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Protezione civile, «a gestire le emergenze personale senza requisiti»

La CSA-Cisal critica la riorganizzazione disposta da Tansi. «Nella Sala operativa 5 dipendenti non laureati e 3 esperti di discipline giuridiche»

Pubblicato il: 02/07/2018 – 12:39
Protezione civile, «a gestire le emergenze personale senza requisiti»

CATANZARO «I miti alla prova della forma, della sostanza e della realtà. Sarebbe una bella favola da raccontare in maniera spensierata – esordisce il sindacato CSA-Cisal – se non fosse che in ballo c’è il corretto funzionamento di uno dei più importanti meccanismi a tutela dell’incolumità e sicurezza dei calabresi». E inizia a riepilogare una storia che parte da un addio: «Quando, circa tre mesi fa, il coordinatore “Emergenze”, nonché responsabile della Sala operativa regionale di Protezione Civile, Paolo Cappadona, si è dimesso mettendo in risalto motivazioni tecniche rilevanti, qualche dubbio sulla tanto decantata efficienza del sistema e sul modello organizzativo all’avanguardia che il dirigente Carlo Tansi non perde occasione di promuovere sui mezzi di informazione, a dire la verità ci era venuto. Poi, però, nel considerare il silenzio e l’inerzia della complessa macchina amministrativa regionale su una vicenda così delicata, è prevalsa la convinzione ormai diffusa sia tra gli addetti ai lavori che in generale nella opinione pubblica: Carlo Tansi sarà pure un dirigente regionale atipico, insofferente ai vincoli della burocrazia, sempre sopra le righe con le sue continue esternazioni pubbliche, ma sulla sua competenza tecnica non si può discutere». 
«E tutto comunque superabile – continua il sindacato – dall’affermazione che si tratta “dell’uomo giusto al posto giusto”, come in molti amano definirlo. E così anche noi del sindacato CSA-Cisal, come gli altri, avevamo derubricato quell’episodio a dissidi interni e questioni personali. Ma le situazioni evolvono». 
«A smentirci – dichiara il sindacato – è infatti arrivata la disposizione di servizio Prot. 224484 del 27 giugno scorso (giusto qualche giorno fa), vergata dallo stesso Tansi che, nelle intenzioni avrebbe dovuto essere la classica “pezza a colori”, per altro tardiva (sono passati circa tre mesi), finalizzata a sanare proprio quelle criticità rilevate da Cappadona all’atto delle sue dimissioni. Peccato che l’atto – rivela il sindacato – nei suoi contenuti apre uno scenario a dir poco allarmante sull’efficienza ed operatività del sistema di Protezione civile regionale e pone dei legittimi dubbi sulle competenze di chi è chiamato a gestire un settore con tale rilevanza strategica. Ma andiamo con ordine, facendo un passo indietro per capire meglio il perché».
«La principale motivazione indicata ufficialmente da Cappadona nel rassegnare le sue dimissioni è stata la “mancata attuazione della turnazione e reperibilità finalizzata a garantire la continuità della funzione di coordinatore tecnico della Sala Operativa Regionale Unificata”. In pratica (e semplificando) Cappadona rilevava che a seguito della entrata in vigore della nuova “Direttiva Allerta Meteo”, e delle conseguenti nuove procedure di organizzazione e funzionamento della sala operativa regionale, nel caso di previsione di eventi meteo estremi (codici Arancione e Rosso – fasi operative di pre-allarme ed allarme) o di eventi in corso rilevati dalla rete pluviometrica (superamento soglie di livello 2 e 3) doveva essere garantita la presenza fisica del coordinatore tecnico nella Sala Operativa per assumere le decisioni del caso. La mancata istituzione di turnazione e reperibilità per un congruo numero di funzionari dotati delle necessarie competenze specialistiche per assolvere a tale ruolo – afferma il sindacato – di fatto rendeva inefficace il modello organizzativo approvato. Tutto rimaneva sulla carta e così eventi estremi, come quelli descritti, non erano gestibili dalla catena di comando prefigurata dalla nuova direttiva. Un’inerzia di per sé intollerabile».
Ma cosa stabilisce la recente disposizione di Tansi, cioè quella che il sindacato considera una «pezza a colori»?
«La disposizione – spiega la CSA-Cisal – istituisce un gruppo di supporto per le attività di Sala operativa richiamando proprio le nuove procedure approvate a seguito della entrata in vigore della nuova direttiva allerta meteo.
E fin qui un passo avanti, ma scavando più a fondo c’è qualcosa che non torna». Il sindacato «è venuto a conoscenza che per tali delicate attività, con la disposizione di Tansi vengono individuati 12 dipendenti funzionari/istruttori di cui, tuttavia, 5 non laureati e 3 laureati in discipline giuridiche e che svolgono compiti e mansioni di tipo amministrativo all’interno della Uoa Protezione Civile. La selezione delle figure in questo contesto, più di altri casi, non può essere un aspetto di poco conto. Servono competenze specifiche e altamente specialistiche – evidenzia il sindacato – oltre a una buona dose di esperienza. È come dire, tanto per usare una metafora cara al capo della Protezione civile regionale, che a coordinare le attività di un pronto soccorso ospedaliero nel corso di una situazione emergenziale fosse chiamato un infermiere specializzato».

