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La fase 2 della Calabria parte dal “copia e incolla”

Nell’ultima ordinanza Santelli sugli «stili di vita» sono tante le ispirazioni colte da atti di altre Regioni. Dai «funghi epigei» di Emiliano alle attività sportive consentite da Bonaccini. Puglia…

Pubblicato il: 11/05/2020 – 11:19
La fase 2 della Calabria parte dal “copia e incolla”

di Pablo Petrasso
LAMEZIA TERME Ai più il dubbio è sorto quando, nell’ordinanza post-bocciatura al Tar, è apparsa l’espressione «funghi epigei». Sabato sera – senza voler scomodare il «far del tenebre» di Giuseppe Conte – Jole Santelli ha deciso di rilanciare. Dopo lo stop ai tavolini all’aperto per bar e ristoranti, la Calabria ha scelto di riaprire ad altre attività. Nuove libertà si affacciano all’orizzonte. E – la presidente lo ha ammesso in una delle sue apparizioni televisive – alcune sono ispirate alle idee di altre Regioni. Forse per non replicare lo scontro con il ministro agli Affari regionali Francesco Boccia, sono apparsi – nella «nuova ordinanza Santelli sugli stili di vita delle famiglie calabresi» – stili di vita già “riattivati” ad altre latitudini e non finiti nel mirino del governo. Evitiamo impugnative e diamo comunque un segnale: lettura buonista. Copia e incolla: interpretazione dei maligni.
Di certo c’è che il primo a mandare i cittadini a «funghi epigei» in pieno maggio è stato Michele Emiliano. Era l’8 maggio, un giorno prima dell’ordinanza firmata da Santelli. Stesse parole, stesso risultato: «È consentito – alle persone fisiche in possesso di apposito permesso nominativo o tesserino di idoneità regionale – lo spostamento nell’ambito del territorio della Regione Calabria, per la ricerca e la raccolta di prodotti spontanei della terra (piante non legnose, frutti, funghi epigei e tartufi), a condizione che l’attività di ricerca e raccolta si svolga nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale e comunque di tutte le norme di sicurezza relative al contenimento del contagio da Covid-19, nonché secondo le modalità previste dalle leggi vigenti per ciascuna categoria di prodotti».

Dal 9 maggio si torna anche a fare sport. Anche in Emilia, ma dal 4 dello stesso mese. Anche in questo caso l’ispirazione è piuttosto chiara. «È consentita l’attività sportiva anche all’interno di strutture e circoli sportivi, se svolta in spazi all’aperto che consentano il rispetto del distanziamento ed evitino il contatto fisico tra i singoli atleti. Resta sospesa ogni altra attività collegata all’utilizzo delle strutture di cui al periodo precedente compreso l’utilizzo di spogliatoi, palestre, piscine, luoghi di socializzazione, bar e ristoranti», la formula scelta dalla presidente Santelli. Uguale uguale a quella adottata dal collega Stefano Bonaccini.

Il punto dell’ordinanza della Regione Emilia Romagna che “riapre” le attività sportive

Anche per la pesca, si farà “alla romagnola”: qui il concetto è riformulato con qualche contraddizione. Questo il passaggio riservato all’attività nell’ordinanza Santelli del 9 maggio: «Nel rispetto dell’art. 1 lett. F) del Dpcm 26/04/2020 è consentito svolgere individualmente sul territorio regionale le seguenti attività: – pesca sportiva e ricreativa sia da terra sia in acque interne sia in mare nel rispetto della normativa vigente in merito all’esercizio della pesca sportiva e ricreativa, svolta da persona abilitata all’esercizio della pesca sportiva e ricreativa in possesso di copia della comunicazione effettuata ai sensi del Decreto ministeriale 6 dicembre 2010. L’attività potrà essere svolta con un massimo di due persone conviventi e con rientro obbligatorio nella stessa giornata». Nella premessa l’attività si svolge «individualmente», più avanti «con un massimo di due persone conviventi». In Emilia Romagna, invece, funzionerà così.

E sempre da un atto di Bonaccini firmato il 6 maggio (quello firmato da Santelli è del 9) arriva l’idea per un’altra “ripartenza”: «Sono consentiti all’interno dell’intero territorio regionale, in forma individuale o insieme a persone conviventi, gli spostamenti delle persone fisiche per fare la spesa». Anche in questo caso l’ispirazione è chiarissima. D’altra parte bisogna pur ripartire da qualcosa. E il Tar ha dimostrato che le idee “originali” rischiano di scontrarsi con le norme.

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