo fiducia nel senso delle istituzioni del candidato prescelto dalla maggioranza alla Presidenza del consiglio, noi di Cambiavento voteremo scheda bianca».
L’attacco al sindaco è però stato percepito dalla maggioranza come un’offesa agli assessori, così la levata di scudi di Polimeni e Merante. Il primo, in predicato di essere eletto presidente del Consiglio comunale, non ha risparmiato accuse di ostruzionismo a tutta l’opposizione.
Lo stesso Abramo, piccato, ha risposto all’opposizione: «Avete dimostrato plasticamente perché non vincerete. Mai. Volete solo imporre la vostra visione ideologica, ma in maniera acritica. A te, caro Fiorita, dico che è impossibile cedere la presidenza del Consiglio alla minoranza. Non avviene in nessun Comune d’Italia. Significa mettersi nelle mani dell’opposizione. È inconcepibile. Molto più comprensibile è stato invece il discorso di Enzo Ciconte, ha fatto un ragionamento pratico. Ma il centrosinistra ritiene forse più giusto passare il mese di luglio a organizzare le votazioni per il presidente e il suo vice. Senza l’elezione degli organismi non possiamo lavorare e vorrà dire che sprecheremo soldi pubblici. Fatto di cui qualcuno si assumerà la responsabilità». 
Prima che si procedesse alla prima votazione per l’elezione del presidente del Consiglio comunale e del suo vice, dai banchi dell’opposizione sono interventi Roberto Guerriero e Sergio Costanzo: il primo, dopo aver rivendicato il lavoro fatto negli anni di opposizione assieme a due consiglieri non rieletti (Antonio Giglio che non si è ricandidato e Vincenzo Capellupo), ha sottolineato come Abramo dovrà essere il sindaco anche dell’opposizione, colui cioè che dovrà ascoltare anche le istanze provenienti da chi non ha ruoli di governo «contrariamente a quanto avvenuto nei cinque anni appena trascorsi». A Costanzo, invece, è toccato ribadire e sottolineare il significato politico delle parole di Fiorita, dopo che queste erano state «artatamente interpretate come un attacco personale agli assessori mentre Fiorita ha sottolineato l’incongruenza delle dichiarazioni del sindaco in merito alle spiegazioni sulla composizione della giunta». Poi l’affondo alla maggioranza e agli esponenti di Ap: «Avete fatto quello che avete voluto, vi siete spartiti la torta e avete i numeri per governare. Bene, fatelo, ma non date lezioni di moralità ad alcuno. Soprattutto voi di Ap che, dopo aver detto peste e corna contro Abramo, avete tirato fuori il coniglio dal cilindro, facendo pace e favorendone l’elezione. E siete una contraddizione continua essendo a sostegno di maggioranze di centrosinistra alla Provincia e alla Regione, mentre qui sostenete il centrodestra».
La seduta, infine, si è conclusa con un nulla di fatto – come prevedibile – sull’elezione del presidente del consiglio comunale e del suo vice. A Marco Polimeni, infatti, non sono bastati i 21 voti della maggioranza dal momento che per essere eletto alla prima votazione avrebbe dovuto ottenerne almeno 22.

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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