CATANZARO Il completamento del fascicolo sanitario elettronico va portato avanti perché «è un adempimento di legge e bisogna farlo serve perché contiene la propria storia clinica,
tutto ciò che è successo; dati che qualsiasi ospedale potrebbe utilizzare per intervenire su un paziente». E poi c’è uno dei nodi centrali della sanità calabrese: un progresso sostanziale sul fascicolo elettronico potrebbe «liberare risorse, c’è una premialità incagliata per il mancato adempimento». Il direttore generale del dipartimento Tutela della Salute, Antonio Belcastro parla a margine di un convegno a Catanzaro e racconta i progressi su questo e altri punti: «Da aprile 2019 siamo passati da 0 a 35mila referti digitalizzati, contiamo di arrivare a 100mila entro la fine dell’anno». Ma, sempre in tema di fondi da sbloccare, è un’altra la strada maestra, quella dei Lea. Con l’aggiornamento dei flussi, spiega Belcastro, «siamo passati dai 136 certificati nel 2017, a 152, se il ministero riconoscerà il lavoro fatto. E sono in corso attività di processo di ulteriori due file: speriamo di arrivare a 161. Per due flussi in particolare – continua il manager – i dati che erano stati trasmessi erano incompleti e venivano scartati: abbiamo fatto attività di recupero in Asp e strutture accreditate e assistenza domiciliare». Il riconoscimento dei nuovi numeri porterebbe allo sblocco di «tre annualità da 100 milioni ciascuna, attualmente bloccate presso il ministero dell’Economia. Andremmo a 300 milioni entro fine».
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Belcastro registra anche una «apertura di credito al ministero perché abbiamo dimostrato di aver lavorato per migliorare performance e attività». I funzionari ovviamente «si ergono a baluardo del controllo dei costi, specie con le Regioni in piano di rientro ma se dimostri di mantenere gli impegni, alcune cose si riescono a sbloccare. Non ci guardano con pregiudizio, ci ascoltano e sul fascicolo sanitario elettronico ci hanno dato grossa mano».
Il dg sa che per la sanità calabrese è un «periodo non bello», specie per le polemiche sui precari e su alcuni concorsi, come quello per centralinisti bandito a Cosenza. «Abbiamo cercato di sbloccare la situazione per precari e idonei anche per evitare una “faida” che non aiuta. E per il comparto siamo riusciti a nel breve medio periodo a trovare una soluzione». Riguardo ai concorsi, invece, Belcastro riconosce che «quando ci sono elezioni sarebbe meglio pazientare. D’altra parte alcuni andavano fatti da tempo, penso si possano completare subito dopo il voto. (ppp)
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