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«È il Pd che tiene in ostaggio il consiglio regionale»

REGGIO CALABRIA «La classica boutade ferragostana, di quelle che si giustificano solo quando il solleone picchia più implacabile». È quanto afferma, in una nota, Alessandro Nicolò, capogruppo di Fo…

Pubblicato il: 18/08/2017 – 11:07
«È il Pd che tiene in ostaggio il consiglio regionale»

REGGIO CALABRIA «La classica boutade ferragostana, di quelle che si giustificano solo quando il solleone picchia più implacabile». È quanto afferma, in una nota, Alessandro Nicolò, capogruppo di Forza Italia alla Regione in relazione «all’“affondo” del deputato Stefano Pedica della direzione del Pd, che nei giorni scorsi s’era scagliato contro il Consiglio regionale calabrese per le prolungate ferie causate dal rinvio delle sedute al prossimo 11 settembre». «L’esponente della direzione del Pd – aggiunge Nicolò – ha commesso un’imperdonabile gaffe perché avrebbe semplicemente dovuto rivolgere i suoi strali, populisti e demagogici, ai propri compagni di partito visto che il rinvio di un mese della convocazione del Consiglio calabrese è stato chiesto proprio dal capogruppo del Partito democratico e ottenuto grazie all’acquiescenza dei gruppi di maggioranza. Prima di dichiarare, avrebbe dovuto documentarsi meglio Pedica e avrebbe così scoperto che in Calabria sono proprio i suoi colleghi di partito a tenere in ostaggio il confronto politico in Assemblea regionale e la stessa vita democratica, mettendo, come abbiamo denunciato, il Consiglio in “fuorigioco” a causa dei continui conflitti interni, vere e proprie guerre intestine, che hanno reso impossibile il rinnovo dell’ufficio di presidenza dell’Assemblea, abbondantemente scaduto ormai da due mesi». «Se Pedica vuol rendere un servizio utile alla politica ed alle istituzioni della Calabria – sostiene ancora Nicolò – allora farebbe molto meglio a convocare in direzione nazionale del Pd i vertici calabresi del suo partito e chiedere perche’ non sono piu’ capaci di garantire l’agibilità democratica dell’Assemblea e il fondamentale rapporto istituzionale che lega parlamento regionale e governo nell’interesse della democrazia e dei cittadini. Invece, come abbiamo rilevato più volte, si ripercorrono le più vecchie, logore strade della politica dei tempi andati, facendo pagare alle istituzioni i problemi interni alla maggioranza. Pedica, forse, allora finirà con lo scoprire quello che i calabresi hanno purtroppo constatato da tempo, cioè che nella regione più disastrata d’Italia sul piano socio-economico e occupazionale, chi è chiamato a dare risposte arranca sempre più affannosamente nella giunta e nella stessa maggioranza regionale, dimostrando l’incapacità già emersa nei due anni e mezzo di governo e che ora, accentuata più che mai, offusca la seconda fase della legislatura. Vuol fare sul serio, oltre le chiacchiere, Pedica? Allora avvii un’indagine interna al Pd. Per fare chiarezza. Per scoprire come mai, di fronte alle cifre drammatiche degli ultimi rapporti statistici che segnalano per la Calabria una distanza abissale dalle realtà del Centro-Nord e un progressivo distacco persino dalle altre regioni del Mezzogiorno, qui si assiste alla mortificazione delle istituzioni democratiche, piegate e umiliate in vista di vaghe prospettive di disponibilità di nuove “caselle”, ovvero poltrone, incarichi e gestione di risorse, da misurare col bilancino delle compensazioni per tentare così di rifornire di ossigeno un’asfittica, boccheggiante esperienza di governo regionale».

LA REPLICA: IL PD FACCIA CHIAREZZA «La politica non è nata per difendere la politica. Il suo compito non è quello di difendere se stessa, ma i cittadini. Dire che un’istituzione non può permettersi di fare quasi due mesi e mezzo di ferie, non significa fare gaffe o demagogia. La vera gaffe la fa chi pensa solo e sempre ai partiti, dimenticando che prima di tutto vengono gli interessi dei cittadini». Così Pedica replica alle dichiarazioni di Nicolò. «Alimentare lo scontro tra partiti e fare l’eterno scaricabarile – prosegue – non portano da nessuna parte e, soprattutto, non aiutano la Calabria a uscire dalla situazione di stallo. A Nicolò dico non fossilizzarsi troppo sulle polemiche politiche e sulla facile demagogia. Al Pd, invece, dico di fare chiarezza al suo interno e di pensare che abbiamo un dovere nei confronti dei nostri elettori: dare il buon esempio, lavorando a testa bassa per la comunità».

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