COSENZA «È a dir poco vergognoso, tra qualche ora si riunirà un’Unità di crisi alla Cittadella regionale per discutere della forte emergenza Covid in provincia di Cosenza e a questa riunione non è stato invitato alcun rappresentante degli Enti locali. Siamo venuti a conoscenza della riunione ieri pomeriggio, ma a riferircelo sono stati i commissari di Asp e Aziende ospedaliere, mentre dalla Regione non è arrivata alcuna comunicazione». Non ci sta il presidente della provincia di Cosenza, Franco Iacucci: «Il presidente Spirlì, tra l’altro, era stato invitato anche alla riunione urgente convocata ieri dal presidente della Conferenza dei sindaci per capire insieme cosa fare ed evitare di prendere decisioni in solitaria considerando la preoccupante evoluzione epidemiologica sul territorio provinciale nelle ultime ore. Sono ormai mesi che continuo a ripetere che manca un coordinamento con la Regione Calabria. Dalla scuola ai trasporti, all’aumento dei contagi sui territori: siamo l’unica regione a non avere attuato un tavolo tecnico-istituzionale per far fronte alla pandemia. Serve concertazione, senza un dialogo, un confronto, un lavoro comune non andiamo da nessuna parte. Ognuno di noi è chiamato alle proprie responsabilità, ma agire in autonomia serve a poco. Così continuiamo solo a inseguire l’emergenza e non a combatterla. Non è possibile convocare l’Unità di crisi senza coinvolgere i sindaci, coloro che conoscono i territori, sono esposti in prima persona e continuano ad essere lasciati soli a combattere a mani nude la pandemia, nonostante sia passato più di un anno».
«È finito – aggiunge – il tempo dei proclami, stiamo pagando amaramente una serie di decisioni improvvisate. Si annuncia la realizzazione di 100 posti letto Covid con l’adeguamento di “Villa Bianca”, l’assunzione di medici, infermieri e oss, ma nulla è accaduto, si decide di rafforzare la capacità di testing e in tutta la provincia di Cosenza non viene accreditato un laboratorio all’esecuzione dei test molecolari facendo gravare tutto il peso sul laboratorio dell’Annunziata e quello di Corigliano Rossano che non lavora a pieno regime, per quanto riguarda le scuole si scaricano le responsabilità su sindaci, dirigenti scolastici e famiglie, ma non ci si confronta prima con le istituzioni locali e non si lavora in sinergia per un Piano trasporti ad hoc per organizzare la ripartenza delle attività scolastiche in sicurezza. Per ultimo si riunisce l’Unità di crisi ma gli Enti locali, o almeno il Comitato della conferenza dei sindaci, vengono esclusi. Non è più tollerabile questa situazione, bisogna continuare ad essere vigili e non possiamo più accettare che i sindaci restino inascoltati e fuori dalla filiera delle responsabilità».
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