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Manifesti anti-aborto a Reggio, la Curia attacca Falcomatà: «Commento inappropriato»

Dopo la richiesta di rimozione avanzata dal sindaco, arriva la replica: «Ancora oggi si fa un uso pregiudizievole e politico della tematica»

Pubblicato il: 14/02/2021 – 8:24
Manifesti anti-aborto a Reggio, la Curia attacca Falcomatà: «Commento inappropriato»

REGGIO CALABRIA Alcuni manifesti anti-aborto fatti affiggere in vari punti di Reggio Calabria dall’associazione “ProVita&Famiglia” stanno provocando polemiche
in città. Il sindaco Giuseppe Falcomatà è intervenuto sul suo profilo Facebook aveva già comunicato di aver chiesto la rimozione perché «lesivi della libertà personale di un individuo». Una presa di posizione netta, come già avvenuto nei mesi scorsi, ma che ha suscitato anche qualche polemica non solo tra gli esponenti del comitato, ma anche nella Curia di Reggio Calabria.
«Il commento del sindaco Falcomatà – scrive in una nota diffusa dall’Ufficio diocesano reggino – appare assolutamente non condivisibile ed inappropriato, giacché un manifesto che reca una opinione alternativa all’aborto non rappresenta, in nessun caso, un impedimento a scegliere di abortire».
«Rammarica constatare – prosegue la nota – che ancora oggi si fa un uso pregiudizievole e politico della tematica dell’aborto, una pratica che lascia ferite profonde in molte donne e che, se affrontata in modo superficiale ed ideologico, calpesta la dignità delle donne stesse, soprattutto di coloro che, per diversi motivi, hanno fatto la dolorosa scelta di abortire. Pertanto l’Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova, mentre esprime profondo e preoccupato rammarico per il fatto in questione, prende le distanze, in modo inequivocabile e netto, non soltanto dalla decisione assunta dal sindaco Giuseppe Falcomatà, ma soprattutto, sia pure rispettandole, dalle motivazioni che egli stesso ha espresso a sostegno di essa, ritenendole lesive della libertà di espressione e di opinione».
«Infine – conclude la nota – volendo apportare un contributo costruttivo al dibattito conseguente allo spiacevole fatto di specie, l’Arcidiocesi produrrà un documento di riflessione su quanto accaduto, documento che sarà redatto con l’aiuto di alcuni esperti nelle scienze teologiche, etico-giuridiche ed umane, appartenenti alla realtà della Diocesi stessa».

Il post social del sindaco

«Ho chiesto di far rimuovere questi manifesti perché lì reputo lesivi della libertà personale di un individuo. Mi avevano risposto che non si può fare perché non ci sarebbe nessun messaggio violento scritto. E invece si. È una violenza impedire a una persona di scegliere, in modo consapevole e responsabile, nel rispetto della legge.
È una violenza non consentire a una persona di avere un’altra idea, un’altra opinione, un altro punto di vista. È una violenza ancora maggiore esporre questi manifesti vicino le scuole, luoghi di educazione, di istruzione, di cultura, luoghi in cui si forma la coscienza di ogni individuo e si impara il rispetto per la dignità di ogni individuo.
È violenta una pubblicità il cui messaggio è che non sei padrona di te stessa.
Non si può fare – mi è stato detto – ci esponiamo al rischio di finire in tribunale.
Ho risposto che sarò contento di spiegare a un giudice perché quel messaggio è violento».

La replica del comitato ProVita&Famiglia di Reggio

«Caro sindaco Giuseppe Falcomatà, noi possiamo immaginare che i suoi modelli di riferimento siano la Corea comunista, la Cina e magari la ex Unione Sovietica ma l’Italia non è uno Stato totalitario! Anche se a lei la cosa pare non piaccia perché probabilmente preferirebbe la “dittatura del proletariato”, l’Italia è una repubblica democratica che nella sua Costituzione sancisce la libertà di espressione e tutela il pluralismo delle idee. Lei arbitrariamente ha fatto coprire i nostri manifesti come nei migliori regimi totalitari, non curante che gli stessi siano stati regolarmente affissi con tanto di bollo comunale e che, per sua ammissione, la censura non era praticabile. Ebbene lo ha fatto ugualmente ergendosi sopra le regole democratiche, ma caro sindaco di cosa ha paura??? Che le donne sia informate su cosa sia l’aborto??? In ogni caso certamente non potrà fermare il nostro impegno a favore della #vita come non potrà fermare le ormai migliaia di condivisioni sui vari social tanto che ormai il nostro manifesto e il suo messaggio pro-vita sono sulla bocca e sui cellulari di tutti! Il suo è grave atto e noi saremo sempre dalla parte delle donne e a difesa della vita! Ci vedremo presto in Tribunale, quando dovrà spiegare le ragioni della sua intolleranza ideologica! Magari, caro sindaco, a sua difesa chiederà al magistrato di mandare tutti i pro-life e coloro che la pensano diversamente da lei al confino o in un gulag?»

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