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Vanda e Wanda sospese tra dramma e ironia – VIDEO

CATANZARO Chi è Vanda Jordan? La svampita, sboccata, insicura e frivola giovane che si presenta con quattro ore di ritardo davanti al regista Valter Malosti per l’ennesimo provino in cui non ripone…

Pubblicato il: 15/01/2018 – 9:41
Vanda e Wanda sospese tra dramma e ironia – VIDEO

CATANZARO Chi è Vanda Jordan? La svampita, sboccata, insicura e frivola giovane che si presenta con quattro ore di ritardo davanti al regista Valter Malosti per l’ennesimo provino in cui non ripone alcuna speranza? O l’affascinante, sensuale e profonda donna in cui è capace di trasformarsi appena indossati i panni di Wanda von Dunajev durante il provino?
Le domande sono quelle che si è posto il pubblico catanzarese che al Politeama ha assistito a “Venere in Pelliccia”, lo spettacolo portato anche sul grande schermo da Roman Polanski e nato dall’omonimo romanzo erotico di Leopold Sacher-Masoch. Sul palco, a recitare nei panni dell’attrice dal duplice volto sull’adattamento del testo originale di David Ives, Sabrina Impacciatore la cui interpretazione ha strappato applausi da un pubblico coinvolto e attento. Pubblico che, sebbene non fosse numeroso come ci si sarebbe potuto aspettare, ha dimostrato di aver gradito interpretazione e messaggi di uno spettacolo sapientemente ironico e per nulla banale.
È singolare come, proprio da un testo del 1870, riadattato per il teatro nel 1950, arrivino spunti di riflessioni attuali e contemporanei sulla condizione della donna in un mondo sostanzialmente maschilista. Il continuo “dentro-fuori” tra gli attori sul palco che ora sono i protagonisti del romanzo, ora sono di nuovo regista e aspirante attrice protagonista, porta a galla la latente misoginia del regista, solo accennata proprio in apertura di spettacolo. E sarà proprio questo aspetto a indurre Vanda a diventare Wanda anche “fuori dal personaggio”, tanto da portare le due storie, quella del romanzo e quella dei due attori sul palco, se non a fondersi almeno a percorrere la medesima strada.
Uno spettacolo continuamente sospeso tra l’ironia e il dramma, confezionato in un’abile e coinvolgente regia, in cui il valore aggiunto è senza dubbio la presenza di Sabrina Impacciatore, perfettamente a suo agio tra le diverse sfaccettature di Vanda e di Wanda. Uno spettacolo in cui, forse, Catanzaro avrebbe potuto (e dovuto) credere di più.

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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