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«Trecento posti di lavoro a rischio». Il Sant'Anna torna in piazza – VIDEO E FOTO

La clinica rischia la chiusura e i dipendenti manifestano a Catanzaro. «L’Asp ha bloccato i rimborsi di prestazioni già erogate per 20 milioni». I consiglieri comunali di Catanzaro, intanto, hanno ch…

Pubblicato il: 28/12/2020 – 10:45
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«Trecento posti di lavoro a rischio». Il Sant'Anna torna in piazza – VIDEO E FOTO
CATANZARO Gli operatori e i dipendenti della clinica Sant’Anna Hospital di Catanzaro, nota struttura sanitaria nel campo del trattamento e della cura cardiovascolare, stanno inscenando un flash mob di protesta davanti alla prefettura. Si tratta della seconda manifestazione di protesta dopo quella dello scorso 21 dicembre. Questa nuova mobilitazione – hanno spiegato i manifestanti – è motivata dal fatto che «l’Asp ha bloccato i rimborsi di prestazioni già erogate, per complessivi 20 milioni»: alla luce di questa situazione, che sta comportando una crisi di liquidità, il management del Sant’Anna ha paventato il rischio della chiusura della clinica, ritenuta un’eccellenza nel Mezzogiorno nel campo cardiovascolare, con conseguente perdita del posto di lavoro per circa 300 dipendenti. Secondo quanto riferito dal management del Sant’Anna, nei giorni scorsi l’Asp di Catanzaro ha comunicato che la clinica catanzarese non può più erogare prestazioni a carico del Servizio sanitario regionale per il mancato rinnovo dell’accreditamento. L’obiettivo della manifestazione di protesta di questa mattina, a cui seguirà una conferenza stampa del Cda del Sant’Anna, è quello di sensibilizzare tutte le istituzioni competenti a evitare la chiusura della clinica, ottenendo anzitutto il rinnovo dell’accreditamento. All’odierno flash mob di protesta si sono aggiunti anche associazioni e movimenti di Catanzaro. Ieri il sindaco Sergio Abramo, ha riferito che in giornata è in programma un incontro con il commissario ad acta della sanità calabrese, Guido Longo, e il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, per affrontare la questione. Negli ultimi mesi le difficoltà del Sant’Anna di Catanzaro si sono ulteriormente acuite dopo il sequestro di 10 milioni di euro disposto dalla Procura nell’ambito di un’inchiesta su presunti falsi ricoveri nella clinica: a inizio dicembre parte dei fondi sequestrati sono stati dissequestrati. CHIESTO UN CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO Intanto i consiglieri comunali Eugenio Riccio, Antonio Ursino, Filippo Mancuso, Antonio Angotti, Vincenzo De Sarro, Enrico Consolante, Rosario Mancuso e Roberta Gallo hanno chiesto la convocazione di un Consiglio comunale straordinario «urgente e improcrastinabile da tenersi entro la fine dell’anno». Le motivazioni? «Le gravissime situazioni occorse nelle ultime settimane nell’ambito della Sanità del capoluogo, caratterizzate dalla vicenda del Sant’Anna hospital, le cui attività sono sospese da oggi, 28 dicembre». Il consigliere Riccio ha anche allegato alla richiesta una risoluzione, firmata pure dal collega Ursino, finalizzata a tenere alta l’attenzione sul Sant’Anna hospital e sul depotenziamento dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro «a causa dell’apertura di un corso di Medicina e Ingegneria presso l’Unical». Il testo della risoluzione propone un «intervento immediato, perentorio, incisivo ed efficace – coinvolgendo anche la classe dirigente, quella medica, quella politica-parlamentare e quella accademica del territorio – affinché: si trovi una soluzione urgente ed immediata che garantisca la continuità delle prestazioni al Sant’Anna Hospital, salvaguardando sia la salute dei pazienti sia l’ubicazione a Catanzaro di tale indispensabile centro cardochirurgico; la facoltà di Medicina e Chirurgia della UMG di Catanzaro non