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Franceschini: «Per la Calabria puntiamo su borghi, casali e Ferrovia della Sila»

Il ministro al webinar organizzato da Zonadem illustra le opportunità legate al Recovery: «Tutti hanno capito l’importanza del nostro patrimonio»

Pubblicato il: 17/05/2021 – 18:53
Franceschini: «Per la Calabria puntiamo su borghi, casali e Ferrovia della Sila»

CATANZARO «L’emergenza Covid ha segnato un momento drammatico di rottura, di sospensione delle attività, ma abbiamo il dovere di sapere che, come spesso capita nella vita, anche le crisi più brutte aprono stagioni nuove». Così il ministro della Cultura, Enrico Franceschini, ha introdotto il webinar su “Eredità culturale, digitalizzazione e territorio”, organizzato da Zonadem, il soggetto politico e culturale fondato dal capogruppo del Pd alla Regione, Mimmo Bevacqua. Franceschini ha fatto il punto sui programmi messi in campo dal ministero per il rilancio della cultura, anche nel Mezzogiorno e in Calabria, dopo le chiusure e le restrizioni determinate dal Covid 19, a partire dalle opportunità offerte dalle risorse del Recovery Fund. «Anche le crisi più brutte aprono opportunità nuove che emergono dai passaggi di cambiamento. Io credo che sarà un po’ così per la cultura e per il turismo legato alla cultura. Anche le persone che non frequentano assiduamente i luoghi della cultura hanno capito che la forza del Paese sta anche nel suo patrimonio culturale e immateriale. Questo vuoto – ha sostenuto il ministro – spingerà in fretta i consumi culturali, così io credo, verso una ripresa veloce: non è un caso che in Italia in questi mesi di lockdown e restrizioni sia cresciuta la vendita dei libri. Io credo che dalla crisi uscirà una riscrittura di valori e in questa riscrittura crescerà il consumo culturale, quindi una grande stagione aspetta la cultura, e allo stesso modo tornerà il turismo con gli stessi numeri imponenti che aveva a gennaio 2019, poi interrotti bruscamente». Secondo Franceschini «con il turismo torneranno le opportunità ma anche le criticità, che ci devono spingere, sulla base del lavoro anche già fatto, a fare un lavoro per distribuire la crescita di offerta turistica non solo nei luoghi consueti. Quello che dobbiamo fare dunque è lavorare per potenziare l’offerta culturale e la qualità del patrimonio culturale in tutt’Italia, per questo nel Recovery ci sono scelte strategiche e importanti; c’è un miliardo di euro per intervenire sui borghi, la cifra mi sembra parli da sola, i borghi lungo la dorsale appenninica dalla Calabria al Nord sono di grandissima qualità, l’idea – ha proseguito il ministro – è intervenire su un numero di borghi mirati, concordato con le Regioni, con risorse pubbliche e con incentivi ai privati per tornare ad attrarre persone e lavoro, penso ai borghi in cui sono nati alberghi diffusi che hanno visto tornate persone e riapre attività. La seconda operazione è un grande intervento, 600 milioni, sui casali, ce ne sono in Calabria e in tutt’Italia: se non interveniamo urgentemente su questo patrimonio rischiamo di disperderlo, anche queste risorse saranno viste con le Regioni per riqualificare il patrimonio dell’edilizia rurale Terzo settore: i cammini, i percorsi, le ferrovie storiche, un altro grande patrimonio, spesso abbandonate. Mimmo Bevacqua sta insistendo sulla bellezza della Ferrovia della Sila, lo capisco e ci lavoreremo: una parte è già compresa nel Recovery, vedremo cosa si può fare anche con altro tipo di risorse».
«Quindi – ha rilevato Franceschini – una serie di interventi che puntano a valorizzare l’Italia minore, quella fuori dai grandi flussi turistici, quindi gran parte delle località del Mezzogiorno. Poi c’è un grande intervento sulla digitalizzazione, non solo nel ministero, ma negli archivi di Stato, nelle biblioteche e nelle Sovrintendenze: anche questo darà occupazione qualificata. E molti altri interventi che sono dentro questa filosofia, finanziata con il Recovery ma in parte anche con le risorse ordinarie».
Le conclusioni di Franceschini: «Noi abbiamo dedicato giustamente gran parte del tempo, dell’attenzione e delle risorse dello Stato a tutelare il patrimonio materiale e immateriale che ci hanno consegnato le generazioni venute prima di noi, ma questo ha fatto passare in secondo piano la necessità di investire sul presente, sul contemporaneo, sui talenti di oggi ma anche sui ragazzi, sulle industrie culturali e creative. È la grande sfida che abbiamo davanti, ed è la grande opportunità del Sud, perché l’incrocio tra creatività ed era digitale consente di fare in modo che molti mestieri per i quali una volta ci si doveva spostare oggi si possono fare anche nei luoghi in cui si è nati o si vive. Questo cambierà i flussi migratori, determinerà una serie di cambiamenti: il sostegno alle industrie creative è una delle grandi opportunità per investire puntando sui ragazzi del Sud, sul loro talento e sulla possibilità di farli lavorare nella loro terra».

