CATANZARO «Ero l’unico candidato politico in campo per il centrodestra. Credo abbia influito sulla vittoria anche il fatto che io, oltre ad essere un imprenditore, avessi conoscenza del territorio. Questo dovrebbe indurre la nostra coalizione a ritenere che quando mette in campo la classe dirigente i risultati arrivano. Il cosiddetto ‘civismo’ va coniugato con l’esperienza». Così Roberto Occhiuto, neo presidente della Regione Calabria, in un’intervista a Il Giornale.
«In Calabria la sinistra era divisa, ma in altre realtà era ancora più dilaniata. Durante la campagna elettorale ho evitato di cadere nelle trappole delle polemiche, dimostrando così di aver assimilato la lezioni di Berlusconi sul farsi federatore per unire il centrodestra. Ho trionfato perché ho parlato di programmi, della soluzione ai problemi. E questa mia scelta è stata apprezzata dagli elettori. Queste elezioni ci consegnano una lezione importante: non ci deve essere competizione all’interno della colazione. Meloni e Salvini sono leader straordinari che hanno preso piccoli partiti portandoli a grandi risultati, ma c’è comunque bisogno di sintesi in un’alleanza. Durante la campagna elettorale ho potuto constatare che gli elettori non si fidano più di chi parla solo alla loro pancia. Dopo la pandemia c’è da affrontare una crisi economica e sociale molto profonda. Serve quindi – ha concluso Roberto Occhiuto – un personale politico in grado di parlare alla testa e, semmai, al cuore dell’elettore. Non certo alla pancia».
«Chiederò al governo di restituire la Sanità ai calabresi dopo 11 anni di commissariamento – ha detto ancora Occhiuto –. Undici anni nei quali non si è ridotto il debito e non si sono migliorate le prestazioni. Abbiamo una rete ospedaliera fatiscente, poco personale a causa del blocco del turn over e, soprattutto, mancano i presidii territoriali. Ogni anno la Regione perde 320 milioni di mobilità passiva per le cure che i calabresi vanno a fare altrove. Sommati alle spese sostenute dalle famiglie per i viaggi della speranza si arriva a superare il miliardo di euro. La sanità è il problema dei problemi, non lascerò che sia un commissario a occuparsene al posto mio».
Nel suo discorso di ringraziamento ha parlato dei suoi figli e della speranza che i giovani non debbano lasciare la Calabria per cercare lavoro. Come frenare questa diaspora? «Qui da noi, grazie alla decontribuzione del Fondo sociale europeo abbiamo un costo del lavoro più basso che nel resto del Paese, e inoltre abbiamo straordinari laureati le cui percentuali di occupazione fuori dalla Regione sono altissime. Serve quindi un ambiente più favorevole per le imprese, ma anche un piano di attrazione per gli investimenti. La Calabria ha, inoltre, le condizioni per accogliere processi di delocalizzazione utilizzando le risorse del Pnrr. Punto, infine, a sanare la piaga del precariato che in questa Regione pesa come un macigno».
Di infrastrutture, invece, Occhiuto ha ragionato a “Tg2 Post”: «L’Alta velocità – ha detto – si farà perché è finanziata col Fondo complementare, quello che si aggiunge alle risorse del Pnrr. Si fa più velocemente se c’è il Ponte sullo Stretto. Io sono favorevole perché anche per le ferrovie, collegare una Regione di 1 milione 900mila abitanti facendo un investimento importante nell’Alta velocità è una cosa, collegare due Regioni che sommano insieme 7 milioni di abitanti rende l’investimento più economicamente sostenibile. Quindi, il Ponte sullo Stretto si deve fare perché sarebbe anche un acceleratore per tutte le altre infrastrutture che sono necessarie sia alla Calabria che alla Sicilia».
x
x