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Cosenza, revocato il regime del carcere duro per Giuseppe Perri
Il ministro della Giustizia ha accolto la richiesta dei legali. I giudici lo hanno prosciolto dall’accusa di associazione a delinquere
Pubblicato il: 27/03/2019 – 17:04
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COSENZA Niente più carcere duro per Giuseppe Perri, a deciderlo è stato il ministro della Giustizia che ha revocato il regime rubricato all’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario italiano dopo aver valutato la richiesta avanzata da Giuseppe Manna, Marcello Manna e Luca Acciardi, legali del detenuto. Gli avvocati hanno presentato al capo del dicastero della Giustizia la richiesta di sospendere gli effetti previsti dalla norma in considerazione del proscioglimento per il reato di associazione mafiosa nel corso del procedimento “Acheruntia”.
Perri, infatti, in base alle risultanze investigative venne individuato come il referente del gruppo criminale “Lanzino” sul territorio di Acri, circostanza che però i magistrati giudicanti non riscontrarono al termine del dibattimento. Per questo gli venne accordata una condanna per estorsione ed un’assoluzione per il reato di associazione mafiosa.
I giudici ritennero equa la condanna a due anni di reclusione per gli episodi riconducibili al reato di estorsione, ma venendo meno l’associazione mafiosa, venne respinta conseguentemente la richiesta di condanna a sedici anni avanzata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Catanzaro. Ma non c’è solo questa pena a gravare sul casellario giudiziario di Perri. Infatti, sconta anche una condanna di venti anni per l’omicidio di Antonio Sena che si è consumato il 12 maggio del 2000 a Castrolibero. Per l’assassinio di uno dei capi storici della criminalità organizzata cosentina, Perri si trova in carcere per aver favorito la fuga di Mario Gatto che i giudici hanno condannato a 30 anni di reclusione perché individuato come uno dei killer. (mi.pr.)
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