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«Gli imprenditori dicono “basta”»

«Ancora una volta gli imprenditori Calabresi pagano lo scotto dell’ennesima chiusura. L’ inadeguatezza politica e dirigenziale, fa sì che tutte le attività produttive, quasi la totalità dell’econo…

Pubblicato il: 01/04/2021 – 14:06
di Stefano Rocca
«Gli imprenditori dicono “basta”»

«Ancora una volta gli imprenditori Calabresi pagano lo scotto dell’ennesima chiusura. L’ inadeguatezza politica e dirigenziale, fa sì che tutte le attività produttive, quasi la totalità dell’economia Calabrese, sono costrette ad un nuovo lockdown. Non ce la facciamo più, non riusciamo più a sopperire a questo mal governo. Già nel mese di Novembre, abbiamo dovuto patire l’ennesima restrizione a causa dell’inadeguatezza del sistema e delle infrastrutture sanitarie, inadeguatezza che ha profondamente inciso sull’aggravamento dell’emergenza pandemica. Ma oggi cosa è cambiato? Nulla, perché siamo nel pieno della terza ondata virale, che ci travolge in maniera ancora più drammatica, e dobbiamo assistere al solito rimbalzo di responsabilità, a confronti e dibattiti medico-politici, in cui si capisce che siamo sempre allo stesso punto di partenza. Il problema è chiaramente di ordine sanitario, quindi è in quell’ambito che si deve intervenire, invece, come al solito, l’unica misura di contenimento, è la chiusura delle imprese. Ora BASTA, il mondo imprenditoriale è stanco, deluso, ma soprattutto arrabbiato. Leggiamo direttive governative che non hanno alcuna coerenza logica, come le chiusure tra regioni e le aperture verso l’estero, gli indennizzi inconsistenti pari al 5% delle perdite di fatturato, alcune attività che restano aperte e altre che restano chiuse senza nessun criterio, è giunto il momento di gridare BASTA. E’ ovvio, che davanti alla scelta tra la salute e l’economia, tutti scegliamo la salute; ma questa scelta non la devono pagare sempre gli stessi. Allora, siamo disposti a sacrificarci per contenere i contagi, ma i provvedimenti devono essere adeguati, gli interventi economici mirati a sostenere la sanità. Come si può pensare di contenere la pandemia, se alcune attività restano aperte, senza nessun riscontro economico, ed altre vengono chiuse, senza che mai si siano registrati assembramenti all’interno, o ancora, come mai per le vie delle città si registra un numero enorme di persone che passeggiano o fanno salotti come se tutto fosse nella normalità. Quindi ci si pone la domanda; coloro che attuano queste decisioni, conoscono realmente il mondo produttivo se poi utilizzano criteri che distruggono, in maniera irreversibile, la storia e i sacrifici di una vita del mondo imprenditoriale? Perché ancora non si riesce a portare avanti un piano vaccinale capace di ridurre i tempi per un ritorno alla normalità? Il commercio, il turismo, la ristorazione, le palestre, insomma tutto il mondo produttivo, ormai è al collasso! Chi saranno i responsabili che pagheranno per questa grande inadeguatezza? Saremo sempre noi a raccogliere i cocci di questo massacro economico, senza essere riusciti neanche a preservare la salute pubblica. Noi stiamo urlando, siamo in agonia, ma questo non basta. Cosa dobbiamo fare per essere ascoltati, forse delle azioni eclatanti? Ma gli imprenditori non sono per le azioni eclatanti, sono per il “FARE”, pronti ad ingegnarsi e a ricominciare da dove sono stati interrotti. Siamo sempre pronti e propositivi, senza se e senza ma, pronti anche a chiudere per un valido motivo, ma non per rimanere sempre nella stessa condizione, con questo genere di chiusure prive di significato e logica che ci sta mettendo in ginocchio. Noi diciamo BASTA, siamo stanchi, offesi; pretendiamo risposte serie e confronti costruttivi attraverso il nostro coinvolgimento nelle decisioni; vogliamo solo lavorare e ritornare a recuperare quella dignità economica, che queste scelte scellerate ci hanno tolto».

*Presidente Associazione Impresa Calabria

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