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il voto nel capoluogo

Passa solo Mancuso, Catanzaro (quasi) sparisce dal Consiglio regionale

L’esponente della Lega sarà l’unico rappresentante del capoluogo a Palazzo Campanella, rispetto ai 6 eletti nel 2020. Cala il peso politico della città

Pubblicato il: 05/10/2021 – 17:47

CATANZARO Era considerato quello più a rischio, e invece è stato l’unico a essere riconfermato. Solo Filippo Mancuso rappresenterà la città di Catanzaro nel consiglio regionale espresso dal voto di domenica e di lunedì. Un voto che consegna il dato di una città capoluogo quasi interamente sparita dallo scenario regionale, tra rinunce e addii più o meno volontari e sconfitte elettorali anche fragorose. Un passo indietro visto e preoccupante, per Catanzaro, rispetto alle Regionali del gennaio 2020, quando la città riuscì a esprimere ben sei consiglieri regionali, quattro di centrodestra e due di centrosinistra: Mimmo Tallini, che divenne anche presidente del Consiglio regionale, per Forza Italia, Baldo Esposito per la Casa delle libertà, Filippo Mancuso per la Lega, Filippo Pietropaolo per Fratelli d’Italia e poi Libero Notarangelo per il Pd e Francesco Pitaro per Iric e poi gruppo misto. A questa tornata non si sono candidati Tallini, Notarangelo e Pitaro, degli altri tre che ci hanno ritentato alla fine l’ha spuntata solo Filippo Mancuso, il più votato della Lega nell’area centrale, Mancuso che i favori del pronostico in realtà non consideravano particolarmente perché privo del sostegno del sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, importante per la prima elezione di Mancuso a Palazzo Campanella.
Palazzo Campanella invece ora off limits per Baldo Esposito, che dopo essersi sganciato dall’area dei fratelli Gentile e aver cercato di posizionarsi nella Lega e in Forza Italia, ha dovuto quasi “ripiegare” sull’Udc: per Esposito una consistente messe di voti (anche se inferiore a quella del gennaio 2020) ma niente riconferma, e un percorso futuro ora tutto da costruire. Lo stesso vale per Filippo Pietropaolo, capogruppo uscente di Fratelli d’Italia superato dal vicepresidente della Provincia di Catanzaro Antonio Montuoro. Nel centrodestra nel complesso anche sull’area del capoluogo brilla la stella del coordinatore regionale di Forza Italia Giuseppe Mangiavalori, anche se l’area che fa riferimento a Tallini ha comunque marcato la sua presenza orgogliosa in questa tornata. Quanto al centrosinistra, dato oggettivamente non pervenuto. Insomma, al tirar delle somme Catanzaro città potrà vantare solo un consigliere regionale, e con questi presupposti è davvero tutto da vedere se la città avrà una rappresentanza in Giunta. In tanti tra l’altro in queste ore stanno evidenziando come in campagna elettorale Forza Italia e il neo governatore Occhiuto si sono tenuti alla larga dalla piazza di Catanzaro, lasciata alle incursioni dei leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e soprattutto della Lega Matteo Salvini, incursioni dagli esiti non particolarmente fausti. Catanzaro dunque rischia davvero di restare fuori dai giochi e dai tavoli che contano. Anche perché pure un altro big della politica catanzarese e calabrese, Sergio Abramo, indicato come un futuribile assessore alla Cittadella, ha segnato il passo in queste Regionali: dopo esserci sfilato dalla galassia della Lega, nonostante i buoni uffici con Salvini in persona, e aver fragorosamente abbandonato Forza Italia, Abramo ha abbracciato il progetto di “Coraggio Italia” di Toti e Brugnaro spendendosi fortemente e direttamente per il candidato Frank Mario Santacroce, stoppato però, nonostante una buona performance elettorale, nella sua corda per rientrare a Palazzo Campanella dal più competitivo Francesco De Nisi, ex presidente della Provincia vibonese Francesco De Nisi. E solo l’ultimo tassello di un’elezione che probabilmente è destinata a ridisegnare, alterandoli e terremotandoli, gli assetti nel capoluogo di regione, che sembra perdere giorno per giorno il suo peso politico. Nel 2022 si voterà per il dopo Abramo, in una città che adesso – politicamente parlando – sembra un po’ una terra di nessuno. (c. a.)

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