TORINO Maxi sequestro della Dia (Direzione investigativa antimafia) di Torino a un commercialista vicino alla ‘ndrangheta calabrese. Si tratta di Giuseppe Pontoriero, 75 anni, già finito nelle maglie di una delle più importanti inchieste sul riciclaggio di capitali mafiosi al Nord che avevano portato alla luce il reinvestimento dei soldi del traffico di droga di presunti boss della ‘ndrangheta in alcuni dei grandi cantieri di Torino (anche) all’epoca delle Olimpiadi del 2006.
La proposta di sequestro anticipato è stata avanzata dal Procuratore aggiunto Cesare Parodi e comprende beni – tra società e un noto agriturismo di Rivoli – pari a 4 milioni di euro. Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Torino.
L’INCHIESTA C’è anche un agriturismo tra i beni sequestrati dalla Dia, per un valore di 4 milioni di euro, a Giuseppe Pontoriero, commercialista di 75 anni di Rivoli, nel Torinese. Il professionista, comparso come non indagato in numerosi procedimenti giudiziari contro la ‘ndrangheta, è già stato condannato per violazione delle disposizioni contro la criminalità mafiosa e il reimpiego di denaro di provenienza illecita. Coinvolto nel 2012 nell’operazione “Pioneer”, secondo gli inquirenti agevolava attività di riciclaggio a favore della cosca ‘ndranghetista dei “Spagnolo”.
L’uomo dichiarava al fisco redditi inferiori alle sue reali capacità economiche. Le indagini della Dia, coordinate dal procuratore aggiunto Cesare Parodi, hanno fatto emergere un complesso reticolo di società formalmente intestate ai famigliari, ma di fatto a lui riconducibili, tra Piemonte, Liguria, Puglia e Calabria. Tre, in particolare, le società nelle quali secondo l’accusa il commercialista reinvestiva denaro di provenienza illecita.
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