venga danneggiata dal neonato corso interateneo con UNICAL, chiedendo dunque un immediato confronto col Rettore Giovambattista De Sarro allo scopo di comprendere lo scenario possibile determinato da questa insana scelta, e come porvi rimedio». Si sottolinea, ancora: «Il Sant’Anna Hospital è da anni un riferimento fondamentale, anzi indispensabile per la cura delle patologie cardiovascolari, essendo l’unico presidio calabrese altamente specializzato nell’erogazione di servizi legati alla Cardiochirurgia e risultando fra i più importanti d’Italia per numero di interventi realizzati (circa 1000 ogni anno) e di vite umane salvate. Considerato che l’ASP di Catanzaro ha bloccato ogni attività del Sant’Anna Hospital a far data dal 28 dicembre 2020, nonostante la Regione Calabria abbia comunque validato circa 17 milioni di euro per garantire la continuità assistenziale in un ambito così delicato dove la priorità è, e sempre dovrebbe essere, la salvaguardia della salute e della vita di tanti pazienti calabresi e non solo. Evidenziato che molti pazienti in gravi condizioni di salute e già inseriti in lista per essere operati si ritrovano, ex abrupto, a non sapere quale sorte toccherà loro, a quali altri centri di Cardiochirurgia italiani dovranno urgentemente rivolgersi per essere operati e quali tempi e sacrifici dovranno sopportare per avere la speranza di salvarsi la vita. Evidenziato altresì che gli altri due centri cardiochirurgici che insistono sul territorio regionale, ossia il Policlinico Universitario Mater Domini e l’Ospedale di Reggio Calabria, non sono nelle condizioni di poter assorbire il drammatico e paventato “esodo” sopra menzionato. Considerato inoltre che la chiusura del Sant’Anna Hospital, imposta di fatto dall’ASP di Catanzaro, significa lasciare senza lavoro diverse centinaia di famiglie, ciò determinando un danno non solo alle stesse ma all’intero tessuto sociale ed economico della città capoluogo, che fra l’altro verrebbe privata di un presidio di eccellenza e dell’opportunità di continuare a rappresentarsi quale “città della salute” a servizio di tutti i calabresi. Rilevato inoltre che nei giorni scorsi si è improvvisamente appreso di un inopportuno accordo fra l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e l’Unical di Rende, nelle persone dei rispettivi Rettori Giovambattista De Sarro e Ugo Leone, per l’istituzione di un Corso di Laurea magistrale in “Medicina e Ingegneria” inter-ateneo, il quale prevede il rilascio congiunto di un doppio titolo di studio: la laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e quella triennale in Ingegneria Informatica con curriculum bio-informatico. Considerato che da anni l’ateneo Unical tenta, apertamente ed esplicitamente, di istituire al suo interno un corso di laurea in Medicina e Chirurgia, nonostante in Calabria tale offerta formativa sia garantita dalla UMG di Catanzaro e, numeri ed economie alla mano, non esiste la necessità di duplicare la medesima offerta anche considerando la difficoltà di portare avanti un corso così importante con le scuole di specializzazione, il che dovrebbe piuttosto indurre il mondo accademico regionale ad agire per difendere, rafforzare e dare ulteriore valore alla facoltà medica esistente alla UMG, anziché depotenziarla creando cloni inutili e dispendiosi. Evidenziato che il pretesto, certamente positivo, della multidisciplinarità e delle collaborazioni interateneo sembrano funzionare solo a senso unico dal momento che i corsi di laurea erogati dall’Ateneo catanzarese sono stati nel tempo duplicati in altre sedi universitarie calabresi, ma mai si è potuto intervenire – o anche solo proporre – un’analoga duplicazione nel senso opposto, ossia, a titolo esemplificativo, immaginare Ingegneria o Architettura o Biologia o Lettere e Filosofia alla UMG di Catanzaro».
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