“Re Nudo”, Mario Russo lascia il carcere e passa ai domiciliari
Il Riesame di Catanzaro, ha accolto il ricorso presentato dai legali dell’ex sindaco di Scalea arrestato in qualità di dirigente dell’Asp di Cosenza

CATANZARO Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, ha accolto il ricorso presentato dai legali di Mario Russo, ex sindaco di Scalea coinvolto nell’operazione denominata “Re Nudo”. I difensori, Enzo Belvedere e Giuseppe Bruno, hanno chiesto un ridimensionamento della misura in atto, con una decisamente meno afflittiva presso l’abitazione del figlio. I giudici hanno concesso gli arresti domiciliari
L’inchiesta Re Nudo
Si tratta di una complessa attività investigativa originariamente di competenza della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e successivamente trasmessa alla Procura guidata da Pierpaolo Bruni. La genesi dell’indagine, per come ricostruito nell’ordinanza notificata agli indagati, è da ricollegarsi al blitz antimafia conosciuto come “Plinius” ed in cui emersero una serie di commistioni tra il mondo della politica e quello della criminalità organizzata attiva sul litorale tirrenico. Chi indaga è convinto di aver disvelato un presunto sistema di corruzione nella sanità pubblica del Tirreno cosentino. Gli illeciti riscontrati possono così sintetizzarsi: reati commessi nell’ambito della Commissione per l’accertamento dell’invalidità e dell’handicap di Diamante; reati commessi nell’ambito dell’attività di rinnovo delle patenti di guida; illeciti in materia di visite necroscopiche. Dalla scrivania di Mario Russo (in qualità di dirigente dell’unità di medicina legale dell’Asp di Cosenza) – secondo l’accusa – passavano anche le autorizzazioni per i rinnovi della patente di guida, oltre a quelle per il rilascio dei certificati per l’idoneità nella detenzione ed il porto di armi. (f.b.)