COSENZA Interminabili file, assembramenti, dosi di vaccino che appaiono e scompaiono, promesse e non mantenute, sindaci sull’orlo di una crisi di nervi e la solita contestata organizzazione delle istituzioni. Il caos sui vaccini scoppiato venerdì scorso in alcuni comuni di Cosenza ha sollevato un polverone. Le dosi non sufficienti di Pfizer e Moderna hanno interrotto la campagna vaccinale, quella rivolta prioritariamente agli ultra ottantenni. Molti i turni saltati e poi rinviati, molte le persone anziane costrette ad abbandonare la fila e rinunciare al siero. Nessuno li aveva avvisati di quanto stesse accadendo ed anche i primi sindaci, impegnati in prima linea, hanno avuto notizie solo in tarda mattinata. «Fatti due conti – denunciano i sindacati di Cgil, Cisl e Uil – con l’ausilio del portale del Ministero della Salute, si scopre che il saldo tra le dosi di vaccino arrivate nella nostra Regione e quelle somministrate ammonta a poco più di 74.000 dosi e, anche a voler considerare che una buona parte delle stesse debba essere conservata per far fronte ai previsti richiami, circa la metà di quel numero dovrebbe comunque essere disponibile per nuove somministrazioni».
La vaccinazione è ripresa, ma ancora oggi sono sconosciuti i motivi legati al cortocircuito di venerdì scorso. «Non si riesce a capire – denunciano i sindacati – se le persone alle quali si sta somministrando il vaccino in questi giorni siano i fortunati che sono riusciti a prenotarsi tramite il numero telefonico messo a disposizione dall’Asp, nonostante le lunghe e snervanti attese della risposta di un operatore». Ed ancora «non si capisce, quale sia il ruolo assegnato ai medici di famiglia, ovvero se stiano fornendo anch’essi le liste o se collaboreranno alla campagna esclusivamente in qualità di “vaccinatori”». Interrogativi, almeno per il momento, senza risposta ed ecco perché i sindacati chiedono lumi al commissario dell’Asp di Cosenza, Vincenzo La Regina, sullo stato del piano vaccinale, «ammesso che ci sia».
Su quanto accaduto però farà chiarezza la magistratura, perché i sindacati hanno annunciato un esposto «affinché si faccia finalmente luce sui molti interrogativi che non solo le organizzazioni sindacali ma tutti i cittadini del nostro territorio si stanno ponendo in ordine al rispetto e della tutela del bene primario della salute». Nei prossimi giorni, inoltre, le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil porteranno avanti iniziative di mobilitazione «per far sì che nella nostra terra sia finalmente esigibile il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della nostra Costituzione». (f. b.)
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