COSENZA Hanno negato ogni addebito alcuni dipendenti del Comune di Pedace, nel Cosentino, accusati di truffa aggravata perché assenteisti. Si tratta degli imputati dell’operazione “Time out”, eseguita nel 2012, nella quale è emerso che gli indagati, alcuni a tempo indeterminato e altri Lsu, uscivano dal lavoro per fare la spesa ed entravano in ufficio a orari a loro piacere perché uno timbrava per tutti. Oggi il collegio (presieduto dal giudice Enrico Di Dedda) ha ascoltato alcune dipendenti del Comune che hanno riferito di essere state sempre in ufficio e qualora le telecamere le riprendevano fuori dalla loro stanza era sempre per motivo di lavoro oppure erano uscite autorizzate. A volte – hanno riferito – c’era un malfunzionamento delle macchinette marcatempo – quelle dove passare il “cartellino” e per questo sarebbero emerse delle discrasie. Ma per l’accusa – rappresentata dal pm Giuseppe Cozzolino – ci sono anche delle immagini, realizzate con una telecamera dei carabinieri, che documentano il sistema messo in atto dagli 11 dipendenti del Comune di Pedace finiti ai domiciliari per assenteismo. Secondo l’accusa, a turno uno di loro, all’ora stabilita, utilizzava i badge della macchinetta marcatempo, posti in un ripiano, per conto degli altri colleghi. Nell’arco di un mese i carabinieri hanno monitorato l’attività dei componenti del gruppo che durante le ore di ufficio sbrigavano loro incombenze o più semplicemente rimanevano a casa. In più di una circostanza i militari hanno anche verificato le attività svolte dai dipendenti in ore di ufficio, in qualche occasione anche al di fuori del territorio comunale. Sono state le lamentele e il malcontento crescente tra i cittadini a far scattare le indagini. In totale sono state accertate 120 violazioni nell`arco di due mesi alcune delle quali compiute anche con l`utilizzo della vettura di servizio dell`ente. I dipendenti sono accusati di truffa pluriaggravata ai danni di un ente pubblico: oltre al Comune anche la Regione e l`Inps per quanto riguarda le responsabilità dei precari. In particolare il gruppo, composto anche da funzionari dell’ente, avrebbe messo in piedi un sistema di copertura reciproca attraverso l`utilizzo dei badge per falsificare orari di ingresso e di uscita. Un sistema assolutamente disconosciuto dagli imputati che hanno respinto ogni addebito. Il processo è stato aggiornato al prossimo 7 settembre.
mi. mo.
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