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Il Pd illustra l’agenda delle priorità: «Una grande battaglia politica per la sanità»

Zingaretti e Boccia protagonisti nella prima giornata della festa regionale dell’Unità del partito a Catanzaro. Focus anche sul Pnrr

Pubblicato il: 18/09/2021 – 8:41
Il Pd illustra l’agenda delle priorità: «Una grande battaglia politica per la sanità»

CATANZARO L’agenda della Calabria del futuro tra Pnrr e rilancio della sanità. Sono stati questi alcuni dei temi al centro della prima giornata della festa regionale dell’Unità del Pd a Catanzaro, giornata conclusa con un dibattito che ha visto protagonisti due big del Pd nazionale come Nicola Zingaretti e Francesco Boccia. Sollecitato dalle puntuali domande del giornalista del Corriere della Calabria, Danilo Monteleone, il confronto si arricchisce dei contributi del governatore del Lazio e già segretario nazionale del Pd, del responsabile nazionale enti locali si sono confrontati con sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e Ala vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, Maria Antonietta Sacco.

Il Pnrr e il ruolo degli enti locali

Il primo step è il tema del Pnrr e del ruolo degli enti locali. Zingaretti evidenzia che la priorità «è anzitutto quella di aprire una grande stagione di assunzioni di giovani che escono dalle università e poi avere il coraggio di decidere e di fare scelte sulla base delle esigenze dei territori. E per il governo Draghi decisivo è il tema delle semplificazioni. In Italia ho l’impressione che ci siano troppi decorosi e troppi controllori dei decisori, e questo alimenta una conduzione nella quale si insinuano anche le mafie. Con il governo Conte sotto questo aspetto si stava facendo qualcosa, ora bisogna fare ancora qualcosa in più». «Ma – rimarca il governatore del Lazio – dobbiamo anche ricordare come le destre hanno sempre sbagliato finora tutte le risposte, com’è avvenuto nella gestione del Covid, dove abbiamo sempre avuto ragione noi». «Il Recovery è nato grazie al negoziato voluto fortemente e gestito dal Pd, per ridurre le diseguaglianze ed è rivolto soprattutto al Sud», rileva a sua volta Boccia, per il quale «il nostro obiettivo è che la Bruni con il suo camice bianco si prenda cura dei calabresi dopo gli ultimi 20 mesi, davvero disastrosi». Falcomatà apre i riflettori sul ruolo dei sindaci, un ruolo – dice – «difficile, sempre in bilico tra il rischio dell’abuso d’ufficio e quello dell’omissione di atti d’ufficio, e questo rischia di non produrre atti e quindi bloccare una città. Come Anci, con riferimento al Pnrr, abbiamo posto l’esigenza della responsabilità, della dignità del ruolo dei sindaci e della velocità. Faccio un esempio, il codice degli appalti, che così com’è ci fa rischiare di non spendere un euro». «Come Pd – aggiunge Falcomatà – l’abbiamo sostenuto ma dobbiamo anche ammettere l’errore: questo codice degli appalti va rivisto». A sua volta la Sacco, che è stata ed è anche amministrative comunale a Carlopoli, sostiene che «c’è la necessità di fare fronte comune come amministratori e di avere una maggiore preparazione della parte tecnica, la priorità è fare in modo che la pubblica amministrazione sia efficiente e la risposta sia adeguata e veloce».

«Una battaglia politica per la sanità»

Il secondo set del dibattito è dedicato alla sanità, il tema dei temi di queste elezioni regionali, lanciato al centro del dibattito della festa dell’Unità dem dal giornalista Monteleone. Falcomatà afferma che «bisogna uscire dal commissariamento ma è necessario anche porre fine alla frammentazione dei sistemi sanitari regionali, con un ritorno della competenza al livello centrale». Secondo Boccia «i primi a ribellarsi a una certa idea di sanità devono essere i calabresi. Ho avuto la sensazione che il commissariamento ad acta sia stato un alibi, indipendentemente dall’incapacità dei commissari. Perché nn trovare ambulanze in alcune valli della Calabria non è colpa dei commissari, ma è stata una scelta di campo, e una delle cose che dovrà fare la Bruni è ripartire dalla prevenzione territoriale». «Dentro il Pnrr – aggiunge il responsabile enti locali del Pd – c’è tutto questo, il Pnrr non serve per far fare business a qualcuno, ma per ridurre le diseguaglianze e queste si riducono e potenziando la rete sanitaria sul territorio questo abbiamo il dovere di farlo e può farlo solo la Bruni. Con la vittoria di Occhiuto-Spirlì rischiamo altri 5 sani di immobilismo e di decisioni che arriveranno da Salvini e Meloni. La Bruni non prenderà indicazioni da nessun, nemmeno dl Pd, è garanzia di autonomia e autorevolezza, mettendosi in linea con le regioni a guida Pd dove la sanità va bene. La sanità calabrese e può uscire dal Medioevo se ripensiamo in maniera diversa alla funzione del commissario che deve coincidere con il presidente ma nella misura in cui si costruisce un’altra idea di sanità fondata sui diritti, perché – rileva Boccia – se non si rivolge semplicemente sostituendo il commissario, immaginiamo cosa succederà se il nuovo sarà Occhiuto o Spirlì». Infine, Zingaretti: «Dai commissariamenti si esce e la Calabria ha immediatamente una possibilità di uscirne eleggendo Amalia Bruni e su questo andrebbe fatta una grande battaglia politica. Il problema della sanità è figlia del rapporto medievale tra poteri e bisogni, che fa diventare favore uni diritto». «Quando la politica incontra la dirigenza lì – spiega il presidente della Regione Lazio – può esserci una capitolazione dell’efficacia del servizio: io, tra le cose che abbiamo fatto, ho introdotto la battaglia sugli disti che ha cambiato tutti, io mi sono spogliato in parte del diritto di nominare i dirigenti facendo un’ordinanza commissariale in cui abbiamo introdotto il punteggio di valutazione dei direttori generali, 100 punti per ogni obiettivo raggiunto, se restavi sotto i 70 punti nella valutazione potevi non essere nominato, sotto i 50 potevi essere bocciato». «Bisogna ridurre la discrezionalità del decisore politico, introdurre criteri oggettivi e poi la vera battaglia della sanità calabrese è una battaglia soprattutto sugli obiettivi di appropriatezza delle cure, perché – conclude Zingaretti – c’è un limite della politica e anche un limite della valutazione dei dirigenti ella sanità, perché quella commistione è pericolosa». (c.a.)

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