È scontro duro fra i Consorzi di bonifica calabresi ed il dipartimento regionale all’Agricoltura, ne è prova il moltiplicarsi dei ricorsi al Tar avanzati dai consorzi.
Lo scontro ora è sulle delibere consortili di approvazione dei bilanci di previsione dell’anno 2021, tutte cassate “per difetto di legittimità” della Struttura di controllo degli atti e delle delibere consortili. Questa, costituita per legge in seno al dipartimento all’Agricoltura della Regione, deve sottoporre al «controllo di legittimità le deliberazioni dei Consorzi aventi ad oggetto: a) l’approvazione dei bilanci preventivi, loro variazioni e assestamenti».
Quest’anno il dipartimento regionale, oltre alla legittimità delle deliberazioni, come dal tenore letterale della norma, ha ritenuto dovere entrare nel merito dei bilanci con effetti devastanti: le delibere di tutti i consorzi sono state “bocciate”.
I consorzi, ritenendo violata la specifica legge regionale, che non prevede il controllo di merito, hanno avanzato ricorso al Giudice amministrativo.
Sullo sfondo resta una inadeguata legge regionale sui bilanci consortili, predisposti «sulla stregua dei bilanci adottati dalla Giunta regionale, avuto riguardo della natura giuridica […]», non più idonea a supportare la necessità di chiarezza, trasparenza ed uniformità di dati richiesti dalla comunità italiana ed europea. Un grave handicap per i consorzi a cui la stessa Regione non ha posto rimedio normativo o amministrativo, lasciando ampi spazi di incertezza.
Tuttavia una cosa è l’incertezza normativa, altra cosa è lasciare che il dipartimento regionale all’Agricoltura e forestazione – presunto debitore dei consorzi – controlli il merito dei bilanci consortili in cui sono esposti i crediti verso lo stesso Dipartimento che li nega. Il risultato non pare un po’ scontato?
Sarebbe necessaria un’opera di raccordo annuale, non rinviabile, fra la Regione ed i consorzi per evitare contenzioso o, peggio, l’insorgenza di incontrollato debito. Anche a questo compito è preposto il bilancio consolidato annuale della regione.
Un’esaustiva descrizione della Corte dei Conti (Sezione Autonomie 16-2020) afferma che «Il bilancio consolidato del “gruppo amministrazione pubblica” è lo strumento preordinato a dare piena evidenza alla situazione finanziaria, economica e patrimoniale dell’ente e della complessiva attività svolta dallo stesso attraverso le proprie articolazioni organizzative. Esso rappresenta – unitamente all’adozione di un sistema di contabilità economico-patrimoniale su cui il predetto documento contabile si fonda [….]». Sembra proprio quello che fa al caso nostro, come se il legislatore nazionale avesse previsto queste specifiche dinamiche, forse troppe volte viste.
I Consorzi calabresi, per contribuire alla formazione del bilancio consolidato regionale, dovrebbero aggregare uniformemente le informazioni, le contabilità ed i bilanci richiesti a chi utilizza cospicue risorse pubbliche e non solo la contribuzione consortile. I dati aggregati sarebbero annualmente controllati e sottoposti al vaglio di più dipartimenti, della Giunta, del Consiglio regionale, ed indirettamente della Corte dei Conti.
Certo questo non risolverebbe da solo il problema dei debiti ballerini. Comunque metterebbe la Regione intera – e non solo il dipartimento presunto debitore – nelle condizioni di avere, annualmente, piena evidenza economica e patrimoniale regionale ed anche dei consorzi che ne sono “Articolazioni territoriali”.
Purtroppo il bilancio consolidato calabrese dell’anno 2019 – come i precedenti – non annovera i consorzi di bonifica. Evidentemente la Giunta regionale non li considera Articolazioni territoriali regionali, negando quindi il controllo “in fatto, in diritto o contrattuale”. Su questa decisione regionale, sia concesso il beneficio del dubbio.
Vediamone la specificità: la Regione nomina un proprio delegato (un membro su tre) nella deputazione consortile (l’organismo gestionale consortile), nomina il revisore dei conti dei consorzi, vigila con potere di controllo sui bilanci, sulle elezioni, sui costi del personale eccedenti il contratto nazionale, sulle piante organiche, arrivando spesso al loro commissariamento, per lunghi anni. Infine, ma non per ultimo, la Regione affida ai Consorzi larga parte della forestazione, programmata e finanziata interamente e direttamente dalla regione per circa 60 milioni l’anno, cifra che costituisce la maggior parte delle entrate e delle spese consortili.
È perciò difficile affermare che la Regione Calabria non influenzi in fatto, in diritto o contrattualmente i consorzi di bonifica.
Molte regioni in Italia, pur non intervenendo così massicciamente in finanziamenti diretti o non controllando così direttamente i consorzi di bonifica, li hanno inseriti nell’area del loro bilancio consolidato annuale, la Calabria no.
C’è sempre tempo per rimediare, un passo avanti può essere compiuto, il prossimo bilancio regionale consolidato è alle porte.
* Commercialista e revisore, già direttore generale Consorzio di bonifica
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