CATANZARO Il numero dei ricoveri per Covid 19 in area non critica ha raggiunto in Calabria la soglia critica del 40%, in più anche i ricoveri in terapia intensiva aumentano ogni giorno attestandosi al 24%, distante solo sei punti percentuali dalla soglia critica. Desta preoccupazione la rilevazione, al 27 marzo, dell’Agenas sull’occupazione dei posti letto negli ospedali calabresi da parte di pazienti di Coronavirus, destano preoccupazione perché, per quanto riguarda l’area medica, indicano il raggiungimento del punto di saturazione, e inoltre per le rianimazioni delineano un quadro per nulla rassicurante. Hub calabresi dunque sotto pressione, e del resto lo conferma anche il trend dei ricoveri che emerge dal bollettino della Regione, con un’impennata evidente nelle ultime 48 ore: al 25 marzo i ricoveri complessivi erano 365, quindi il giorno dopo un balzo all’insù fino a 365 (+10) e infine, alla rilevazione del 27 marzo, un umetto sensibile fino a sfiorare i 400, 398 per la precisione (+23).
I ricoveri in area medica sono passati dai 331 del 25 marzo ai 361 del 27 marzo, quelli in terapia intensiva da 34 a 37. Trend in crescita che si riflette plasticamente nel monitoraggio dell’Agenas stilato alla luce delle soglie di saturazione individuate dal decreto del ministro della Salute del 30 aprile 2020: la soglia del 40% per l’area non critica (per la quale si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia), e la soglia del 30% per le terapie intensive. Negli ultimi 3 giorni in Calabria si è passati dal 36% di occupazione delle aree mediche al 40% di ieri (+3% da venerdì sabato), e dal 22% di occupazione delle terapie intensive al 24% di ieri (+1% da venerdì a sabato). Sotto particolare pressione tutti gli hub calabresi, in particolari modo il “Pugliese” di Catanzaro e l'”Annunziata” di Cosenza. La Calabria è zona rossa e purtroppo l’indicatore del numero dei ricoveri lo attesta chiaramente. (c. a.)
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