Lamezia, ex dipendente Asp condannato per usura ed estorsione
Per Bruno Cimino una pena di 3 anni e 8 mesi. Condannati anche Ferrise e De Fazio. Nel 2011 l’operazione della Procura

LAMEZIA TERME Dopo un lungo ed estenuante dibattimento, e oltre 40 udienze rinviate, il Tribunale collegiale di Lamezia Terme – presieduto da Luana Loscanna – ha condannato per usura aggravata ed estorsione l’ex dipendente dell’Asp Bruno Cimino a 3 anni e 8 mesi di reclusione e 6000 euro di multa, e alla pena di 2 anni e 5000 euro di multa Teresa Ferrise e Giuseppe De Fazio (imputati per usura aggravata). Bruno Cimino è stato dichiarato interdetto dai pubblici uffici per la durata di anni 5 ed ha dichiarato la sospensione della pena per Teresa Ferrise.

Il processo nasce dall’operazione “lex Genuncia” eseguita nel novembre 2011 dalle fiamme gialle guidate dal maggiore Maurizio Pellegrino e dal brigadiere Vito Margiotta e che portò all’arresto di 10 usurai, ritenuti responsabili a vario titolo di usura aggravata, estorsione ed esercizio abusivo del credito, alcuni dei quali affiliati a cosche della ‘ndrangheta lametina.
Cinque di loro (Pullia Francesco, Sesto Adriano, Greco Ferdinando, Greco Francesco, Zubba Fabio) chiesero di essere giudicati con rito abbreviato, all’esito del del quale, il 31 gennaio 2013 furono tutti condannati e subirono la confisca dei beni.

Oggi sono stati condannati coloro che hanno scelto il rito ordinario. Le indagini furono avviate dalle fiamme gialle dopo aver appreso che il commerciante vittima dell’usura si era allontanato dalla Calabria per timore di ritorsioni da parte dei soggetti poi arrestati, con i quali aveva contratto debiti, i quali a fronte delle sue inadempienze avevano iniziato ad esercitare minacce; solo dopo una paziente “opera di convincimento”, fu la moglie del commerciante ad iniziare a confidare alla Guardia di Finanza i motivi che avevano portato il suo coniuge ad allontanarsi dalla città. Nel collegio difensivo gli avvocati Nicola Veneziano, Gabriele Ruffino e Antonio Larussa. La parte offesa, che non si è costituita parte civile, è stata assistita dagli avvocati Vincenzo Barone del foro di Nola e Alessandro Del Piano del foro di Napoli. (a.truzzolillo@corrierecal.it)