LAMEZIA TERME Può Di Maio lasciar con un palmo di naso una regione che ha rinforzato il suo esercito con un contingente di ben 18 parlamentari? E può Salvini ignorare le istanze del territorio in cui è stato eletto e che, nella legislatura appena passata, schierava un ministro (Minniti) e due sottosegretari (Gentile e Bianchi)?
La delegazione parlamentare calabrese che sostiene il governo Conte non smette di porsi queste domande, senza ricevere finora risposte certe. Le indiscrezioni sulla futura squadra di viceministri e di sottosegretari, questo è sicuro, per il momento non contemplano presenze calabresi.
Dopo la lunga gestazione dell’esecutivo, M5S e Lega hanno infatti trovato l’intesa per riempire le 43 caselle del cosiddetto sottogoverno, composto da 8 viceministri e 35 sottosegretari. L’accordo tra Di Maio e Salvini prevede questa ripartizione: 20 sottosegretari e 5 vice per i pentastellati, 15 e 3 per il Carroccio. Stabilite le percentuali, sulla scorta del voto del 4 marzo, non resta che individuare le personalità più adatte per affiancare i nuovi ministri. È probabile che le nomine arriveranno dopo il G7 in Canada, che si svolgerà l’8 e il 9 giugno.
Il totonomi, tuttavia, per adesso taglia fuori tutti i parlamentari calabresi. Per il ministero dell’Economia, ad esempio, i favoriti per la poltrona di sottosegretario sono i leghisti Stefano Garavaglia e Alberto Bagnai, mentre il vice dovrebbe essere la pentastellata Laura Castelli. Per lo Sviluppo economico in campo ci sono Stefano Buffagni (M5S) e Armando Siri (Lega); per Giustizia e Affari regionali i leghisti Nicola Molteni e Alessandro Giglio Vigna; per Esteri e Infrastrutture i grillini Emanuela Del Re e Lorenzo Fioramonti.
Nessun eletto in Calabria, dunque. Fuori dai giochi anche il senatore Nicola Morra, inizialmente indicato come possibile sottosegretario all’Istruzione. Il prof di Cosenza, tuttavia, al momento è uno dei favoriti per la poltrona di presidente della Commissione Antimafia, a cui aspira anche il dem Franco Mirabelli.
La girandola di nomi è comunque appena iniziata e non è detto che non ci siano sorprese. Il criterio stabilito dai vertici del Movimento è quello di valorizzare soprattutto i parlamentari al secondo mandato. E quindi, a queste latitudini, potrebbero ancora avere diverse carte da giocare le deputate Federica Dieni (Interno? Pubblica amministrazione?) e Dalila Nesci (ministero per il Sud?).
Quanto alla Lega, l’unico deputato eletto, Domenico Furgiuele, non sembra avere il vento in poppa per un incarico di prestigio. A Reggio, invece, il gruppo che faceva capo all’ex governatore Peppe Scopelliti, oggi in carcere, continua a sperare nel “ripescaggio” di Tilde Minasi, che non ha conquistato un posto al Senato proprio per via dell’elezione in Calabria di Salvini. Pare che il neo ministro dell’Interno, nei giorni successivi al 4 marzo, abbia paventato ai leghisti reggini una sorta di “compensazione” con la nomina a sottosegretario dell’ex consigliera regionale. Salvini accontenterà i suoi sostenitori in riva allo Stretto?
Se i parlamentari di maggioranza non sorridono, figuriamoci quelli del Pd e di Forza Italia. I ruoli destinati alla minoranza sono già tutti occupati e, manco a dirlo, tra i designati non c’è nessun calabrese. La presidenza del Copasir – l’organo di controllo sui servizi segreti – dovrebbe andare al dem Lorenzo Guerini, mentre per la Vigilanza Rai è ballottaggio tra gli azzurri Maurizio Gasparri e Paolo Romani.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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