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«Ripartiamo dal coraggio del Pd»

di Antonio Viscomi*

Pubblicato il: 27/01/2020 – 21:22
«Ripartiamo dal coraggio del Pd»

Grazie. Anzitutto grazie a tutti i candidati, eletti o non eletti, impegnati in una campagna elettorale tanto breve quanto durissima. Grazie in particolare a tutti i candidati che hanno accolto l’invito al rinnovamento del segretario Nicola Zingaretti e che per questo si sono impegnati per la prima volta nella sfida elettorale regionale. Grazie agli elettori che hanno condiviso e premiato questo sforzo di rigenerazione del Partito Democratico attribuendogli la percentuale più alta dei voti di lista. Nonostante i presagi funesti lanciati da più parti, il Partito Democratico è ancora il primo partito in Calabria. Su di esso grava ora l’onere di una opposizione forte, ragionata e costruttiva, nel nome di quei valori proclamati in campagna elettorale: trasparenza, competenza, legalità, bene comune.
Ed è proprio il risultato elettorale – cinque eletti per il PD, tre per la lista di Callipo, due per la lista DP – a confermare la necessità, anzi l’urgenza, di continuare nell’opera di rigenerazione e riorganizzazione dell’iniziativa politica. A partire dal recupero del senso stesso di una comunità democratica: un partito è qualcosa di diverso – di radicalmente diverso – dalla somma di tante soggettività che a volte – troppe volte – scambiano il compagno di partito con l’avversario esterno, al primo facendo la guerra e accordandosi invece con il secondo.
A nessuno potrà essere consentito di porre nel nulla l’impegno di rigenerazione voluto e messo in campo dal partito democratico nazionale e regionale e confermato, appunto, dal voto degli elettori. Non nell’interesse di qualcuno, ma nell’interesse della Calabria e dei suoi cittadini che troppo spesso il malaffare, comunque vestito e travestito, ha per troppo tempo privato dei diritti e delle libertà fondamentali. Indietro non si torna. Anzi.
Delusione. Si, delusione: per la sconfitta e ancor più per la stabile percentuale di indifferenti che non votano. Pesante il confronto con l’Emilia Romagna: nella precedente tornata partecipò al voto per Bonaccini il 37,76% degli aventi diritto e per Oliverio il 44,16%; oggi invece il 67,68% per Bonaccini e sempre il 44,33% qui da noi. Questo è un problema per il sistema politico nel suo complesso, destra o sinistra che sia. Ed è un problema, mi pare, di credibilità della politica o meglio di scarsa credibilità di una politica che sembra più attenta a prebende e poltrone che non a risolvere i problemi delle persone. Bisogna ritornare nelle piazze. Lo dico da tempo. Ma con una proposta, non solo per una protesta. Il PD ci sta provando. Io ci sto provando; anche da solo, quando necessario, andando d’estate nelle piazze dei piccoli comuni per ragionare di sanità e regionalismo differenziato.
Un augurio agli eletti, a tutti. A Nicola Irto, primo eletto con più voti in assoluto, a Mimmo Bevacqua e Carlo Guccione il cui impegno è tanto noto da non dover essere qui ricordato, ai quali ora, nell’equilibrata sintesi che è propria di ogni processo di rigenerazione (e non di rottamazione), saranno affiancati due nuovi ingressi nell’area centrale, per i quali credo sia necessario spendere qualche parola. Gli elettori hanno scelto di sostenere il progetto di rinnovamento eleggendo nell’area centrale Libero Notarangelo. Qualcuno forse ancora ricorderà il mio personale impegno per assicurare l’ingresso di Libero nel gruppo consiliare del PD al comune di Catanzaro, ingresso osteggiato da chi riteneva allora che il partito fosse una sorta di proprietà personale. Hanno scelto ancora un volto nuovo, quello di Luigi Tassone, sindaco di Serra San Bruno che solo per sessanta voti di differenza si trova a distanziare Raffaele Mammoliti, che in venti giorni di campagna elettorale ha conquistato una presenza diffusa e capillare nelle tre province di Crotone, Catanzaro e Vibo Valentia, ad evidente dimostrazione che radicamento territoriale vuol dire lavorare per assicurare i diritti di tutti e non i favori di pochi. Fabio Guerriero, Gianluca Cuda, Angela Robbe, Carolina Girasole e Sergio Arena sono amici che meritano il massimo di apprezzamento per i risultati ottenuti ma soprattutto per la generosità che hanno mostrato in campagna elettorale, iniziata tardi, troppo tardi, e finita presto, troppo presto. Ed è proprio guardando ai loro risultati elettorali, tutti molto consistenti in termini numerici, che risulta doveroso riconoscere come proprio la lista democratica del collegio centrale stia lì a segnare il punto di più importante innovazione politica. Nessun candidato uscente, percentuali individuali molto elevate e soprattutto non molto differenti da quelle conseguite da tanti nomi già conosciuti. Motivo in più per continuare nella via della rigenerazione del Partito Democratico. Quella già intrapresa. Con coraggio. Perché dove altri vedono solo sconfitte, si annidano invece le basi per il futuro successo.
*deputato del Pd

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