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Il vescovo di Locri: evitare l'isolamento del Santuario di Polsi

SAN LUCA (REGGIO CALABRIA) «Il problema più delicato è liberare Polsi dal suo isolamento. Da più parti è stato osservato e scritto sui giornali che il territorio di Polsi è stato un territorio molto…

Pubblicato il: 02/09/2017 – 17:15
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Il vescovo di Locri: evitare l'isolamento del Santuario di Polsi

SAN LUCA (REGGIO CALABRIA) «Il problema più delicato è liberare Polsi dal suo isolamento. Da più parti è stato osservato e scritto sui giornali che il territorio di Polsi è stato un territorio molto frequentato dalla ‘ndrangheta. Pochi hanno pensato che ciò fosse favorito proprio dall’impraticabilità del luogo». A dirlo è stato il vescovo di Locri-Gerace monsignor Francesco Oliva nell’omelia in occasione della festa della Madonna della Montagna celebrata nel santuario di Polsi, nel cuore dell’Aspromonte, indicato in diverse inchieste della magistratura come luogo d’incontro, proprio in concomitanza della festa, delle cosche di ‘ndrangheta per decidere di affari e strategie. «Una cosa – ha aggiunto – mi sembra scontata: l’isolamento di un territorio favorisce le attività della criminalità. La storia insegna che laddove lo Stato non fa sentire la sua presenza attraverso interventi importanti, servizi ed opere di sviluppo del territorio, la mafia e’ sempre presente e comanda al suo posto. Allora la prima urgenza (e su questo mi sembra di cogliere una convergenza tra le istituzioni, dopo la visita al santuario del ministro dell’Interno Marco Minniti) è liberare Polsi dal suo stato di isolamento. Dando priorità alla realizzazione di una nuova strada o alla sistemazione al meglio di quelle esistenti attraverso un intervento importante». «Come Chiesa – ha detto poi monsignor Oliva – stiamo cercando di fare del nostro meglio per tenere lontana la ‘ndrangheta. Abbiamo scelto la via del dialogo con le istituzioni civili per perseguire questo obiettivo e non ci tiriamo indietro per quanto ci compete sul piano formativo. Ed in questo sento anche il bisogno di ringraziare i vescovi che mi hanno preceduto. Il nostro è stato un territorio macchiato di sangue. Non si può dimenticare la situazione della Locride al tempo dei sequestri, delle faide. Da allora tanto è cambiato, grazie anche all’azione delle forze dell’ordine che hanno pagato un grande tributo di sangue. Così come l’ha pagato la Chiesa. Il mio pensiero va a don Giuseppe Giovinazzo vice-superiore del santuario di Polsi trucidato in un agguato di stampo mafioso l’1 giugno 1989». «Chi viene in questo Santuario – ha detto il Presule – chiede e riceve il perdono. Personalmente ancora una volta sento il bisogno di chiedere perdono al Signore per tutti coloro che con le loro azioni criminali hanno profanato l’immagine ed i simboli religiosi del nostro Santuario, che mescolano la vergogna del crimine alla sacralita’ dell’immagine della Madre del Buon Pastore. Il Vangelo ci fa pensare che il Santuario di Polsi è un talento inestimabile. Ci è stato consegnato non per lasciarlo morire o diventare “il santuario della ‘ndrangheta”, per usare un’espressione usata e abusata dalla stampa. È un dono prezioso, uno spazio da vivere e abitare». 
«Il nostro impegno è quello di rendere accessibile questo luogo di fede perché, attraverso questa opera, lanceremo al mondo un segnale concreto, che è quello di una Calabria che vuole cambiare e sta cambiando e nella quale non ci sono più luoghi inaccessibili o difficilmente accessibili dove le organizzazioni ‘ndranghetistiche possano agire indisturbate». Lo ha detto il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, portando il suo saluto alle autorità civili, politiche e religiose e ai tantissimi cittadini, provenienti da ogni parte della Calabria e oltre, che oggi hanno partecipato alla festeggiamenti conclusivi della Santa Vergine della Montagna al di Polsi, in Aspromonte. «Lo vogliamo fare – ha aggiunto – anche perché la bellezza di questo santuario e le bellezze che lo circondano possano essere pienamente godute e fruite da tutti. Da subito cominceremo a realizzare i collegamenti di comunicazione minimale, facendo in modo che anche da questo luogo si possa accedere ai nuovi mezzi informatici e alle nuove tecnologie per collegare, così’, anche questo luogo con il resto del mondo. Oggi sono venuto con piacere al Santuario di Polsi e ne ho tratto un ulteriore insegnamento e, cioè, che dobbiamo avere più fiducia in noi stessi, che bisogna lavorare animati dalla fiducia in noi stessi perché anche in questa terra, che ha bellezze e luoghi incantevoli e straordinari, si possano realizzare traguardi di crescita, di riscatto e di benessere. Dobbiamo lavorare in questa direzione animati da questa fiducia». «Il santuario di Polsi, questo importante riferimento per i calabresi – ha concluso il presidente della Giunta regionale – deve diventare il luogo da cui si sprigiona l’energia che deve spingerci a lavorare e ad impegnarci perché gli obiettivi di riscatto e di crescita si realizzino. La Calabria è una terra che deve esprimere tutte le sue grandi potenzialità per consentire, innanzitutto, ai nostri giovani e alle nostre ragazze di costruire qui, nella loro terra, il loro futuro. Questo è l’impegno che oggi vogliamo assumere qui. Questa nostra terra ha urgente bisogno e necessita’ di lavorare in questa direzione. Noi ci impegniamo a farlo, senza risparmio di lavoro, sacrifici ed energie». 

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