Il dibattito organizzato da Zonadem

Molto articolato il dibattito che ha fatto seguito all’intervento del ministro Franceschini, dibattito introdotto da Tonino Scarcello e coordinato da Anna Maria Dicianni, entrambi membri del direttivo di Zonadem. A portare i loro contributi alcune
personalità impegnate da tempo nel settore. Come Anna Cipparrone, direttore Museo multimediale Cosenza Itinera e componente del Cda del Parco archeologico della Sibaritide: «Penso che la straordinaria ricchezza della Calabria non sia stata ancora raccontata. Il racconto del territorio attraverso la tecnologia – ha sostenuto Cipparrone – può diventare un fattore importante attivando comunque una relazione con il patrimonio materiale». Luca Scornaienchi ha parlato dell’attività del Museo del Fumetto di Cosenza, l’unico finora esistente in Italia: «Il nostro obiettivo è la narrazione del contesto territoriale per valorizzarlo e portarlo altrove. Siamo a sette anni di attività e cerchiamo di portare avanti la nostra attività, e poi siamo un presidio culturale importante nel centro storico di Cosenza». Quindi, il professore Maurizio Muzzopappa, docente Unical e fondatore della 3DRESEARCH Spin Off Unical che opera nel settore della valorizzazione dei beni culturali): «La Calabria è piena di grandi tesori ma non esiste un grande attrattore, e poi c’è una frammentazione a cui si aggiunge alla debolezza delle infrastrutture. Dobbiamo imparare a fare rete e puntare sulla digitalizazione, che può consentire di portare alla luce un grande patrimonio sommerso, ma non bisogna limitarsi a un’applicazione puramente tecnica e fredda delle tecnologie». Muzzopappa ha lasciato l’idea di «valorizzare anche i grandi personaggi il cui nome è legato alla Calabria» ricordando che meni prossimi anni l’Unica sarà impegnata a promuovere imprese culturali. A portare il suo contributo anche il capogruppo Pd alla Regione e fondatore di Zonadem Mimmo Bevacqua: «Nel Recovery la cultura è inserita nella missione 1 che comprende digitalizzazione, competitività e turismo: la cultura è il ponte che deve legare i territori e consentire loro di comunicare in maniera efficace le loro vocazioni strutturali. E la Calabria, finalmente inserita in una visione di sistema, ha un’occasione davvero unica: la discussione è cosa deve fare la classe dirigente calabrese con la grande sfida del Recoivery. La sfida sarà quella di fare sistema». Bevacqua infine ha ringraziato il ministro e la parlamentare M5S Anna Laura Orrico, «per l’attenzione per la Calabria, come ha dimostrato i risultati ottenuti per il Cis di Cosenza e il Parco archeologico della Sibaritide». A conclude il webinar proprio la Orrico, già sottosegretaria ai Beni culturali nel governo Conte 2 con Franceschini ministro: la Orrico ha detto di apprezzare «l’idea del museo come spazio di comunità e vicino al linguaggio dei giovani, e della digitalizzazione non come fine ma come uno strumento per rendere la bellezza del nostro patrimonio culturale e di farlo diventare accessibile a tutti. Questo ci permetterà di unire i puntini della Calabria, perché è vero che la sofferenza della Calabria è la sua frammentazione. Se la politica è lungimirante e sviluppa una visione di sistema – ha rimarcato la parlamentare M5S – la frammentazione può essere anche una forza grazie alla creazione di reti e all’unicità di percorsi. Infine, ritengo che dobbiamo liberarci dalla logica del grande attrattore puntando invece su una visione di sistema. E la digitalizzino può aiutarci anche a narrare la Calabria in modo diverso, non più negativo ma in positivo. Il compito della politica – ha sostenuto infine la Orrico – è fare la messa a terra di tutto questo».

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