Il patrimonio sprecato delle Asp calabresi – VIDEO
Il dossier di Guccione: «Dati drammatici. I privati portano via i beni grazie all’usucapione». Contratti fittizi e orali nella giungla della sanità che dimentica i propri immobili e spende 6 milioni…

I NUMERI DEL DOSSIER Dai documenti, inoltre, nella stragrande maggioranza dei casi non si rilevano dati sui contratti di fitto e non emerge nulla circa la data di stipula e di scadenza, la clausola del rinnovo e l’adeguamento del canone, la loro destinazione urbanistica. «È la dimostrazione della gestione poco oculata del patrimonio. L’Azienda Sanitaria di Vibo Valentia – sottolinea Guccione – negli atti mette nero su bianco che “Non esiste un contratto” per un terreno in località Rombiolo di 45mila metri quadri il cui canone di fitto annuo (inesistente) è di 50,40 euro». C’è poi un terreno dell’Azienda ospedaliera di Cosenza il cui contratto risulta scaduto nel 1926 e il canone di fitto annuo è inferiore a 23 euro. «Dai dati della ricognizione immobiliare – afferma il consigliere regionale – risulta una scarsa utilizzazione del patrimonio pubblico con beni che non producono alcun reddito o un introito irrisorio, quasi inesistente». I fabbricati dell’Azienda Sanitaria di Catanzaro concessi in locazione hanno un canone di fitto pari a zero, ma il valore di bilancio di questi immobili è di 4.886.941,42 euro. Diversi conduttori degli immobili risultano inadempienti. Dai documenti dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza si rileva che i contratti di locazione, laddove riscontrati, risultano tutti scaduti. Nulla è scritto, ad esempio, in merito al contratto di locazione della Banca nei pressi del nosocomio; invece il contratto dei fabbricati concessi in locazione nel Comune di Cosenza risultano scaduti negli anni 90. Per quanto riguarda i fabbricati in possesso dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, i contratti di locazione sono dichiarati tutti scaduti (ad eccezione di un solo caso) tra il 1958 e il 1973 e gli affittuari, nonostante i canoni esigui, risultano, anche in questo caso, inadempienti. C’è anche chi non ha pagato un fitto annuo di 2,47 euro per un fabbricato di 50 metri quadri, il cui contratto è scaduto nel 1958. Contratti scaduti e canoni non pagati anche per i terreni dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria. C’è chi avrebbe dovuto pagare 12 euro annui per un terreno di oltre 20mila metri quadri (contratto stipulato nel 1933), ma ad oggi risulta inadempiente.
IL PARADOSSO DELLE ASP Nonostante il patrimonio, immobiliare e non, con cifre a sei zeri, le Aziende sanitarie calabresi, da sempre stipulano contratti di locazione per l’esercizio delle loro attività. Questo produce un buco nelle casse che viste le cifre con cui le stesse aziende danno in fitto i propri immobili le entrate non pareggiano le uscite. «La situazione calabrese è paradossale – conclude Guccione –, spendiamo in un anno 6 milioni di fitti passivi e ne incassiamo 900mila di fitti attivi. A questo punto non mi sento di escludere che in determinati immobili abbia potuto avere interessi anche la criminalità organizzata, il plusvalore che si genera è elevatissimo».Michele Presta m.presta@corrierecal.it