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Stipendi al limite, braccio di ferro serrato tra le aziende del trasporto pubblico e i lavoratori
La Faisa Cisal ha chiesto l’anticipazione del fondo bilaterale di solidarietà . Netto rifiuto dai datori di lavoro che pure a maggio hanno percepito i contributi erogati dalla Regione
Pubblicato il: 08/06/2020 – 17:49
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CATANZARO «Le aziende calabresi operanti nel trasporto pubblico locale stanno dimostrando nei confronti dei lavoratori un’indifferenza inaccettabile, che condanniamo fermamente e che chiediamo venga contrastata da un’immediata azione regionale diretta ad obbligare le società consortili a riattivare almeno il 70% dei servizi». La nota arriva dalla Faisa Cisal che chiede che «siano promosse misure urgenti a sostentamento del settore», scrive il segretario regionale Francesco Antonio Sibio. Il braccio di ferro tra i lavoratori e le aziende di trasporti, sia pubbliche che convenzionate, si fa sempre più teso. «Il mancato, o comunque assai limitato, accredito delle somme del Fondo bilaterale di solidarietà sta esponendo i lavoratori a conseguenze assai gravi sotto il profilo economico-finanziario», scrive Sibio. Alla voce del segretario regionale si unisce quella del segretario provinciale del sindacato, Domenico Marchio. «Il fondo bilaterale – spiega – nasce dalle trattenute sulle buste paga dei lavoratori, detto “fondo di solidarietà”. Avevamo chiesto alle aziende, visto che l’Inps non lo ha ancora erogato, di voler anticipare l’80% del fondo bilaterale ma si sono rifiutati. Eppure a maggio la Regione ha erogato alle aziende i contributi. Le aziende hanno viaggiato pochissimo durante il lockdown con servizi ridotti fino al 30%, con risparmio su gasolio, gomme e manutenzione, senza contare che anno bloccato il pagamento delle assicurazioni».
I lavoratori durante la fase 1 hanno lavorato poco, con turni di pochi giorni al mese. Qualcuno, per paura del contagio, ha deciso di non lavorare. Il risultato è che da marzo chi non ha lavorato non ha percepito i fondi bilaterali e chi ha lavorato poco ha percepito un mensile praticamente dimezzato. E a questa situazione nessuno sembra voler porre rimedio: l’Inps ancora non paga, le aziende non vogliono anticipare e la Regione ha prorogato di altre cinque settimane i fondi bilaterali (che al momento è come anticipare il nulla). Dopo tre mesi nelle famiglie, soprattutto quelle monoreddito o con mutui sulle spalle, le difficoltà cominciano a pesare.
«Le timide e sparute iniziative aziendali, talvolta riscontrate, costituite da esigue anticipazioni salariali, non soddisfano affatto le esigenze di liquidità di numerose famiglie, per lo più monoreddito, che vanno invece sostenute con convinzione ed in misura adeguata a consentire la conduzione di una vita dignitosa», scrive Sibio.
NESSUNO FA IL BIGLIETTO Ma il braccio di ferro si gioca anche su altri settori. «Si sta bloccando un servizio pubblico come quello dei trasporti – dice Marchio – perché nessuno trova una soluzione su chi debba fare i biglietti. Noi autisti ci rifiutiamo, non è sicuro fare i biglietti sui mezzi e la legge lo vieta, d’altro canto gli uffici si rifiutano di fare abbonamenti o biglietti, anch’essi per ragioni di sicurezza. Non si trova una soluzione e sta per avere inizio la stagione estiva con l’aumento degli spostamenti». «Attendiamo – scrive la segreteria regionale – di vedere promosse iniziative urgenti in materia di ripristino dei servizi di linea, in uno con il contrasto delle disposizioni aziendali che si rilevano circa la pretesa di esecuzione del servizio di bigliettazione a bordo, in barba alle prescrizioni normative sul contenimento della diffusione del Covid-19». (ale. tru.)
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