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'Ndrangheta e coronavirus, processo "Aemilia": gli imputati invocano gli arresti domiciliari
Dall’esplosione dell’emergenza il numero delle istanze è cresciuto notevolmente. L’appello, in corso nell’aula bunker del carcere bolognese della Dozza, è attualmente sospeso
Pubblicato il: 22/03/2020 – 9:44
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BOLOGNA Da quando è iniziata l’emergenza contagio da coronavirus, sono ulteriormente cresciute le istanze di detenuti che personalmente, o attraverso i propri difensori, inoltrano istanze per ottenere gli arresti domiciliari invocando il rischio Coronavirus. Non sono poche le richieste in tal senso arrivate nei giorni scorsi dagli imputati del processo di ‘Ndrangheta ‘Aemilia’, condannati a pene pesanti in primo grado. L’appello, in corso nell’aula bunker del carcere bolognese della Dozza, è attualmente sospeso. La ripresa delle udienze è prevista il 9 aprile, ma resta un’incognita sugli effettivi tempi. A inizio dibattimento la Procura Generale (con i sostituti pg Valter Giovannini, Lucia Musti e Luciana Cicerchia) aveva chiesto la proroga della custodia cautelare vista la complessità del processo, che ha circa 150 imputati e moltissime parti civili.
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