«Manovre nel centrodestra per succedere ad Oliverio»

La notte dei lunghi coltelli è di là da venire e già si affilano le armi per l’ultimo assalto. Una parte del mondo politico calabrese ha già conquistato la “trincea” da dove guarda alla primavera prossima quando si andrà alle urne per eleggere il presidente della Regione e il Consiglio.
Gli interessi sottaciuti rappresentano la vera essenza dei motivi per i quali le truppe si preparano per la battaglia finale sperando di farla propria; si tratta di quella decisiva che non riguarda Mowgli (il piccolo cucciolo di uomo cresciuto nella giungla) ma delle operazioni per definire le candidature. Un conflitto fatto di lotte, sgambetti e accordi sottobanco destinati inevitabilmente a lasciare strascichi rancorosi.
Già oggi sui quotidiani si lasciano intuire dissapori tra probabili candidati e tra i supporters di ciascuno. Nulla di nuovo; la storia si ripete anche se i personaggi cambiano. E, come spesso accade, arrivano anche le affermazioni e le smentite che invece di diradare le nubi producono l’effetto di addensarle tanto da prevedere pioggia a dispetto dell’estate che bussa alle porte. Nessuna meraviglia se si considera che sono proprio i temporali estivi quelli più intensi e impetuosi. Il rischio è che i contendenti si possano trovare con le polveri bagnate nel momento di aprire il fuoco. Non è da escludere che sia proprio questo il motivo che ha indotto qualcuno a voler “chiarire” la vicenda. E alla fine è prevalsa solo una parola d’ordine: stiamo discutendo.
Erano stati i parlamentari catanzaresi Bianca Laura Granato e Giuseppe D’Ippolito ad accendere i riflettori sulle “manovre” di Forza Italia individuando in Piero Aiello, tirato fuori dal cilindro da Domenico Tallini, il candidato a governatore della Calabria. Dopotutto l’ex senatore era ed è un leader di Forza Italia, influente e in debito di riconoscenza dopo l’inattesa “bocciatura” alle politiche dello scorso 4 marzo. Ad Aiello, d’altronde, il partito deve molto per essersi speso a sostegno di tante operazioni condotte nella regione e a Catanzaro, a cominciare dall’elezione di Abramo a sindaco e di alcuni consiglieri comunali. Si vuole che sia stato proprio questo il motivo delle dichiarazioni con le quali ha tentato di coprire con un velo la scelta fatta. Abramo probabilmente ha inteso prendere tempo per poter verificare il peso della indicazione emersa e, nel caso, poter partecipare “urbi et orbi” la sua candidatura a governatore della Calabria. Un obiettivo antico che lascia supporre che egli non abbia ancora digerito l’ipotesi di fare un passo di lato fingendo di non sapere che anche una sua eventuale candidatura al Senato (al posto di Aiello) potrebbe riservargli qualche boccone amaro proprio per le tante accuse di malamministrazione che continuano a piovere su di lui.
C’è poi, aspetto tutt’altro che secondario, da attendere le decisioni che saranno prese dai “forzisti” a Cosenza. Dalla città dei Bruzi insistono col chiedere la candidatura di Mario Occhiuto, sindaco di quella città e fratello di Roberto, deputato e vicecapogruppo alla Camera di Forza Italia. A lui il partito difficilmente potrà giocare un tiro mancino e mettere il congiunto in fuorigioco per la corsa alla successione di Mario Oliverio a “Palazzo degli Itali”.
Naturalmente sono illazioni, congetture destinate a cambiare chissà ancora quante volte. La partita elettorale è tutta da giocare e, aspirazioni personali a parte, si giocherà fra tutti i pretendenti, agguerriti più che mai per aggiudicarsi il successo.

*giornalista