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Emergenza Covid, lavoratori con il fiato sospeso

L’Istat ha certificato il crollo dell’occupazione in Calabria nei primi sei mesi. Ora gli effetti della seconda ondata e la prevista eliminazione del divieto di licenziamento dal 31 marzo in poi me…

Pubblicato il: 18/12/2020 – 8:40
Emergenza Covid, lavoratori con il fiato sospeso

CATANZARO C’è una spada di Damocle che incombe sui lavoratori. Il rischio di un licenziamento di massa dal 1 aprile in poi. Entro il 31 marzo, infatti, resta in piedi il divieto di mettere per strada decine, se non centinaia di dipendenti calabresi – così come migliaia di colleghi italiani – previsto dal provvedimento del Governo inserito nel decreto che sosteneva imprese colpite dalla crisi economica seguita all’emergenza Covid – con ristori – e lavoratori con la Cig. L’avvisaglia di ciò che potrebbe accadere da quella data in poi si è avuta con l’ultima rilevazione dell’Istat. Nel terzo trimestre del 2020, rileva l’Istituto nazionale di statistica, ben 75mila lavoratori in Italia sono stati licenziati. Si tratta per comprendere la portata, del periodo che va dal 1 luglio al 30 settembre scorso. Questo nonostante ancora sia valido quel divieto, visto che – segnala l’Istat – la motivazioni dei licenziamenti è legato a “giustificato motivo oggettivo”, tradotto ristrutturazione a seguito di crisi economica. Un motivo che i decreti del Governo che si sono succeduti (Cura Italia, Ristori e Agosto) vietavano.
Dunque se le imprese hanno “tagliato” con il rischio di imbattersi in un mare di ricorsi, dopo il 31 quella sorta di freno cadrà con ripercussioni inevitabili sui livelli occupazionali decisamente molto precari della nostra regione. Ricordiamo che secondo “La rilevazione sulle forze di lavoro” dell’Istat, nella media del primo semestre del 2020 l’occupazione in Calabria si è ridotta del 4,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale variazione è stata notevolmente peggiore di quella media nazionale e del Mezzogiorno (rispettivamente -1,7 e -2,6%).
Rilevazioni che non prendevano ancora in esame gli effetti della seconda ondata che hanno azzerato la liquidità del sistema produttivo calabrese a seguito del blocco delle principali attività che sorreggono l’economia calabrese. Se qualcuno da Roma non se ne fosse accorto, dunque, occorre correre immediatamente a rimedi non solo per tamponare l’emergenza, ma per avviare interventi strutturali eccezionali e specifici per rilanciare il sistema produttivo calabrese e aiutarlo a “tenere” l’urto di quegli effetti su occupazione e conseguentemente sul sistema economico e sociale della regione. (r.d.s.)

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