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Il "profondo nero" dell'Asp di Reggio Calabria

Una deliberazione della Corte dei Conti riporta una impietosa relazione del Collegio dei revisori dell’azienda reggina: la conferma di una gestione economica e finanziaria del tutto fuori controllo…

Pubblicato il: 21/02/2019 – 7:52
Il "profondo nero" dell'Asp di Reggio Calabria

CATANZARO Un “buco nero” talmente profondo che sembra davvero senza fondo. L’Asp di Reggio Calabria è l’azienda “canaglia” della sanità calabrese: conti sballati, debiti incalcolabili, doppie fatture, doppi, tripli e quadrupli pagamenti, una gestione economica e finanziaria del tutto fuori controllo e fuori dei confini della legalità e forse anche della realtà. Anche la Corte dei Conti censura pesantemente il pessimo “andazzo” di un’Asp su cui rischiano di immolarsi anche i nuovi commissari della sanità calabrese Cotticelli e Schael dopo che sull’azienda reggina ha evidentemente fatto flop anche il predecessore Scura.
DOVE SONO I BILANCI? A suggellare il “buco nero” dell’Asp di Reggio Calabria è adesso una recente deliberazione della sezione regionale di controllo della magistratura contabile, impietosa anche perché contiene una ancora più impietosa, oltre che inquietante, relazione del collegio dei revisori dell’azienda reggina. Già le prime pagine della delibera dei giudici contabili sono eloquenti, ricordando che la sezione di controllo nel tempo e ripetutamente ha chiesto all’Asp di Reggio i bilanci 2013, 2014, 2015 e 2016, ma – si legge – «questi bilanci non sono mai pervenuti», e lo stesso accadrà con il bilancio 2017. Quasi con sconforto, la Corte dei Conti evidenzia poi che «il dg del Dipartimento Tutela della Salute con nota del 21 gennaio, con l’invio delle copie dei bilanci d’esercizio comprensivi del conto consuntivo esercizio 2017 adottati dalle Asp e Ao della Regione, ha precisato che “non risulta copia del bilancio d’esercizio dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria né agli atti dello scrivente Dipartimento né alla sezione Amministrazione trasparente del sito aziendale”».
LA “RESA” DEI REVISORI La Corte dei Conti scrive anche al presidente del Collegio dei revisori dell’Asp di Reggio Calabria perché vuole conoscere «il complessivo ammontare dei pagamenti effettuati dall’azienda nel 2018, distinguendo tra pagamenti relativi a fatture emesse ed acquisite nel 2018, per acquisti/prestazioni rese nello stesso anno e pagamenti relativi a fatture emesse ed acquisite nel 2018 o in anni precedenti, per acquisti/prestazioni rese anteriormente al 2018, distinte per singolo anno». La risposta del Collegio dei revisori, datata 6 febbraio 2019 e allegata alla deliberazione della Corte dei Conti, è da autentica “resa”. «… “Ad oggi, l’Asp di Reggio Calabria risulta sprovvista dei bilanci di esercizio per gli anni 2013, 2014,2015, 2016, 2017 e 2018. Il motivo discende unicamente dal fatto che la loro adozione è inscindibilmente collegata alla sistemazione (mai effettuata) delle cosiddette poste debitorie pregresse, vale a dire, tra l’altro, debiti da regolarizzare su pignoramenti assegnati per un importo pari a euro 395.555.901,00, dato al 31 dicembre 2013. La questione dunque – scrivono i revisori ai giudici contabili – riguarda principalmente la mancata adozione, da parte dell’Asp di Reggio Calabria, del bilancio di esercizio relativo all’anno 2013”. Nonostante tale circostanza “… fosse nota da tempo alla struttura commissariale” quest’ultima … provvedeva con Dca 126 del 22 novembre 2015 all’adozione del bilancio consolidato sanitario regionale per l’anno 2014 che avrebbe dovuto, ovviamente, comprendere le risultanze dei bilanci di tutte le Asp e Ao tra cui anche l’Asp di Reggio Calabria». Da ciò – riporta ancora la relazione dei revisori reggini contenuta nella delibera della Corte dei Conti – «la stranezza in cui verserebbe la sanità calabrese che presenta il Bilancio consolidato sanitario regionale per l’esercizio relativo all’anno 2014 pur in assenza (perché non ricompresi in esso) dei bilanci di esercizio relativi anni 2013 e 2014 dell’Asp di Reggio Calabria». Lo stesso varrà anche per gli anni successivi al 2013.
