LAMEZIA TERME «Le gelate primaverili che hanno investito nei giorni scorsi vaste aree del territorio hanno inflitto un ennesimo colpo agli imprenditori calabresi già fiaccati dagli effetti economici della pandemia in corso. Mettendo in ginocchio intere filiere produttive». Lo afferma il presidente di Confagricoltura Calabria Alberto Statti che così denuncia gli effetti economici del calo repentino delle temperature sulle colture. «Una prima conta dei danni – sostiene Statti – disegna un quadro decisamente pesante per diverse produzioni agricole calabresi particolarmente sensibili in questa fase dell’anno: dai vigneti ai frutteti – ed in particolare alle produzioni di kiwi e alle drupacee – e agli orticoli. Uno shock termico che ha di fatto azzerato il duro lavoro di quanti operano per garantire ricchezza e occupazione nella nostra regione». «Una durissima frustata per gli imprenditori – aggiunge il presidente di Confagricoltura Calabria – giunta in una fase storica dell’economia agricola calabrese particolarmente difficile per i contraccolpi di un’emergenza pandemica lunghissima, che ha ridotto sia i margini di guadagno per la fiacchezza del mercato sia eroso le disponibilità finanziarie delle aziende, già impegnate a far fronte agli effetti della crisi sanitaria in corso».
«Per questo è necessario – lancia l’appello Statti – attivare fin da subito l’iter per dichiarare lo stato di calamità per le gelate primaverili che hanno interessato tutta la Calabria, ma anche prevedere misure straordinarie – anche quelle previste dal Psr in termini di prevenzione dei danni – per venire incontro agli operatori che in prima linea lavorano per tutelare l’agricoltura e dunque l’intera economia calabrese». «È necessario – conclude Statti – attivare ristori immediati per quanti hanno subito danni pesanti da questo fenomeno imprevedibile con temperature che sono passate dai circa 30 gradi di marzo allo zero di aprile e consentirgli di accedere ad un meccanismo di facilitazione di accesso al credito, prevedendo una moratoria sui prestiti già contratti. Siamo convinti che davanti ai mutamenti climatici ormai in corso da anni, infatti, non siano più sufficienti i tradizionali sistemi di sostegno ad un settore che per primo ne subisce gli effetti. Un comparto che però, con grande fatica, continua a garantire alla Calabria occupazione e ricchezza» .
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