Ultimo aggiornamento alle 13:04
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

I fondi del canile sui conti personali, 4 denunce a Reggio

Il provvedimento ha riguardato l’ex presidente delle Lega nazionale per la difesa del cane, Rosa Rogolino e i tre figli. Oltre 100mila euro i soldi pubblici sottratti. La struttura era già stata se…

Pubblicato il: 31/05/2018 – 10:27
I fondi del canile sui conti personali, 4 denunce a Reggio

REGGIO CALABRIA Fondi destinati al mantenimento dei cani girati sui propri conti personali e su quelli dei figli e destinati a spese ben diverse da quelle necessarie per la cura degli animali. Malversazioni continuate e reiterate che hanno portato alla sottrazione di oltre 100mila euro di fondi pubblici destinati ai cani randagi e diventati tesoretto personale. È sulla base di queste accuse, fondate e comprovate secondo gli inquirenti, che il gip Domenico Santoro ha disposto l’obbligo di dimora per Rosa Rogolino, settantunenne ex presidente della Lega nazionale per la difesa del cane di Reggio Calabria. Su richiesta del procuratore aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Gianluca Gelso, il gip ha contestualmente disposto il sequestro di beni a lei riconducibili per un valore di 104mila euro, pari alla somma negli anni sottratta alla gestione del canile. Ufficialmente impegnata nel recupero di cani randagi o abbandonati, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri forestali, Rogolino avrebbe usato il canile privato che gestiva come sezione reggina della Lega del cane come veicolo di autofinanziamento per sé e per la sua famiglia. Per questo motivo, insieme alla donna sono indagati anche i tre figli, G.R. di anni 36, G.A. di anni 46 e G.F. di anni 47, tutti di destinatari di «un continuo e ingiustificato esborso di cospicue somme di denaro» per l’apparente acquisto di beni e servizi, spesso dai nomi fantasiosi, da utilizzare per il mantenimento del canile e di cui invece non è stata trovata traccia nella documentazione fiscale.
Del tutto diverso il trattamento riservato ai cani, denutriti, non curati adeguatamente e costretti a vivere in gabbie sporche e troppo piccole e in generale in una struttura del tutto irrispettosa della normativa regionale e nazionale in materia di tutela degli animali. Tutti elementi sulla base dei quali già due anni fa il canile era stato messo sotto sequestro, tra le proteste degli attivisti e della presidente, che per lungo tempo ha ignorato il provvedimento, scagliandosi contro il personale intervenuto per eseguirlo e rompendo i sigilli che erano stati apposti alla struttura. Per questo motivo, a Rogolino sono stati contestati anche i reati di oltraggio a pubblico ufficiale e violazione dei sigilli di area sequestrata, nonché di diffamazione e minacce rivolte nei confronti di un’altra indagata, e maltrattamento animali. Accuse del tutto infondate e strumentali a detta dell’ex presidente dell’associazione animalista. Per Rogolino – che per mesi ha dato il via ad una vera campagna contro il sequestro sulla stampa locale e sui social – il provvedimento emesso nei suoi confronti sarebbe stato del tutto ingiustificato, gli animali da lei gestiti mai sarebbero stati maltrattati, mal alimentati o costretti a vivere in cattive condizioni igienico sanitarie. Tuttavia, proprio per le pessime condizioni in cui si trovavano gli animali, l’Asp ha di recente emesso un provvedimento di revoca delle autorizzazioni sanitarie a suo tempo rilasciate ed anche il direttivo nazionale della Lega del cane ha preso le distanze dalla sua sezione reggina. In seguito ad allarmate e gravissime segnalazioni sullo stato in cui versavano alcuni cani ospitati, in evidente stato di malnutrizione e con patologie non curate adeguatamente, il direttivo – ha comunicato con una nota ufficiale – «ha inviato una delegazione a verificare la situazione». Dal sopralluogo, condotto dal personale Asp – custode giudiziario a seguito del sequestro – e da carabinieri forestali, avrebbe fatto emergere «elementi tali da rafforzare le preoccupazioni di Lndc in merito alle segnalazioni ricevute». Circostanze che insieme a «diverse irregolarità statutarie e di gestione dei fondi raccolti» hanno portato Lega nazionale per la difesa del cane a procedere con la chiusura della Sezione di Reggio Calabria. Da circa un mese, sono state avviate le procedure di sgombero dei cani ospitati nella struttura di Campo Calabro, dai chip, risultati per la maggior parte riconducibili alle amministrazioni comunali convenzionate con la struttura, a privati, ai volontari reggini dell’ex sezione della Lega nazionale del Cane o in generale all’associazione animalista. Con la collaborazione ed il supporto del direttivo nazionale di quest’ultima, gli animali sono in via di trasferimento in altre più consone strutture. L’indagine però – fanno sapere dalla Procura – prosegue. Al vaglio degli inquirenti ci sarebbero anche le posizioni di altri soggetti che nel corso del tempo sono stati coinvolti nella vicenda.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x