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Pensioni per i consiglieri, Melicchio: «Scandalosi, prendono in giro i calabresi»

Il deputato del M5S attacca gli inquilini di Palazzo Campanella: «Hanno votato per i loro privilegi, devono essere mandati a casa»

Pubblicato il: 29/05/2019 – 16:49
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Pensioni per i consiglieri, Melicchio: «Scandalosi, prendono in giro i calabresi»
REGGIO CALABRIA «Nel consiglio regionale della Calabria hanno fatto il solito blitz a pochissimi mesi dalle elezioni, per approvare una legge che favorisce loro stessi e i propri portafogli, introducendo di nuovo i vitalizi, che adesso chiamano indennità differita». Così riporta il deputato calabrese del M5S Alessandro Melicchio sulla proposta di legge 436/10^ approvata ieri (qui il nostro servizio). «È veramente uno scandalo pensare che un banale cambio di nome possa servire per prendere in giro i cittadini calabresi. Il Movimento 5 Stelle e il governo Conte hanno imposto alle regioni di ridurre l’importo del vitalizio agli ex consiglieri, pena la decurtazione dei fondi di trasferimento statale. E allora i consiglieri regionali calabresi, all’unanimità, mai mancata quando devono votare qualche privilegio per se stessi, hanno avuto la geniale pensata di utilizzare i soldi risparmiati da questo taglio per assicurarsi, con i soldi dei calabresi, una bella pensione dopo appena 5 anni di, non certo duro, lavoro in politica».
Alessandro Melicchio
Il parlamentare pentastellato precisa: «Quello che non sopporto è la presa per i fondelli. Giudiceandrea e compagnia cantante hanno anche il coraggio di venirci a dire che, poverini, si decurteranno lo stipendio per pagarsi questo nuovo vitalizio, ma la verità è che la quota a carico dei consiglieri è solo l’8,80% mentre ben il 24,2% dei loro contributi devono versarli tutti i cittadini calabresi, per non parlare del fatto che si sono introdotti anche il trattamento di fine mandato, altri soldi aggiuntivi che entreranno nelle loro tasche». Melicchio conclude con un’invocazione: «È assolutamente necessario mandare a casa tutta questa classe politica regionale, la peggiore di sempre per la nostra regione. E davvero sembrava impossibile far peggio delle legislature precedenti. Quella del governatore Oliverio è una maggioranza dissolta e senza numeri, che ritrova forza insieme a tutti gli altri partiti solo quando si tratta dei loro affari e delle loro prebende, mentre un’intera regione cade sempre più nello sprofondo». LA REPLICA «Mi trovo, mio malgrado, a dover rispondere al parlamentare del Movimento Cinque Stelle Alessandro Melicchio che, sulla legge che prevede il taglio dei vitalizi, parla come se fosse ancora in campagna elettorale. Trovo molto grave che un parlamentare della Repubblica non conosca la legge». Lo afferma, in una dichiarazione, Giuseppe Giudiceandrea, capogruppo dei “Democratici e Progressisti” nel consiglio regionale della Calabria. «Le percentuali di cui parla Melicchio, infatti – aggiunge Giudiceandrea – non le ha inventate il sottoscritto o il consiglio regionale della Calabria, ma sono imposte dalla legge nazionale. In ogni busta paga di ogni dipendente statale di questo Paese, una parte viene tratta dal netto dello stipendio, l’altra la versa direttamente il datore di lavoro. E in ogni caso non un solo centesimo in più verrà pagato dall’ente Regione per gli stipendi dei consiglieri, atteso che come dovrebbe essere noto al legislatore nazionale, ciò che viene versato per previdenza viene detratto per l’intero dall’imposta Irpef. Io capisco il momento di confusione post elettorale, ma da un deputato, se proprio aveva l’esigenza di criticare questa legge, che finalmente normalizza l’obbligo previdenziale anche in una realtà come il consiglio regionale della Calabria, mi sarei aspettato migliori argomentazioni e più competenza. Ripeto, ancora una volta, che la legge regionale approvata per tagliare i vitalizi, finalmente, fa in modo che i consiglieri siano obbligati a partecipare al sistema contributivo nazionale. A Melicchio sembrerà poco, ma è meglio di quanto fatto nella stessa materia dal governo giallo verde per i parlamentari attuali, vista la ridda di ricorsi costituzionali avverso il provvedimento noto come “legge Fico”». «La mancata paternità della legge – conclude il consigliere regionale della Calabria – non rattristi dunque l’onorevole Melicchio. La legislatura sua è lunga ed avrà modo di rifarsi».
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