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Cis, "Piazza Piccola": «Ignorati i bisogni del centro storico di Cosenza»

I membri di uno dei comitati più longevi attivo in città spiega le ragioni sul perché l’investimento per come strutturato non aiuterà il borgo cosentino. «Serve intervento su edifici privati. Possi…

Pubblicato il: 12/10/2020 – 19:21
Cis, "Piazza Piccola": «Ignorati i bisogni del centro storico di Cosenza»

di Michele Presta
COSENZA Metodo, opportunità politica, vere esigenze del territorio. Il comitato “Piazza Piccola” mestola il calderone delle polemiche sui progetti ammessi al finanziamento con la sottoscrizione del Cis attraverso il quale per il centro storico di Cosenza arriveranno in dotazione 90 milioni di euro. «Bruscoletti» o «croccantini» la cifra non basta. Almeno su di una cosa gli attivisti di uno dei comitati più longevi nella città vecchia di Cosenza concordano con la politica. Per il resto, il piano di interventi è «tutto da bocciare» questo perché ad essere destinatari di interventi saranno perlopiù edifici destinatari di finanziamento nel passato o nel prossimo futuro, come nel caso dei milioni di euro previsti per l’agenda urbana. «Sono progetti copia incolla» sostiene Stefano Catanzariti, referente del comitato. «Quanto finanziato con i 90 milioni del Cipe in realtà è stato già destinatario di misure identiche in passato». Dal Convitto Nazionale a Piazzetta Toscano, una lista molto lunga. Per il comitato l’assunto è certo, ma ancora, non conoscendo nello specifico le schede tecniche dei progetti è difficile stabilire se quanto previsto per gli interventi strutturali così come per altri i parametri nel Cis siano copia conforme di altri interventi già finanziati, realizzati o parzialmente realizzati.
«SERVIVA POTER INTERVENIRE SU EDIFICI PRIVATI» Una strategia quella messa in piedi dal sottosegretario pentastellato Anna Laura Orrico e dai rappresentanti del ministero e degli enti locali che a parere di Piazza Piccola mette all’angolo le vere esigenze del centro storico di Cosenza. Una su tutte: la messa in sicurezza degli edifici privati. «Si poteva lavorare in questi anni per fare in modo di approntare un correttivo alla legge – aggiunge Catanzariti -. Questa parte della città ha altre necessità: un piano di messa in sicurezza, un piano di recupero degli edifici privati, la creazione di uno sportello che permetta di capire quali finanziamenti siano attivi per l’autorecupero. Di tutto questo non è stato considerato niente. Ci dicono che i fondi pubblici per gli edifici privati non possono essere utilizzati, ma allora perché i fondi Gescal sono stati utilizzati per la costruzione di un ponte?». L’allusione alla struttura realizzata dall’archistar Santiago Calatrava il giusto pretesto per gli attivisti di far emergere la stortura del sistema utilizzato. «E’ un piano inadeguato – aggiunge il rappresentante del comitato – non sono interventi che possono rappresentare il motore per il recupero del centro storico. È un contorno privo di contenuto. Possiamo pensare di portare qui imprenditori, universitari, persone impegnate in laboratori e poi stare con il patema d’animo che non esiste una via di fuga in caso di incendi o di terremoti?».
IL GIOCO DELLE TRE CARTE Quella del Cis sui 90 milioni destinati oltre che a Cosenza anche a Taranto, Napoli e Palermo è stata una gestazione lunga e travagliata. La delibera del Cipe è stata issata come una bandiera da diversi rappresentanti politici. A mantenere la promessa di un finanziamento fu Dario Franceschini «non possiamo non riconoscere il merito di quello che fece il ministro – continua Catanzariti -. Ma non possiamo neanche nascondere che dopo un po’ di tempo abbiamo deciso di abbandonare il tavolo dove si era avviata la discussione. Nel governo “giallo-verde” con il nuovo ministro Bonisoli abbiamo ritrovato come coordinatore Nicola Morra e non siamo mai riusciti a capire perché. Volevano fare delle cose per interessi politici, noi invece volevamo farle per il bene del centro storico e per questo abbiamo deciso di non partecipare più». Non tutto è andato perduto comunque, con la nomina del sottosegretario Anna Laura Orrico e il “Conte-bis”, sono state presentate nuove istanze: «Abbiamo puntato sui percorsi turistici con le edicole votive, la creazione di servizi come le reti fognarie e il potenziamento delle reti di accesso. Ma rimane sempre il rammarico di un intervento non mirato per il vero recupero e di come – conclude Catanzariti – forse la vera volontà politica non è quella di risollevare le sorti del destino del centro storico». (m.presta@corrierecal.it)

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