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Sacal, Muraca: «Tre scali fotocopia in Calabria non sono sostenibili»

L’ex vicepresidente della società aeroportuale immagina lo scalo di Lamezia Terme fra gli Hub italiani. Tra le priorità di intervento pone gli stagionali. «Il nuovo management verrà valutato anche …

Pubblicato il: 17/07/2020 – 17:45
Sacal, Muraca: «Tre scali fotocopia in Calabria non sono sostenibili»

LAMEZIA TERME «Ci sono tutte le condizioni perché l’organo amministrativo faccia bene, considerate le notevoli competenze maturate nello specifico settore aeroportuale dal nuovo presidente della Sacal Spa». Così Luigi Muraca, ex vicepresidente della società aeroportuale commenta l’elezione nel consiglio di amministrazione, del neo presidente Giulio De Metrio, designato dal Presidente della Regione Santelli.
«Si celebrano in questi giorni i 50 anni della rivolta di Reggio – dichiara Muraca in una nota – a seguito della designazione di Catanzaro capoluogo di regione e si deve partire dal riconoscere che il regionalismo calabrese è stato claudicante in ogni ambito, da quello universitario a quello delle sedi istituzionali, divise tra Catanzaro e Reggio, in una incoercibile e permanente lacerazione, non attenuatasi neanche dopo l’istituzione della città metropolitana di Reggio, che non conferisce forza a nessun territorio, men che meno al sistema Calabria». 
Secondo Muraca, la politica aeroportuale è la più «eloquente espressione di questa frammentazione», ed un’assenza di visione strategica, Sacal, che gestisce tre aeroporti, ha spesso provato a «ricomporre malumori tra i territori». Questa premessa è la precondizione affinché «si prenda atto, finalmente, che esiste un Piano degli Aeroporti, trasfuso nel DPR 201/2015, in cui si individua, per esclusive ragioni di mercato e non per camarille politiche, uno scalo calabrese, quello di Lamezia, tra i 12 strategici del Paese».
«Se ne prenda atto pubblicamente – sottolinea Luigi Muraca – e si spieghi ai cittadini con lealtà che tre scali fotocopia non sono sostenibili». A suoi dire «gli equilibrismi politico elettorali praticati sino ad ora avrebbero l’unico risultato di fare uscire Lamezia dal novero dei 12 scali strategici, senza apportare alcun vantaggio agli altri due».
«Ed allora – insiste – se si vogliono mantenere tre aeroporti, deve essere chiara la vocazione internazionale dell’aeroporto trainante, quello lametino», considerato «la vera porta d’ingresso e d’uscita della Calabria. Ipotizzare che lo stesso scalo possa essere qualificato in futuro come quarto Hub internazionale del Paese, dopo Milano Malpensa, Venezia e Roma, non deve apparire un’ambizione eterodossa».
«Potremmo individuare quello Veneto come modello di riferimento – spiega ancora l’ex vicepresidente di Sacal – con Verona e Treviso che accompagnano nei servizi nazionali l’Hub di Venezia. Naturalmente è bene precisare che sarà difficilissimo avere la stessa utenza degli aeroporti veneti».
Per Muraca, ancora, vi è una un’altra priorità sulla quale certamente verrà valutato il nuovo management, che è la nuova aerostazione dello scalo di Lamezia, «su cui abbiamo amaramente registrato di recente la perdita del finanziamento dell’Unione Europea, un fatto davvero inaccettabile».
«Con il volume di traffico in costante aumento, al netto dell’infelice interludio legato al Covid, la nuova aerostazione deve essere una priorità e non un banale ampliamento dei gates, come qualcuno in società ipotizza», interpretato come «un luogo accogliente di transito e socializzazione, con i servizi ed i comfort delle grandi aerostazioni e con gli spazi che devono risultare appetibili alle grandi griffe e produrre reddito a favore di Sacal».
Tra le altre questioni che non devono essere «trascurate», Muraca indica i lavoratori stagionali. I quali «aldilà dei meccanismi di selezione del passato spesso discutibili, oggi hanno maturato diritti che una società a prevalente capitale pubblico non può ignorare».
Nell’augurare buon lavoro a Giulio De Metrio, Luigi Muraca conclude evidenziando che «ci saranno occasioni per approfondire tante altre questioni all’attenzione del nuovo management, che, attraverso una sana politica aeroportuale può determinare la crescita del turismo e dell’export, contribuendo incisivamente allo sviluppo della Calabria».

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