«E mettendo da parte l’arte dell’adattarsi – continua il sindacato –, in ogni caso la costituzione del gruppo, così come individuato, è in palese contrasto con le nuove procedure per il funzionamento della Sala operativa regionale unificata (Soru) che per tale ruolo prevedono espressamente un “funzionario laureato con conoscenze tecniche di tipo altamente specialistico”. Noi, in qualità di sindacato, tuteliamo tutti i lavoratori, ma al contempo salvaguardiamo il corretto impiego delle professionalità necessarie a ricoprire i diversi ruoli. Ma al di là della composizione del gruppo, l’elemento di vera preoccupazione, che lascia sconcertati per la lettura superficiale ed approssimativa della stessa “Direttiva Allertamento Meteo”, risiede nelle funzioni che vengono attribuite allo stesso».
«Il Sistema di allertamento meteo – continua la nota – infatti è costruito ovviamente in chiave di prevenzione. E la presenza fisica del coordinatore tecnico in sala operativa è richiesta, in caso di allertamento per previsioni avverse o per superamento soglie per piogge in corso, prima che gli eventi calamitosi accadano, per testare l’efficienza e la capacità di risposta del sistema, per monitorare e gestire i flussi di informazione. Insomma per prepararsi nel migliore dei modi ad affrontare l’emergenza. E non certo quando l’emergenza si è già verificata, come invece lascia intendere la disposizione di servizio prot. 224484 del 27 giugno scorso, vergata dallo stesso Dott. Carlo Tansi».
«Forma e sostanza – continua la CSA-Cisal – sono stati accantonati in poche righe che dovevano essere un correttivo ad un’inerzia pregressa, ma che rischiano di far aprire una falla. Non possiamo che rilevare come la maggior parte del personale individuato dal dirigente non possieda i requisiti previsti dalla direttiva in materia, così come l’indicazione delle funzioni del gruppo è tutt’altro che aderente con l’obiettivo della prevenzione dai grandi rischi legati ad eventi estremi».

«Alla luce di tutto questo – prosegue la nota –, come sindacato CSA-Cisal riteniamo che per Carlo Tansi, forse, sia più che lecito rivedere l’assioma di dirigente tecnicamente validissimo ma poco incline al rispetto delle regole amministrative (e riconoscere forse che questo non sia il suo difetto principale). In questo caso, non si può non denunciare scelte basate sull’improvvisazione e condite da pressappochismo. Questo provvedimento non quadra e noi del sindacato CSA-Cisal non possiamo che denunciarne le gravi imperfezioni perché la posta in palio è la sicurezza dei cittadini. La Calabria, che in passato ha conosciuto purtroppo lutti e distruzioni per la sua elevata esposizione a tutti i tipi di rischi naturali, meriterebbe ben altri livelli di organizzazione ed efficienza». 
«Ci piacerebbe sapere a questo punto – chiosa infine il sindacato – cosa ne pensa il presidente Oliverio anche per informarlo (se qualcuno non lo ha già fatto, ma a questo punto ne dubitiamo) che ai sensi del Nuovo codice della Protezione Civile (D.Lgs. n. 1/2018) lui, in quanto presidente della Regione, è individuato quale “Autorità Territoriale di Protezione Civile” con tutto il carico di responsabilità civili e penali che tale status comporta».

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