LAMEZIA TERME Le attività della Procura di Lamezia Terme, dati statistici alla mano, dal 2016 sono triplicate. Più intercettazioni, più esecuzioni di misure cautelari, maggiore attività dibattimentale. Il territorio – vasto e complesso nella molteplicità di problematiche sociali e criminali che presenta – richiede maggiore lavoro. La Procura guidata da Salvatore Curcio ha risposto aumentando l’attività ma la carenza endemica di magistrati, di personale amministrativo e la necessità di incrementare l’organico anche nell’ufficio gip/gup meritano più attenzione. E le soluzioni adottate fino a oggi sono soluzioni tampone.
A margine della conferenza stampa per l’arresto di 11 rapinatori che seminavano il panico in tutta la regione, il procuratore Curcio ammette le sofferenze del proprio ufficio: «Ci stiamo muovendo in un’ottica emergenziale. I prossimi magistrati di prima nomina saranno due e arriveranno ad aprile».
Prima di quella data si ammortizzerà il problema grazie all’aiuto della Procura generale e del Csm. «Come Procura della Repubblica di Lamezia Terme dobbiamo ringraziare la sensibilità istituzionale della Procura generale di Catanzaro e il Consiglio superiore della magistratura perché la prima, a fronte di una scopertura di organico del 50%, e anche della pianta organica del personale amministrativo, ci ha consentito di avere una applicazione fino al 31 marzo di un magistrato della Procura di Cosenza e di una unità amministrativa da reimpiegare nei servizi di cancelleria. Il Csm ci ha dato una applicazione extradistrettuale di un magistrato della Procura generale di Reggio Calabria che sarà applicato a termine a Lamezia fino al 12 agosto di quest’anno». Ma questo non basta. «È chiaro però che il territorio di Lamezia Terme avrebbe bisogno di attenzioni di ben altro spessore e di ben altra consistenza – afferma il procuratore –. Inoltre è necessario rivedere le piante organiche sia per i magistrati della Procura della Repubblica, sia dei magistrati del Tribunale. Perché se da un lato c’è il dato statistico «che rispetto al 2016 siano state triplicate tutte le attività, dalle intercettazioni all’esecuzione di misure cautelari su richiesta della Procura, e anche l’attività dibattimentale», dall’altro il rischio è che si crei un effetto imbuto proprio con l’arrivo di tutti i procedimenti in un ufficio gip/gup non adeguatamente attrezzato.
«Oltre alla sofferenza endemica dell’ufficio di Procura – spiega Curcio – comincia anche a palesarsi una certa criticità in quelli che sono gli uffici giudicanti. Mi riferisco a quello del giudice per le indagini preliminari che è il nostro interlocutore immediato. A fronte di una realtà ben nota a Lamezia Terme, il lavoro c’è e si cerca di lavorare nel miglior modo possibile facendo di necessità virtù ma si crea poi l’effetto imbuto nell’ufficio del gip, nonostante abbiamo due giudici veramente validi, la dottoressa Emma Sonni e la dottoressa Rossella Prignani che si fanno in quattro per assicurare celerità rispetto alle richieste della Procura». Il messaggio è chiaro e interessa tutta la popolazione: «Se si è deciso di mantenere gli uffici giudiziari lametini, devono essere mantenuti in un certo modo, restituendo anche la dignità del servizio Giustizia ai cittadini che ne usufruiscono. Perché matrimoni con i fichi secchi è difficile farne».
ale. tru.
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