SCRITTURE CONTABILI INATTENDIBILI Ma le negatività evidenziate dal Collegio dei revisori non finiscono qui, anzi si fanno ancora più gravi. Ancora dalla delibera della Corte dei Conti emerge che per i revisori dei conti «riguardo agli esercizi 2016, 2017 e 2018, risulterebbero rilevate sopravvenienze passive, vale a dire costi di competenza degli esercizi 2014 e retro, rispettivamente, per euro 20.567.227,17, euro 11.426.018,29 ed euro 21.813.002,37, ciononostante, ancorché in presenza di esercizi chiusi ma di bilanci non ancora adottati non risulterebbero rilevati in tali esercizi (2016, 2017 e 2018) accantonamenti al Fondo rischi ed oneri…. E’ evidente che risultando le scritture contabili altamente inattendibili e mancando gli atti presupposti, mai adottato il bilancio economico preventivo 2018, mai istituito il libro giornale, il Collegio si troverebbe privo di quelle fonti da cui attingere le informazioni di natura contabile- economico- finanziario- patrimoniali chiaramente indispensabili per redigere la relazione».
IL CAPITOLO FATTURE Annota poi la Corte dei Conti: «Il maggior numero di fatture risalirebbe a qualche tempo fa, 2003, 2005, 2006, 2008, 2009, 2010, 2011, 2012, 2013, 2014, è difficile la ricostruzione dei dati, perché numerosi sono gli atti che li comprenderebbero, vale a dire che in tutto il 2018 sono state adottate 1227 delibere e n. 873 determinazioni dirigenziali, tuttavia una idea la si può ricavare attingendola dal saldo del conto sopravvenienze passive che, ristoratore quasi esclusivo dei costi di competenza di altri esercizi, al 10 agosto 2018 ammontava ad euro 27.813.002, 37 mentre alla data del 31 dicembre 2018 incomprensibilmente ammonterebbe ad euro 3.310.092,78».
QUEI PAGAMENTI “BALLERINI” La lettura della delibera della Corte dei Conti è un lento ma inesorabile scivolare nel pozzo infinito delle criticità all’Asp di Reggio Calabria, dove – si legge ancora – «risulterebbero, nel solo esercizio 2013, ancora da “interpretare” e sistemare in contabilità pagamenti del Tesoriere per circa 400 milioni di euro. Dato cristallizzato a quella data, ancorché il Collegio lo abbia più volte reclamato». Quanto al contenzioso, nelle poche carte dell’azienda si riscontra un dato al 31 dicembre 2016, per euro 52.072.390,37, ma in realtà – è riportato ancora nel provvedimenti della magistratura contabile – è un valore «indeterminabile» mancando all’appello «i titoli esecutivi e i successivi atti giudiziari sui quali non vi è contenzioso».
LE CONCLUSIONI «Stante la gravità delle affermazioni contenute nella citata risposta del presidente del Collegio dei revisori dell’Asp di Reggio Calabria e gli eventuali profili di danno erariale», la Sezione di controllo della Corte dei Conti non può far altro che «disporre un supplemento istruttorio da esperirsi a cura del direttore generale pro-tempore dell’Asp di Reggio Calabria, del presidente pro-tempore della Regione Calabria del commissario ad acta pro-tempore per l’attuazione del piano di rientro, ciascuno per la parte di rispettiva competenza, al fine di riscontrare e, eventualmente, integrare, quanto affermato dal presidente del Collegio dei revisori dell’Asp di Reggio Calabria». Per intanto, la delibera è nelle mani anche della Procura regionale della Corte dei Conti.

Antonio Cantisani
redazione@corrierecal.it

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