Rifondazione democrat, Guglielmelli: «O si cambia o si muore»

«Leggo da più parti l’esigenza di continuare nel rinnovamento intrapreso dal Pd in Calabria. Sono d’accordo: il Pd in Calabria o si rinnova o muore».  Lo scrive Luigi Guglielmelli, dirigente del Pd, già segretario della federazione provinciale democrat di Cosenza. «Il rinnovamento però – spiega Guglielmelli – non può essere il succedaneo del commissariamento romano. Né può essere semplice sostituismo. È richiesto prima di tutto un rinnovamento della cultura politica. È richiesto il superamento delle correnti: il pluralismo deve essere alimentato dal confronto delle idee. Il rinnovamento va fatto per davvero e non solo proclamato, va fatto per davvero con l’obiettivo di promuovere gruppi dirigenti espressione di una giovane generazione». Secondo Guglielmelli «a tal fine occorre decidere subito 1) apertura ai movimenti, alle forme autonome della società civile, ai giovani e alle donne; 2) mettere il limite del doppio mandato per ogni eletto, senza possibilità di deroga; 3) congresso regionale aperto e da svolgersi in tempi rapidi; 4) Riforma della legge elettorale regionale per la preferenza di genere; 5) incompatibilità tra cariche di partito e cariche elettive; 6) due anni in cui non possono coprire cariche di partito monocratiche i candidati non eletti alle scorse elezioni regionali. Questo – sostiene ancora il dirigente democrat – sarebbe un buon inizio per il rinnovamento del Pd in Calabria, alla luce della pesante e inequivoca sconfitta elettorale regionale. Altro che Pd primo partito! Nelle aree urbane e nei comuni dove più alta è stata l’affluenza al voto il consenso non è andato né a Callipo né al Pd ma a Carlo Tansi, segno che al momento i margini di crescita sono assai limitati se non si cambia linea politica in termini di contenuto e se non si scelgono nuovi blocchi sociali da rappresentare». Guglielmelli, che alle Regionali si è candidato nella lista Democratici progressisti, sabato prossimo terrà a Cosenza un’assemblea per ringraziare gli elettori, analizzare il risultato del voto del 26 gennaio e discutere sulle prospettive future.