di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME Così come sta avvenendo in Calabria e nel resto del Paese, anche a Lamezia Terme il numero dei pazienti positivi al Covid-19 continua a crescere di giorno in giorno. E se i nuovi casi registrati oggi dall’Asp di Catanzaro sono 11, per un totale di 77 casi attivi in città, a destare molta preoccupazione è tuttavia il numero crescente di positivi individuati all’ospedale “Giovanni Paolo II”.
CONTAGI IN CORSIA Nelle ultime ore, infatti, sono quattro i medici positivi individuati nel reparto di Ginecologia e altri tre in quello di Rianimazione. Nuovi casi che si sommano ai casi registrati nei giorni scorsi fra i corridoi del nosocomio lametino. Insomma, numeri che allarmano, e non poco, e che costringono i vertici sanitari ad alzare ulteriormente i livelli di attenzione per cercare di arginare i rischi di ulteriori contagi. Avviato, come da prassi, il contact tracing per rintracciare gli eventuali contatti dei positivi mentre nelle prossime ore potrebbe essere disposta la chiusura momentanea dei reparti per la sanificazione.
PIANO DI EMERGENZA Per la sanità lametina e la gestione dell’emergenza Covid è stata una giornata importante anche per gli aspetti organizzativi, attraverso due punti cruciali: l’incontro con il commissario per il piano di rientro della Sanità calabrese, Saverio Cotticelli, insieme ai vertici del Comune, e la visita (a sorpresa) di Antonio Belcastro, delegato del soggetto attuatore per l’emergenza Covid in Calabria proprio presso il nosocomio lametino. Un vero e proprio sopralluogo eseguito insieme a Matarese e Marchitelli. L’obiettivo, su input del presidente f.f. della Regione Calabria, Spirlì, è capire se è possibile utilizzare o meno la palazzina amministrativa – di fatto vuota – per poter ospitare eventualmente pazienti affetti da Covid provenienti da Catanzaro. Nella prossima settimana è attesa una relazione che aiuti a comprendere quali siano i limiti attuali e se è possibile superarli in una tempistica ragionevole, in considerazione di una emergenza coronavirus che, in Calabria, è sempre più pressante. (redazione@corrierecal.it)
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